domenica 28 settembre 2008

Compleanni - Na'

Io penso che saran stati dieci anni, forse pure di più, che non andavo a un compleanno. Ne ho fatti due di seguito, la festeggiata era la stessa, il venerdì coi colleghi, il sabato con gli Amici. Ecco io non avevo un'amica donna da secoli, c'avevo perso la speranza proprio. Poi un giorno, in una mattina di maggio, in ufficio è entrata questa ragazza nuova. Io solitamente non lego con le ragazze, le ignoro a priori. Così e stato all'inizio. Poi pian piano la mia diffidenza è scemata e io a questa ragazza egiziana, che viene da una cultura splendida e millenaria, ho cominciato ad avvicinarmici. Poi c'è stato il mio periodo nero, e lei c'era, nelle pause paglia, con un sorriso, con una parola di conforto. E allora ho capito cosa volesse dire avere un'amica. Che quando ho fatto una cosa che non le è andata a genio, si è incazzata e poi c'è stata ancora. E questa ragazza splendida mi ha pure fatto entrare nel suo mondo, mi ha presentato i suoi amici, il suo fidanzato fantastico, che io spero che staranno assieme per sempre. E io adoro il suo sorriso che irradia luce, la sua risata, la sua pazienza, la adoro ogni volta che mi manda affanculo. Io sono fortunata e sono felice di avere conosciuto una persona così, una persona che è riuscita da sola, a portare un po' di serenità in questa mia vita tanto sconclusionata. Io a questa persona le voglio un gran bene.

Rabbia stupore la parte l'attore
dottore che sintomi ha la felicità
evoluzione il cielo in prigione
questa non è un'esercitazione
forza e coraggio la sete il miraggio
la luna nell'altra metà
lupi in agguato il peggio è passato
MI FIDO DI TE

giovedì 25 settembre 2008

Case che ti cascano in testa

Questo post non è metaforico, lo dovevo proprio scrivere perchè son rimasta sbattezzata.
Io sono coscientemente disinformata da tempo, potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale che se non mi cadesse un missile nel patio io non lo saprei, ho scoperto che c'era la guerra in Georgia solo perchè avevano chiuso il porto, in caso contrario lo avrei ignorato.
Allora prima, stavo fuori a fumare una sigaretta, che stasera è una di quelle rare sere che lo sbalzo termico è stato clemente e c'è questo ragazzo che mi chiede del posto auto e si presenta.
Questo qua che tira fuori dalla macchina mille sporte e io lo guardavo di sottecchi perchè non mi risultavano nuovi vicini all'orizzone.
"Ah, ciao. Io sono il fratello di S****, e per un certo periodo sono costretto ad abitare da S****, che lui poi neanche c'è ora".
Occhei penso, classica crisi familiare, però lo guardo un po' stranita e allora se ne esce con:
"Noi siamo quelli della gru hai presente?"
Taccio e mi dico, questo da dove se ne esce? Però il mio sguardo stranito si vede che suggeriva una qualsivoglia risposta.
"Ehm, no, scusami, non ho presente..."
"Martedì sera una gru di un cantiere è caduta sopra casa nostra, l'ha distrutta e ora devo stare da mio fratello".
La mia risposta è stata una OOOOOO di quelle da film, muta, sbattezzata, come in un fumetto.
E successo questo, che martedì 24 settembre una gru è crollata su una palazzina, sventrata e ovviamente dichiarata inagibile dalle autorità.
E nel frattempo che si indagano cause e responsabilità la gente sta fuori casa.
Già è stato un miracolo che alle ore 20.00 il soffitto non sia crollato sulla cocuzza di chi stava beatamente cenando.
Si è sfiorata la tragedia, dicono i reportage.
A me sta cosa mi ha colpito. Manco fossimo a Sarajevo.
Che se la casa ti può crollare addosso di punto in bianco, c'è proprio poco da star tranquilli.
Allora che sono tipo fortunata se non mi crollano gru sulla testa e non mi cadono vasi di fiori dal piano superiore nel mentre che esco di casa, io che mi lamento sempre della nuvoletta di Fantozzi appostata mentre vado al lavoro.
Allora se succedono e possono succedere queste cose qua, allora mi vien da pensare pure quanto è fragile la vita, quanto non dipenda dal nostro volere e che magari si deve cercare di fare il possibile, che ogni lasciata è persa (e il tempo andato non ritornerà). "e che se la mi nonna aveva le ròte l'era un carretto".

lunedì 22 settembre 2008

Survived

Sopravvissuta. Alla domenica. Di solito a quest'ora la domenica non scrivo post. Che di solito son già a letto imbozzolata da almeno due ore. Fuori sta diluviando, Allegria gente! Quest'anno l'autunno non si è mica fatto desiderare. Io colazione/pranzo/cena ora. Ore 0.11 p.m. ci sta. Non ho mangiato niente tutt'oggi, ho corso, ho fame. Ho decongelato (Ave funzione defrost microonde!) un piatto di trofie al pesto e poi nanna. E domani è lunedì e pazienza. Non mi sparerò in testa. E' domenica e fuori viene giù a catinelle, cosa ci dovrei fare? Ne prendo atto e conto di infilarmi sotto al piumone e conto che lo scroscio della pioggia mi faccia da ninnananna. Dicesi sorta di equilibrio? Insomma, ci sta che la speranza è l'ultima a morire. Slide away now.............

domenica 21 settembre 2008

Lo scorso weekend...

L'idea era, accompagnare il mio migliore amico a fare la sua maratona alpina e corricchiare pure io, dietro al gruppo, senza pretese, in sordina, da piccola runner. La realtà è stata, passare da 28 gradi a 6, nel giro di quattro ore, pioggia e gelo; ecco io corro sempre anche quando non ne ho mezza, però io col freddo c'ho un rapporto non proprio ottimale, insomma sveglia ore 7.30 butto un occhio fuori e di colpo la mia canottierina e shorts mi sembrano oggetti alieni. Le Nike Plus le metto, accompagno Jackie allo start, infagottata nell'unica felpa con cappuccio che quel po' di discernimento il mio cervello ancora possiede, mi aveva suggerito di portarmi, un giacchetto in similpelle che che nulla poteva contro l'antartica perturbazione. Assisto al rito della preparazione battendo i denti. Neanche un po' di Vin Brulè a disposizione della plebe. Jackie carichissimo, lui è un runner serio. Mi sposto dietro lo start e documento la partenza. Dopo corro pure io. Corro per forza, due chilometri, vestita, per scaldarmi e raggiungere un luogo caldo e confortevole. Il bar a vetri che dà sulla palestra di roccia. Una birra media e una grappa ai mirtilli. Ore 11 a.m. Riacquisto sensibilità alle estremità. Fuori continua a piovere. Fuori le nuvole toccano terra. L'Eroe mi chiama che mi sembra passato un attimo. 1.05 per completare l'arduo percorso di 11.2 km (in salita!). Jackie è uno skyrunner non c'è un cazzo da dire, io sono una runner padana da poche pretese. Mi mostra la medaglia e gli faccio le foto. Poi dice che ha fame. Sante Parole, a me il freddo mi uccide e in montagna poi mi provoca crisi da fame da Biafra. Pranzo spuntino a Dobbiaco, in una weinstube. Kaminwurstel, merenda tirolese e due grappe, quella al peperoncino mi riesce a restituire una temperatura interna superiore ai 35 gradi. Riprendo lucidità, ho un solo obiettivo: datemi un internet point. Non posso vivere senza una connessione internet, se sono scollegata per più di 24 ore pure il mio cervello si scollega del tutto. Ok, in mezzo a queste casine fiabesche si rimedia un caffè internet. Ricomincio a respirare. Controllo quel che devo, mi accerto che il mio mondo virtuale in mia assenza non abbia cambiato rotazione. Mi riesplode la fame. Jackie mi dona il suo buono per il pasta party, nella sala congressi della corsa dove avviene la premiazione. Tu vai lì, presenti il buono e mangi quel che vuoi, ti riempi il vassoio. Io una pasta al pomodoro e basilico così buona non l'ho mangiata mai. Pure il tris di torte merita elogio. Jackie mi sfotte e mi consiglia la ristorazione della Protezione Civile. Ritorno al B&B come reduce dalla traversata del fiume Kwai (io, non Jackie). Mi infilo sotto il piumone e chiudo contatto con la sala comandi. Solo la sete (quanto è buono il Radler in quella stube che sta a Sesto dal Bell'Uomo!!) e la fame mi destano dal torpore. Mi rivesto a occhi chiusi e bofonchio "Birra - Fame". Ho perso completamente l'uso della parola, il freddo e io non andiamo d'accordo, l'ho già detto. Quindi che birra sia, e che la fame si plachi a forza di prosciutto di cervo e pappardelle al capriolo e funghi e patate rosticciate. Altra grappa. La grappa fa bene, è una cosa sana. Ti scalda. Ho appena acceso il termo ora, al 21 settembre, un po' prematura direi. Le montagne di sottofondo che sono più scure del cielo la notte, sono uno spettacolo che non smetterà mai di affascinarmi. Il freddo pungente e il profumo dei pini un'accoppiata che non smetterà mai di stupirmi. L'oblìo del piumone in montagna è un sonno che altrove non raggiungerò mai. Il giorno dopo si rientra, si torna alla piana padana e lo scherzo? Il sole che non c'era mai stato.... L'ultimo sberleffo.

mercoledì 17 settembre 2008

Invisible Monsters

"Sei un prodotto del nostro linguaggio" dice Brandy "e di come sono le nostre leggi e di come crediamo che Dio ci voglia. Ogni minima molecola di te è già stata pensata da qualche milione di persone prima di te" dice lei. "Qualsiasi cosa tu faccia è noiosa e vecchia e va perfettamente bene. Vai sul sicuro perchè sei intrappolata dentro la tua cultura. Qualsiasi cosa tu concepisca va bene perchè riesci a concepirla. Non riesci a immaginare nessuna via di fuga. Non c'è via di scampo" dice Brandy.
"Il mondo" dice Brandy "è la tua culla e la tua trappola."
(Chuck Palahniuk)

lunedì 15 settembre 2008

Baustelle (come promesso)

Come promesso. Ecco il mio fotorroico reportage. Il mio unico concerto di quest'anno. Se non era per i Baustelle non avrei conosciuto la Paroxetina, d'altro canto se non era per i Baustelle forse non ne avrei avuto nemmeno bisogno di conoscerla e però non avrei mai saputo "quanto bene mi fa". L'unica cosa è che adesso, con l'avvicinarsi dell'autunno mi viene in mente mille volte al giorno questo pezzo loro.


E poi
La storia finirà
Hotel
E letti singoli
Avrò
un nuovo cardigan
Arrivederci
E' stato bello
Mi bagliavo
Ti sbagliavi
Era poco più di niente
E poi
La moda passerà
Cognac
E posacenere
Voilà
Un’altra libertà
Arrivederci
Addio per sempre
Mi spogliavo
Ti spogliavi
Era poco più di niente
E poi