venerdì 28 novembre 2008

Switch Off!

Spento. Ho finalmente spento l'interruttore. No stress, no Navi, ne ho fatte partire due in tre giorni, compito immane.
La mia schiena e la cervicale mi si sono accanite contro.
Questo tempo mi consuma, sia quello metereologico che quello che non passa ancora,
ma adesso ho un po' di tempo per me.

Stacco la spina, e le uniche cose a cui voglio pensare son cose belle.
Tregua.
Ne ho bisogno, ne ho tutti i diritti.

martedì 25 novembre 2008

Di quando il tempo non passa.

Di quando ti alzi al mattino e fuori trovi la neve, e la tua unica preoccupazione è riportare a casa il cane part-time e dispiacerti che non potrà più godere del tepore del tuo divano.
Di quando metterci 20 minuti a fare 6 km in scooter a passo d'uomo sotto il nevischio non te ne frega nulla.
Di quando ti rendi conto quanto sia superficiale e inutile quello che ti circonda, quando vuoi solo tornare a Casa.
Di quando aspetti, aspetti, e i giorni son secoli...
Di quando ogni giorno è comunque un altro mattone sul muro, che non è un muro opprimente come quello di Berlino, ma come quei muretti a secco che delimitano i confini dei pascoli della mia Terra amata, che non serve il cemento, perchè il sogno e le sintonìe sono un collante più forte.
Di quando le parole sono importanti, perchè escono da sole, passando da anima e a voce senza il filtro del cervello.
Di quando ogni nota o scampolo di cielo ti riporta là e ti accorgi che hai sbagliato strada perchè la testa era altrove.
Di quando scopri che la lontananza è vicina e non importano le distanze, perchè poi non lo sono poi molto dal cuore (mia la traduzione/interpretazione, di altri le liriche).

Forever trust in who we are...and nothing else matters!

domenica 23 novembre 2008

Cinema Domenicale

Da un mesetto a questo parte la sottoscritta ha iniziato una privata rassegna cinematografica domenicale, incentrata ovviamente sul tema Irlanda, come sottotitolo potrei aggiungere Irlanda e Allegria. Film che ti danno una scossa, che ti fanno riflettere e arrabbiare, suscitano compassione e infamia, verso la nostra buona religione cattolica e i suoi strumenti terreni.
Il film che ho appena visto si chiama Magdalene, è ambientato in Irlanda, ed è frutto di storie vere, nonostante ami incodizionatamente la Verde Isola, quello che il papismo ha fatto lì, e quello è solo un esempio, mi fa vomitare, eppure son cattolica.

"Essere chiamate Magdalene's girl fino a pochi anni fa, tra Irlanda e Inghilterra, non era certo un complimento.
Il termine indicava le «cattive ragazze», quelle che avevano dirottato dalla retta via.
Peccati quasi sempre legati al sesso: figli nati fuori dal matrimonio, stupri spesso dentro le mura domestiche, ma anche un’eccessiva avvenenza fisica, indizio sicuro di pericoli morali in vista. Abbastanza per bollarle a vita, farle cacciar di casa, e farle chiudere in un «Magdalene», rifugi per donne che, trasferendo la metafora nella realtà, avevano scelto il lavare panni altrui quale mezzo di redenzione.
Da qui il titolo del film dello scozzese Peter Mullan. A fine anni Sessanta in Gran Bretagna ne esistevano ancora una cinquantina, circa la metà nel sud Irlanda.
Dentro quelle mura sono passate circa 30 mila donne, molte vi sono rimaste fino alla morte.
Trattate come prigioniere, senza poter mai uscire, seviziate e umiliate nel corpo e nell'anima.
Mai pagate un cent per un lavoro massacrante, fonte invece di buoni incassi per le religiose.
L'ultima "lavanderia Magdalene" è stata chiusa nel 1996. A determinarne la fine, più che un'illuminazione dall'alto è stata l'invenzione e la diffusione della lavatrice, che ha vanificato quel lavoro artigianale".

sabato 22 novembre 2008

L'armadio dei ricordi

Per il mio compleanno il mio migliore amico e un'altra persona che ha poi deciso non volere più esserlo, mi hanno regalato questa cosa qua.
Credo che la funzione fosse porta cd o dvd, vista la misura dei suoi vani e scomparti, ma siccome i cd e dvd non li riesco a tenere rinchiusi, perchè li voglio avere a portata di mano e a vista, e quest'oggetto è così bello per poter essere relegato solo a "porta cd"; quando gli ho trovato collocazione e sono arrivata al punto di decidere cosa metterci dentro (e dire che di cose ne ho io eh, ho ad esempio un'intera anta di un armadio "dei ricordi"); avevo pensato che ci avrei potuto mettere qualcosa di quegli oggetti lì, ma poi ho trovato un'idea più allettante, cominciare da zero e riempirlo solo di cose nuove, belle e importanti.
Per il momento, l'unica cosa che contiene il mio Nuovo armadio dei ricordi è una custodia con dentro una Sterlina Irlandese fuori corso, che mi ha regalato una persona a me molto cara, come si suol dire Good Luck, Irish Luck, io dico che è un degno principio...

martedì 18 novembre 2008

E non c'è niente da capire

Ultimo pensiero che mi passa per la testa, prima di ritirarmi nei miei appartamenti, altre parole non servono.


If you twist and turn away
If you tear yourself in two again
If I could, yes I would
If I could, I would
Let it goSurrender
Dislocate

If I could throw this
Lifeless lifeline to the wind
Leave this heart of clay
See you walk, walk away
Into the night
And through the rain
Into the half-light
And through the flame

If I could through myself
Set your spirit free
I'd lead your heart away
See you break, break away
Into the lightAnd to the day
Oooh oooh, oooh oooh, oooh oooh oooh...

To let it go! And so to fade away
To let it go!And so fade away
I'm wide awake

I'm wide awake
Wide awake
I'm not sleeping, oh no, no, no

If you should ask then maybe they'd
Tell you what I would say
True colors fly in blue and black
Blue silken sky and burning flag
Colors crash, collide in blood shot eyes
Oooh oooh, oooh oooh, oooh oooh oooh...

If I could, you know I would
If I could, I would
Let it go
This desparation
Dislocation
Separation
Condemnation
Revelation
In temptation
Isolation
Desolation
Let it go
And so fade away
To let it go, oh yeah
And so fade away
To let it go, oh No
And so to fade away
I'm wide awake
I'm wide awake
Wide awake
I'm not sleeping oh no no

lunedì 17 novembre 2008

Hiraeth - Mi Manca...

The hands are there for friendship,
the Heart is there for love.
For loyalty throughout the year,the crown is raised above


Mi manca quella terra
Mi manca il profumo di torba
Mi manca l'urlo degli albatros che sfidano le correnti ascensionali
Mi manca l'arcobaleno dopo la pioggia
Mi manca la sensazione di sentirmi a casa
Mi manca il verde luccicante dell'erba coperta di rugiada
Mi manca il luogo dove posso ancora sognare
Mi manca scaldare le mie stanche ossa vicino ad un camino
Mi manca il Laphroaig che prima ti brucia la gola e poi ti scalda dentro
Mi mancano le scale strettissime per raggiungere una camera
Mi manca l'odore di cibo che impregna la tappezzeria e che fa vissuta una casa
Mi manca l'ozioso conforto e sicurezza di un pub
Mi manca quella spensieratezza
Mi manca farer la passeggera al posto di guida
Mi mancano i bambini con le lentiggini che vanno a scuola con la loro uniforme
Mi mancano le pecorelle col muso nero
Mi mancano le country roads con i muretti a secco
Mi mancano le "soup of the day"
Mi manca la prima boccata d'aria e la scritta Bailè Atha Cliath
Mi manca il vento sferzante
Mi mancano le scogliere
Mi manca il tumulto dell'Oceano
Mi mancano quei sorrisi limpidi che solo gli Irlandesi sanno donare
Mi manca addormentarmi di sana stanchezza sotto coltri di coperte
Mi manca la Vera Guinness
Mi mancano i cimiteri di campagna con le croci celtiche
Mi manca l'idea del "domani vediamo", l'improvvisazione
Mi mancano i minimarket con 50 tipi di chips
Mi mancava non poter condividere tutto ciò
Mi manca la pace che solo là raggiungo.

domenica 16 novembre 2008

Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.

(Sandro Penna)

Sunday Sunday...

Sunday, Sunday here again in tidy attire
You read the colour supplement, the TV guide
You dream of protein on a plate
Regret you left it quite so late
To gather the family around the table
To eat and then to sleep
Oh, the Sunday sleep

Sunday, Sunday here again a walk in the park
You meet an old soldier and talk of the past
He fought for us in two world wars and
The England he knew is no more
He sings the Songs of Praise but always falls asleep
For that Sunday sleep
But he knows what he knows
Sunday, Sunday
Oh, that Sunday sleep...

Sunday, Sunday here again in tidy attire
You read the colour supplement, the TV guide
You dream of protein on a plate, regret you left it quite so late
You gather the family around the table to eat enough to sleep
And Mother's Pride is your epithet
That extra slice you'll soon regret
So going out is your best bet, then bingo yourself to sleep
Oh that Sunday sleep....

Ed è ancora domenica, come sempre, qua by myself, senza nulla da fare, apatica e nostalgica.
Non so neanche io di cosa.
E mentre diniego la proposta di una mostra di Bonsai, scovo una busta di pizzoccheri valtellinesi e mi rileggo con calma ogni singolo post di una persona e me cara,
tutti quello che mi ero persa, e sorrido tra me e me quando vedo che in un momento diverso ha postato le stesse canzoni che ho postato io,
poesie che sento mie,
e mi conforta leggere quanto bene ci si intenda
e mi viene dispiacere nel leggere dei suoi momenti bui,
che sarei voluta esserci, come lui c'è ora per me,
leggo i suoi diarii di viaggio e faccio tra me e me la faccetta Skype,
quella che annuisce, che comprendo...e mi mi dico cazzo lì ci sono stata pure io, anche lì!
E mi dispiace constatare che le persone migliori, quelle più vere, limpide e sincere sono spesso quelle più sole.
Non lo ritengo giusto, ma d'altronde non viviamo in un'epoca meritocratica.
Fortuna che sometimes il destino non è sempre avverso e nei suoi percorsi sconosciuti fa incontrare le anime simili.
Un abbraccio lungo 333.

Approvo e sottoscrivo

Qualche tempo fa, non molto, mi sono lanciata con un post sulla TEC.
Ovvio, nessuno mi ha degnato di un commento.
Ma a me, la psichiatria, la sua storia e il sua storia e i metodi attuali, mi stanno a cuore,
Per mie ragioni e per altri.
Grazie Cybermaster per l'illuminazione.
Ne parlerò ancora e ancora.

sabato 15 novembre 2008

Findus & il cane part time

Come dicevo a Sarah, cane part-time.
Io non ho un cane, o meglio ne avevo una, ma per una sfortunata serie di contingenze non l'ho più potuta tenere e ora è diventata la cagnolina di una coppia di miei amici, sta meglio con loro che con me, hanno spazio, hanno bambini.
Io adoro i cani, se potessi, se avessi una casa più grande e le mie finanze non fossero così ballerine, ne avrei almeno due. Mi manca non avere un cane.
Ritengo che gli animali siano essere superiori, incapaci di tradire il tuo affetto e la tua fiducia, in grado di trasmetterti amore e devozione assolute, le persone non fanno altrettanto.
Allora niente, ci sono i miei vicini, una coppia di ragazzi giovanissimi, che stanno proprio dietro di me, stessa casa, i nostri appartamenti sono attaccati e hanno questo cagnolino, che ha tipo 6 mesi, Milo si chiama, è una creaturina agitatissima e affettuosa e ha delle orecchie che pare un cojote. Prima lo tenevano sempre in casa, poi gli è nata la bambina, e visto che lo spazio è già poco per tre, e Ginevra è neonata, lo tengono in giardino, ha spazio, ha la sua cuccia bella isolata e tutto, solo che Milo ne risente e sta sempre fuori a piangere e scodinzolare.
Io quando tornavo a casa la sera, mi fermavo sempre per una carezza o due paroline dolci...
Poi una domenica sera particolarmente uggiosa dentro e fuori, lo sentivo uggiolare e pensavo tra me e me quanto mi sarebbe piaciuto avere un cane vicino che mi facesse compagnia e a cui dare un po' d'affetto.
Allora, io che sono suonata, sono uscita, ho suonato da loro e gli ho chiesto se gli dava noia se mi portavo per un po' il loro cane a casa per giocare, loro erano solo contenti.
Quindi ora, quando sono un po' triste e ho bisogno di compagnia esco, lo tiro su dal cancello e lo porto nella mia maison per un po', gli ho regalato pure uno dei miei peluche maialino per giocare, gli faccio le coccole, facciamo un po' la lotta (è piccolino, ma è un esserino scalmanato come pochi!), gli allungo qualcosa da smangiucchiare, che i quadrupedi gradiscono sempre, e poi lo riporto a casa sua.
E dopo questi incontri mi rimane sempre un sorriso e un po' di serenità.
P.S. Le foto insomma, sono un po' così, ma è una gara ardua riuscire a tenere fermo Milo!


venerdì 14 novembre 2008

The Refugee

In the morning,
She is waiting,
Waiting for the ship to sail,
Sail away.
Help me.

How can you help me?
In the evening,
She is waiting,
Waiting for her man to come.
And take her by her hand.
And take her to this promise land.

Il rifugiato, questo titolo mi è balenato in testa appena arrivata a casa. Che dopo la mia settimana lavorativa e inquietudini varie, mi ero organizzata per weekend letargo.
Avevo fatto provviste: birre, surgelati, le pizzette buonissime del forno di Classe che ho scoperto per caso, sigarette, film per domani o domenica -a tema- in download fin dalla mattinata, Gatorade, Acqua Rocchetta, un sacchetto di patatine (stravizio che non mi concedo mai, ma sometimes ci può stare), libri sul letto, prenotazione cagnolina part time....
Tutto in ordine a casa, nessuna incombenza lasciata per il weekend, che per me è sacro.
E ho finalmente preso il respiro, che io ho sempre il fiatone perchè sono in eterna corsa, anche quando non ho le mie Nike argento ai piedi, sempre di corsa, sempre, che mi manca il fiato davvero a volte.
...
Pausa la cagnolina e io ci siamo intrattenute per un po'.
Mi piacciono i cani, mi piace avere un cucciolo scalmanato che gioca e scodinzola, a cui dare cosine da mangiare. Mi piace abbracciare un cane, appoggiargli il mento sulla testa e cullarlo e sentire che il battito del suo cuore rallenta perchè si è calmato.

Sono una rifugiata, ho bisogno di rifugi, plurali, uno solo non mi basta.
Ho necessità di cose rassicuranti. La mia casina lo è, è pregna di me e di ciò che sono, ma non mi basta.
Ho bisogno di condividere, di dare.
Non ho bisogno di uscire a forza per uscire dai miei vuoti interiori, ho bisogno che esca da me la luce.
Ho anche bisogno della mia testarda solitudine, che pare un controsenso, ho bisogno di essere io a 360° e mi rendo conto che ora come ora, sono un decimo, a dir tanto, di quello che sarei che sono.
Ho bisogno di parlare. Tanto. Che mi si ascolti e si controbatta.
In questo periodo non posso contare sul mio migliore amico, che pure lui sta, sta e punto.
E sono logorroica io, perchè avrei tanto da dire e vorrei che i miei pensieri e le mie emozioni non rimbalzassero sui muri per reicontrare solo me.

Credo di avere trovato una persona, che mi è affine in tutto ciò, ma ho paura, ho paura che i miei non sorrisi e i miei stati d'animo contorti facciano scappare, ho paura di affezionarmi alle persone, perchè per come sono io è come sparae sulla croce rossa: mani alzate e fazzoletto bianco.

E l'aver intentato/intitolato il post The Refugee, all'inizio mi pareva solo un titolo che andava, poi, mea culpa, non conosco proprio proprio tutti i testi degli U2, e mi sono trovata a fissare un testo che è lo specchio di ciò che sono io ora.
Destino? Anima?

martedì 11 novembre 2008

Money

Money, it's a crime.
Share it fairly but dont take a slice of my pie.
Money, so they say
Is the root of all evil today.
But if you ask for a raise its no surprise that they're
Giving none away.


I soldi non fanno la felicità, ce ne sono prove ovunque. Ne ho parlato a lungo ieri con un Amico. Però, partendo dall'assioma che il vil denaro non è assicurazione di serenità; ne consuege che l'assenza dello stesso è causa stesso di infelicità.
Non parlo di sperperare, non parlo di cose superflue per soddisfare il proprio ego con oggetti materiali.
Parlo di sopravvivenza, mera e pura.
Mi fa tristezza pensare a quante persone vanno a convivere perchè da sole non riescono ad andare avanti, ma la realtà, l'oggettività delle cose ti fa i conti in tasca.
Affitto, per avere un tetto sopra la testa: 450 euro.
Bollette perchè non ti stacchino la luce o l'acqua calda: 180 euro.
Spesa, ci si contiene, si sfruttano un po' i buoni pasto, ma un 120 euro ci sono.
Guai ammalarsi, il SSN nazionale è una vergogna, le visite private sono inarrivabili.
Prima mi ha chiamato il dentista, ho a mezzo un lavoro da giugno, continuo a rimandare gli appuntamenti con ogni scusa plausibile e non, solo che anche 238 euro sto mese non ci stavano.
Toh mi è arrivata pure la bimestrale di internet, è da pagare, è R.I.D. in banca, non la posso evitare.
Oooppss al 7 pure l'addebito carta di credito: 80 euro.
Per tutto il resto NON C'E' Mastercard.
Con questi presupposti, quando come cantava il buon vecchio Battisti "al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti"
Sì se ti va di lusso al 21.
Con queste basi, come si fa ad essere sereni e non incupirsi?
Eterna precarietà e salti mortali per barcamenarsi in maniera dignitosamente possibile.
Come andremo a finire?
Non a caso ansiolitici ed antidepressivi sono i farmaci più venduti.
Non a caso internet e le chat e i blog sono ormai la forma più reale di comunicazione.
La gente sta in casa perchè è stanca, questo sistema ti logora, e uscire costa.
Se prima dell'Euro una pinta e una pizza spendevi 12.000 lire, ora spendi 16 euro minimo, solo che gli stipendi non si sono magicamente trasformati ed adeguati.
Quando avevo 25 anni e prendevo 1.200.000 lire stavo meglio di adesso con 1100,00 euro.
Se sono sciroccata e ho dei problemi non è perchè sono nata pazza, non c'è bisogno di una camera di specchi che mi mostri le mie debolezze; vorrei solo un po' di equilibrio, che di questi tempi è una merce rara, forse è più facile trovare la pietra filosofale.
La Vale si mangia un crescione e poi va a nanna, almeno dormire è quasi gratis.

lunedì 10 novembre 2008

(di solito) odio i lunedì

Al mio precedente post per il momento rinuncio. E dire che m'era venuto bene. Poi si sono incasinate le foto, ci ho lavorato tre ore alle foto, ma poi ora non funzia il testo. Le mie conoscenze html sono esigue e limitate, per cui per ora lascio perdere. Lo metterò a posto poi.
Di lunedì; è sempre una crisi, ricomincia il lavoro, puntualmente mi accade una sfiga non preventivata, questo non ha fatto eccezione, apro il blog e vedo che il mio post di ieri non si può vedere, non è che fossi sotto sostanze stupefacenti quando l'ho pubblicato, si è incasinato nel frattempo. E Va beh. Il cellulare stamane, ricevo un paio di messaggi e una chiamata e muore, defunge, di punto in bianco. C'è da dire che quel Nokia ne ha passate di cotte e di crude, che ha 5 anni ed è passato dalle fauci di un Beagle al secchio del mocio, ma insomma, la cosa mi ha infastidito.
Con questo popò di premessa dovrebbe seguire un post lamentevole e cronicamente depresso.
E invece no! Sorpresa!
Ho passato uno splendido lunedì.
Non ero al lavoro, chissà perchè, senza alcun progetto me lo ero presa ferie.
E ho passato una splendida giornata (sottofondo fai pure quella di Vasco) con un caro Amico che non vedevo da trentadue anni.
Che strano era passeggiare per il centro di Ravenna di lunedì mattina, già in centro non ci finisco mai, poi i lunedì non lavorativi ormai non so più dove stanno di casa.
Non so chi era più curioso dei due, nel passeggiare per il centro, lui che non era mai stato o io che vedevo mille negozi nuovi; finchè si parla di storia e di monumenti son preparata, poi dopo divento turista pure io.
L'apertivo al Belli di lunedì a mezzogiorno non l'avevo mai fatto.
Passeggiare per Ravenna non è mai stato così leggero.
I cappelletti agli asparagi del Rustichello son sempre una garanzia.
Il mare d'inverno è come un film in bianco e nero.
Ma c'è una pace immensa nel camminare sulla battigia con la nebbia, a guardare cosa porta a a riva il mare, con il sottofondo della sirena del faro,
Oltre alla spiaggia compatta ci sono gabbiani trangenici, non dico Albatros o quale uccello nordico delle tempeste, proprio gabbiani, ma delle dimensioni di un tacchino.
Mentre stavo camminando sul bagnasciuga col mio Amico pensavo già quello che ora scrivo.
Ero serena, ero contenta, anche se fumo mille sigarette.
Poi pensa te, che mi devo far insegnare da un bergamasco cosa fanno le persone in spiaggia. che piglian su vongole e canocchie. Poi in effetti scomodiamo Fellini (che poi se un weekend scendi, Borgo San Giuliano merita)
Siamo arrivati noi, presa una specie di rampa nella sabbia e ci siamo incamminati nella nebbia.
Ovvio che comuni cristiani non ce ne stavano. Dopo un po', in mezzo all'acqua hanno cominciato a disegnarsi sagome umane, io ero ignata di questa usanza, l'Amico mio che non sta neanche al mare mi ha spiegato che prendevano canocchie e vongole.
Era bello quel silenzio rotto dal faro e basta...
Oh insomma poi, basta melanconìe e siamo pratici.
Allora siccome, detto prima cellulare defunto, necessito di un nuovo strumento di comunicazione, per me fondamentale è che sia useful e resistente (fino a stamane non sapevo neanche che era il blue tooth) si è andati all'Iper, posto che io aborro. Necessito di un telefono e quindi di passo marziale da Marco Polo. Miei standard: che sia sotto i cento euro, eppoi se ne lo devo prendere che abbia qualche cazzatina carina. Trovato un Nokia con: fotocamera 1.3, lettore audio, mp3 e cazzi vari, robe a cui non ero abituata proprio, coi cellulari sono ignorante, io dico che finche chiamo e mi rispondono o il contrario, o posso mandare sms son arrivata,
Allora lo prendo, senza storie, Io quando faccio acquisti la faccio poco lunga.
Scopro a casa, che ci pasticcia il mio Amico che ne ha un po' più di me, che mi hanno venduto un'espansione memoria che è inutile. Il telefono che ho preso non ha possibilità di espansione.
Mezz'ora di tiraculo. Lo potrei portare a canbiare, cazzo ho ragione, poi ci ho pensato qualche minuto. La digitale ce l'ho, è quasi sempre con me. Per poche foto sto affarino le fa, Ha pure la radio, che nell'i-pod manca.
Teniamoci sto coso.
ESSENTIAL: CHE DOMATTINA SUONI SVEGLIA.

In tutto questo post ho, come sempre parlato in singola persona. Non ero sola neanche un attimo.
Parlo di Amicizia.
Non amore, non infatuamento.
AMICIZIA

Erika, se mi leggi (so che lo fai):
io avevo ragione.

Al mio Amico: Che le persone gelose, invidiose e soprattutto meschine, ci crepino dentro alla loro cattiveria, poi non ci credevi, ma sto un po' timiduccia. Se avrai pazienza mi conoscerai (poi ti tocca per forza tra 22 giorni!)

w.o.w.y / Hiraeth va a nanna che è tardino.

p.s. mai soccombere per due dementi, tu sei tu, io sono io, gli faccio passar la voglia subito di farmi ...ehm poco fine........schiantare i coglioni!!!

P.P.S. Chi mi vuol mandare a culi o dir contro è ben accetto, a parte gli anonimi............

domenica 9 novembre 2008

Bloody Sunday


Questa mattina mi son svegliata troppo presto. Troppo presto, che avevo fatto le 2 passate.Ma aspirapolvere e lavatrice di quelli sopra, (che secondo me quella lavatrice ha dei seri problemi, se mi vibra il letto!) mi han costretto all'alzata. Striscio in sala, forze zero, non penso neanche al caffè. Allora mi dico: film! .... così magari mi viene sonno ancora e dormo un altro po'. Visto film, zero sonno. Bloody Sunday.

La prima volta che son stata a Derry ci son finita sull'onda entusiastica del mio migliore amico, lui c'era stato a vent'anni, da solo, coi Bus Eireaan. All'epoca ero acerba e selvatica, Derry mi ha addomesticato e incantato.



Il paese, cittadina in sè è bella proprio. C'è una collina, ci sono le mura.
Dall''alto vedi la differenza, la parte protestante, cordoli dei marciapiedi dipinti con la Union Jack, in basso giù il quartiere cattolico, il Boggside.

Oltrepassando il Free Derry Corner.
Sulla strada principale ci sono murales che sono arte pura, appena svolti un cavalcavia, parole spray. I.R.A.



La prima volta pub. Volevo a tutti i costi la loro maglietta, le avevano finite. Uscimmo io e Jackie da Derry, che scrivevo una lettera al proprietario del pub, a Jackie chiedevo consigli quando non mi veniva un verbo o una parola. Jackie mi compativa.
Mi innamorai del posto, della città e del pub, di tutto. Allora scrissi la lettera: carta e penna, busta e francobollo.

Tornata nella bassa padana avevo relegato tutti questi momenti a sogno, vacanza, altrove. Una sera di inizio novembre, tra buio e nebbia incespicai in un pacchetto che stava sulla mia soglia. Era un pacchetto Royal Mail. Dentro c'era la maglietta che sognavo (uhm di tre taglie più grande, ma è lo spirito che importa!) e una letterina del burbero Bartender Colm.
Mi sono seduta e mi son messa a piangere.

L'anno seguente sono tornata a ringraziare Colm. Si ricordava. Io dico che se ero in quegli anni sarei stata in strada.



Bloody Sunday (Gaelico: Domhnach na Fola), letteralmente "Domenica di Sangue", è il termine che indica un evento storico avvenuto nella città di Derry, Irlanda del Nord, il 30 gennaio 1972, quando il 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti Britannico aprì il fuoco contro una folla di manifestanti per i diritti civili, colpendone 26. Tredici persone, sei delle quali giovanissime, furono colpite a morte, mentre una quattordicesima persona morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate. Due manifestanti rimasero feriti in seguitoall'investimento da parte di veicoli militari. Molti testimoni che non presero parte agli incidenti, compresi alcuni giornalisti, affermarono che i manifestanti colpiti erano disarmati. Cinque vittime inoltre furono colpite alle spalle.Il Governo Britannico condusse due inchieste:Il "Widgery Tribunal", tenutosi in seguito al verificarsi dei fatti, prosciolse largamente l'autorità ed i soldati britannici da ogni colpa, ma fu da più parti criticato come un "insabbiamento", compreso l'ex capo di gabinetto di Tony Blair, Jonathan Powell. La "Saville Inquiry", stabilita nel 1998 per gettare nuova luce sui fatti (presieduta da Lord Saville di Newdigate), è ancora in corso a Maggio 2008.Sebbene la campagna dell'IRA contro l'occupazione britannica dell'Irlanda del Nord fosse in corso già da due anni, l'eco dell'evento incoraggiò l'arruolamento nell'organizzazione.La Domenica di Sangue resta tra gli eventi più significativi delle recenti vicende dell'Irlanda del Nord, probabilmente perché l'azione fu condotta da truppe regolari, sotto gli occhi della stampa e della pubblica opinione.



Derry, Omagh, Enniskillen, Armagh. Belfast,
Ho perso il conto.
La violenza vs la non,
i ribelli dichiarati,
Cristiani, civili, ammazzati per strada come bestie.
17/19/21 anni.
La più bella e impegnata canzone degli U2 non è abbastanza.

A Belfast nel 2003 c'erano ancora le torrette,
i soldati inglesi in tenuta armata presidiavano,
li ho visti coi miei occhi, volevano distruggermi il rullino.
Ma io ero già digitale.
Prova tu stupido soldato Inglese a portare via la macchina fotografica
ad una cittadina turista c.e.e...
Con la loro stupidità potrebbero pure provarci, ma ho la fedina penale intonsa, facciano loro di me una dissidente.
L'Irlanda che ho più a cuore è Derry.
E di quella maledetta e sanguinosa domenica non ci si deve dimenticare.


Cattiva Strada (Nessun Dolore?)

Non sento niente no, nessun dolore.....

Non esprimo mea culpa.
A sto giro non penso di averne.
Parole spese da qualcun'altro in mio nome e di cui mi sono fidata.
In caso contrario avrei agito diversamente.
Spero di essere riuscita a dare una dimostrazione, come garantito, anche se ormai pare non serva più.
Gli ultimatum non fanno per me.
Perche così sono io, testarda e caparbia e incapace di chinare il capo.
Però non sono drastica, io son fin troppo propensa al perdono e alla mediazione.
Mi spiace da matti quando persone che reputo valide e intelligenti e sensibili non possono cambiare opinione ma rimangono schierate ad oltranza.
Meno una, e scende una lacrima.
Mi sorprendo e mi rammarico se vengo messa senza pietà nell'angolino.
Che non è certo da discutere che ognuno debba fare la sua vita e scegliere la strada migliore; ma allora mi domando perchè mi si cerchi come cassa di risonanza se non si vuole l'eco.
Pessimismo e fastidio.
Quasi rassegnazione, che quando sei abituato a ricevere mazzate, l'ennesima non ti stronca neanche più, tanto sei già sradicata.
Le cose certe non lo sono mai, puoi mettere una mano sul fuoco un giorno prima, su un dato di fatto, su una sicurezza, il giorno dopo la mano te
la bruci.
Sulla precarietà delle cose.
Stupida stupida io, che credo ancora.
E non mi vergogno a dire che certe persone non le vorrei proprio perdere.
Pare che stasera abbia fatto un ambo invece.
Fortunella come sempre.
Continuerò per la mia cattiva strada, a quanto pare.
Ma io ci sono, forse con un po' di retrogusto amaro, ma mai rancore.
Il rancore è per chi non merita considerazione.
A chi voglio bene sempre un abbraccio.
Nel bene e mel male.
Amo ergo sum.
Grazie immensamente per gli splendidi regali.
Uno, tangibile era una cosa che sognavo, non riesco a smetterlo di guardarlo, per quant'è bello.
L'amore o l'affetto miei andranno sempre oltre.
Gli altri non hanno forma, sono solo sorrisi e sensazioni, che spero di non perdere.
In ogni caso continuerò a combattere contro i mulini a vento.

giovedì 6 novembre 2008

In The meanwhile (waiting for the green)

Nel frattempo è stato il mio compleanno, due giorni fa. Poca pubblicità assolutamente, che qua non è che ci sia molto da festeggiare. Poi di festeggiamenti analcolici mi vien la pelle d'oca al solo pensiero.
Quindi ci si è messo di mezzo il meteo, qua ultimamente piove così tanto e così spesso che neanche a Tbilisi. Fatto sta che il mio compleanno l'ho degnamente festeggiato in casa con 39 di febbre e stridor di denti. Quando ho ripreso conoscenza dopo ore di febbrile narcosi, ho terminato un libro per me pietra miliare: Il Maestro & Margherita, uno spettacolo, una commozione, non posso riportare il finale perchè so che toglierei il gusto a chi qualsivoglia lo stia leggendo, ma quella cavalcata d'ombra e di speranza mi sono rimaste dentro. Ringrazio la buona amica che me l'ha prestato, che lei si vede che almeno un pochino mi ha inteso.
In the meanwhile, mentre aspetto la verde realizzazione, sto qua, mi perdo a guardare il mio regalo di compleanno, l'unico, una bella lampada missile, kitsch con i brillantini che fluttuano in un liquido blu, nella penombra della mia sala. Luccicano e nuotano, e sulle pareti e sulle mie cornici si accendono arcobaleni turchini.
Nel frattempo scarico film impegnati, che non so quando troverò il tempo di vedere.
Nel frattempo sto finendo l'"Opera Omnia" di Findus/Hiraeth dj, un dvd da 850 pezzi, storia mia, del mio amore per la musica, una sfida, un impegno. Per un Amico.
Nel frattempo mi mangio un hot dog (forse due) alla salute della vittoria di Obama.
Nel frattempo io dico che faccio ancora bene a fidarmi del mio giudizio, che se l'imperante must è la falsità e la disonestà, io ancora riesco a riconoscere la moneta buona anche se non la stringo tra i denti.

domenica 2 novembre 2008

Non ci posso credere

La terapia elettroconvulsivante (TEC), comunemente nota come elettroshock, è una tecnica terapeutica, basata sull'induzione di convulsioni nel paziente successivamente al passaggio di una corrente elettrica attraverso il cervello. La terapia fu sviluppata e introdotta negli anni trenta dai neurologi italiani Ugo Cerletti e Lucio Bini.
L'effettiva utilità ed opportunità di questa tecnica è tutt'oggi molto dibattuta. Alcune tipologie di pazienti presentano oggettivi miglioramenti in seguito al trattamento. La terapia ha comunemente una fama negativa presso parte dell'opinione pubblica, a causa sia dell'abuso e della pratica aggressiva che se ne è fatta in taluni casi, sia della presentazione che ne è stata a volte data in letteratura e cinematografia.

Cerletti arrivò a utilizzare l'elettroshock terapeutico sull'uomo in conseguenza degli esperimenti da lui condotti sugli animali circa le conseguenze neurologiche di ripetute
crisi epilettiche. All'Università di Genova e successivamente all'Università di Roma, usò apparati elettroconvulsivanti per provocare attacchi epilettici ripetibili e controllabili su cani e altri animali. L'idea di utilizzare la TEC su pazienti neuropsichiatrici gli venne dopo aver osservato alcuni maiali che venivano anestetizzati con una scarica elettrica prima di essere condotti al macello. Va inoltre considerato che sin dal 1935 il metrazol (un farmaco convulsivante) e l'insulina erano largamente usati in molti Paesi per il trattamento della schizofrenia, con risultati interessanti.
L'approccio era basato sulle ricerche effettuate dal premio Nobel
Julius Wagner-Jauregg sull'uso di convulsioni indotte attraverso la malaria per la cura di alcuni disturbi nervosi e mentali - come la demenza paralitica causata dalla sifilide - nonché sulle teorie sviluppate da Ladislas J. Meduna, secondo il quale la schizofrenia e l'epilessia erano disturbi antagonisti; ricerche e teorie che nel 1933 portarono Manfred Sakel a sviluppare la terapia del coma insulinico in psichiatria.
Cerletti usò per la prima volta la terapia elettroconvulsivante nell'aprile del
1938, in collaborazione con Lucio Bini, su un paziente affetto da schizofrenia con sintomi di delirio, allucinazione e confusione; una serie di elettroshock terapeutici permisero al paziente di tornare ad uno stato mentale di normalità. Conseguentemente, negli anni successivi, Cerletti e i suoi collaboratori effettuarono regolarmente gli elettroshock terapeutici, sia su animali sia su pazienti neuropsichiatrici, arrivando a determinare l'affidabilità della terapia e la sua sicurezza e utilità nella pratica clinica, soprattutto per il trattamento della psicosi maniaco-depressiva, e dei casi più gravi di depressione. Il suo lavoro e le sue ricerche ebbero un'influenza notevole, e l'uso della terapia si diffuse velocemente in tutto il mondo.
Inizialmente la terapia veniva praticata su pazienti coscienti, senza l'uso di
anestesia e rilassanti muscolari. I pazienti perdevano conoscenza durate la seduta e subivano violente contrazioni muscolari incontrollate, che a volte potevano causare fratture ossee (specialmente alle vertebre) e stiramenti muscolari.
È possibile che la terapia stessa sia stata impiegata come mezzo di punizione e di sedazione per i pazienti ribelli (tra cui possono essere collocati anche soggetti sani ma ritenuti socialmente deviati).
Con il miglioramento farmacologico delle terapie per le malattie mentali, nella seconda metà del
XX secolo l'uso elettroshock si è notevolmente ridotto.
Verso la metà degli
anni ottanta la terapia ha conosciuto una fase di espansione e di rivalutazione negli Stati Uniti, allorché le compagnie assicurative avevano introdotto nei contratti una clausola in base alla quale esse avrebbero pagato agli assicurati il ricovero per non più di sette giorni, decorsi i quali la copertura assicurativa sarebbe scattata solo nel caso di necessità di interventi maggiori, quali per esempio quelli chirurgici; nello specifico, in psichiatria, l'unico intervento maggiore che avrebbe giustificato la prestazione assicurativa anche oltre i primi sette giorni di ricovero è l'elettroshock.
Oggi è impiegato nel trattamento dei casi in cui ha dimostrato un'utilità certa (casi tra i quali non figura la schizofrenia) previa somministrazione di anestetici e rilassanti muscolari per controllare le convulsioni.

Attuale impiego terapeutico

Attualmente la TEC è utilizzata prevalentemente nel trattamento della depressione grave, in particolare nelle forme complicate da psicosi. (NIH & NIMH Consensus Conference, 1985; Depression Guideline Panel, 1993; Potter & Rudorfer, 1993).
Può essere impiegata anche in casi di depressione grave in cui la terapia con
antidepressivi ripetuta e/o la psicoterapia non si sono rivelati efficaci. (Potter et al., 1991; Depression Guideline Panel, 1993), nei casi in cui queste terapie siano inapplicabili o quando il tempo a disposizione è limitato (per esempio nei casi di tendenze suicide).
Altre indicazioni specifiche si hanno nei casi di depressione associata a malattie o
gravidanza, in cui la somministrazione di antidepressivi può essere rischiosa per la madre o per lo sviluppo del feto. In questi casi, dopo avere attentamente valutato il rapporto costo/benefici, alcuni psichiatri ritengono la terapia elettroconvulsivante la soluzione migliore per la depressione grave.
In alcuni casi la TEC è anche usata per trattare le fasi maniacali del
disturbo bipolare e condizioni non comuni di catatonia. L'elettroshock deve essere somministrato in condizioni controllate e da personale specializzato (Rudorfer et al., 1997), come imposto da diverse legislazioni relative alla salute mentale.
In Italia il riferimento principale è la circolare del Ministero della Salute del
15 febbraio 1999. La TEC deve essere somministrata esclusivamente nei casi di "episodi depressivi gravi con sintomi psicotici e rallentamento psicomotorio", dopo avere ottenuto il consenso informato scritto del paziente, al quale devono essere esposti i rischi ed i benefici del trattamento e le possibili alternative. L'applicazione dello shock deve avvenire su paziente incosciente per l'effetto di anestetici e trattato con rilassanti muscolari per controllare le contrazioni muscolari.
Esistono casi in cui la validità del consenso informato è dubbia a causa dello stato mentale del paziente. Questi casi impongono gravi problemi decisionali, in cui contrastano tra loro la salute del paziente, la sua capacità decisionale, la responsabilità del medico e la relazione medico-paziente. La legislazione e la
giurisprudenza delle diverse nazioni che si trovano ad affrontare il problema sono in progressiva evoluzione.
Attualmente la AITEC (Associazione Italiana per la Terapia Elettroconvulsivante), il cui presidente è il Prof. Giuseppe Bersani dell'Università Sapienza di Roma, ha sottoscritto una petizione per il Ministro della Salute per incentivare l'utilizzo di questa terapia in Italia, sulle orme di quanto già succede in tutto il resto d'Europa.

Tecnica terapeutica
Per indurre le convulsioni viene fatta passare una corrente elettrica costante (tipicamente 0,9
Ampere) attraverso il cervello per mezzo di due elettrodi applicati in specifici punti della testa, previa apposizione di un gel, una pasta o una soluzione salina per evitare bruciature della pelle. Un tempo gli elettrodi erano collocati sulle tempie, oggi si preferisce l'applicazione all'emisfero cerebrale non dominante, di solito a destra (TEC monolaterale). In questo modo si evita il passaggio della corrente direttamente attraverso le aree della memoria e dell'apprendimento.
Poiché nelle moderne apparecchiature viene somministrata una corrente costante, la tensione varia fino a un massimo che tipicamente è di 450
volt, ma solitamente si colloca a valori pari a circa la metà. Spesso le macchine sono programmabili in joule, in modo che il terapista possa somministrare la minima energia possibile, riducendo la durata dello shock. Il manifestarsi delle convulsioni viene constatato con un monitoraggio elettroencefalografico.
Le convulsioni indotte, se non modificate, sono più intense di quelle prodotte durante una
crisi epilettica. L'induzione di adeguate convulsioni generalizzate è necessaria per produrre l'effetto terapeutico (Sackheim et al., 1993).
Terminate le convulsioni si ha un periodo di tempo durante il quale l'attività corticale è sospesa e il
tracciato elettroencefalografico è piatto. Alcuni psichiatri oppositori della TEC affermano che questa fase equivalga alla morte cerebrale e sia causa di danno cellulare, tuttavia non esistono prove certe al riguardo. Al risveglio i pazienti non hanno alcun ricordo delle convulsioni e dei momenti precedenti la sessione. Alcuni medici hanno paragonato la TEC e il meccanismo terapeutico che offre al reset dei computer (lo psichiatra Franco Basaglia affermò che curare una persona con l'elettroshock era come "prendere a pugni un televisore per aggiustarne la frequenza").
Il ciclo terapeutico comprende da sei a dodici trattamenti somministrati al ritmo di tre volte a settimana. Secondo studi le sedute devono essere separate da almeno un giorno.
Il meccanismo di azione della TEC non è conosciuto, ma diversi studi hanno dimostrato che la ripetuta applicazione del trattamento influisce su diversi
neurotrasmettitori nel sistema nervoso centrale. La TEC sembra sensibilizzare due sottotipi di recettori per la serotonina (5-HT), aumentando la trasmissione del segnale. Inoltre la TEC riduce l'efficacia della norepinefrina e della dopamina inibendo gli auto-recettori rispettivamente nel locus coeruleus e nella substantia nigra, causando il rilassamento di molti pazienti (Ishihara K, Sasa M., 1999).

Rischi ed effetti indesiderati
I rischi maggiori presentati dalla TEC sono quelli dovuti all'anestesia generale. Non ci sono altri gravi rischi che ne precludano l'uso.
I principali effetti collaterali sono confusione e perdita della memoria degli eventi prossimi al periodo del trattamento. Entrambi gli effetti scompaiono generalmente nell'arco di un'ora dal risveglio.
Gli effetti persistenti sulla memoria sono variabili. Tipicamente, nel trattamento bilaterale, con gli elettrodi posti cioè ai due lati del cranio, si può avere una parziale perdita di memoria per gli eventi accaduti nel periodo delle sessioni terapeutiche e nei sei mesi precedenti, con difficoltà a memorizzare nuove informazioni per un periodo di due mesi dopo il trattamento (NIH & NIMH Consensus Conference, 1985).
Alcuni studi di neuropsicopatologia hanno mostrato un ritorno alla normalità delle capacità di memorizzazione ed apprendimento dopo diversi mesi (Calev, 1994), sebbene l'entità del danno alla memoria ed il recupero sia molto variabile da individuo ad individuo (NIH & NIMH Consensus Conference, 1985; CMHS, 1998).
I timori che la TEC possa indurre danni cerebrali strutturali non trovano conferma in decenni di ricerche sia su umani che su animali (NIH & NIMH Consensus Conference, 1985; Devanand et al., 1994; Weiner & Krystal, 1994; Greenberg, 1997; CMHS, 1998). Altri studi al contrario suggeriscono che il trattamento TEC a lungo termine sembra proteggere il cervello dagli effetti dannosi della depressione. La TEC incrementa l'espressione di fattori neurotrofici cerebrali nel
sistema limbico, stimolando la crescita e proteggendo i neuroni dall'atrofizzazione indotta dalla depressione. (Duman RS, Vaidya VA., 1998).
Un effetto indesiderato minore è il dolore muscolare sofferto al risveglio a causa dei rilassanti muscolari.

sabato 1 novembre 2008

Primo Novembre

Oggi è Festa.
Io odio le feste, mi mettono sempre addosso una gran malinconia.
Qua hanno già appeso le decorazioni natalizie,
per rammentarmi l'avvicinarsi della Grande Festa.
Io non la vivo come tale, per me non lo è, per me è solo fonte di ansia e intristimento.

Questa mattina ho visto un film che non conoscevo, un must: "Qualcuno volò sopra il nido del cuculo", Jack è una garanzia. Ma come tema, come sensibilità mi ci sono sentita vicina e toccata. Io sarei stata come lui, avrei rubato l'autobus e sarei stata il capitano della squadra dei picchiatelli.
E vorrei che se mai mi dovessi ridurre all'ombra di me stessa, un amico avesse l'amore e il coraggio di posarmi un cuscino sulla testa.

Il tema è la follìa, il tema è la disperazione.
Sono cose che spaventano la gente.
Io non so cosa c'è di me che non va, che finisce sempre che ho solo amici uomini.
Con le donne va sempre a finire male, quando mi conoscono mi allontanano.
E' che forse mi fido troppo, mi apro, dico quello che penso perchè sono incapace all'ipocrisia.
La diplomazia non è il mio forte.
Il pacchetto completo Vale è fatto di tante sfaccettature, alcune fanno paura, allontanano le persone.

Mi è già capitato fin troppe volte, per non rendermi conto che il problema sono io, non le altre, sono una persona difficile da gestire, ho ombre profonde, buchi neri che fanno paura.
A 32 anni non posso pensare di ridimensionare me stessa, sarebbe lobotomia, sono fatta così, ormai è tardi. Posso solo, quando me la sento cercare di tirare fuori del buono, non sono un'ottimista, ma penso di potere ancora dare, anche se mi hanno tolto mille volte.
Quando conosco una persona mi ci affeziono, gli dedico attenzioni e pensieri, non ritengo di avere mai usato nessuno per bassi scopi o secondi fini, solo che magari vengo fraintesa.
O che le circostanze sono avverse e conflittuali.

Me ne cruccio ogni volta, ci sto male quando ci sono le rotture, quando le cose si guastano.

Dovrei dare più retta al mio migliore amico, sometimes dice cose sensate anche se sostiene di avere le pigne in testa,
Probabilmente lui è migliore di me, come valutatore dell'animo umano.

La serie di azioni, circostanze oggettive e soggettive, incontri, estemporaneità varie che mi hanno portato ad essere come sono ora, a provare quello che provo, sono frutto della mia poca capacità di discernimento, o forse del fatto che il mio essere come sono, mi porta a trovare persone simili a me, e quindi inadatte. Sono la conseguenza del mio background anche.

Non voglio assoluzioni, a quelle ci penserà il prete quando mi deciderò a confessarmi. Io ho le mie colpe e me le prendo tutte.
La mia colpa più grande è l'incoscienza, a seguire la fiducia che, nonostante dovrei tenernela stretta, continuo ad elargire perchè sono spontanea.

Vorrei avere un interruttore nella testa, che mi permettesse di spegnermi a mio piacimento, per tenere lontani pensieri e dispiaceri, ne sono sprovvista, quindi ci provo in altro modo.

Non sono pensieri adatti a -32, dovrei essere felice, ma ho tante preoccupazioni, e ogni volta che accade una cosa bella comincio a pensare a cosa potrebbe andare storto.

Incertezza perenne, precarietà a 360°, difficoltà oggettive.
Come posso essere tranquilla?
Io la serenità non so neanche dove sta di casa.

Halloween

Halloween è una festa Americana.
Io odio gli U.S.A.
Halloween in sè è una festa pagana, druidica, Shamaine si chiamava.

Oggi ho lavorato 12 ore consecutivamente.
Ciò mi permette di poter stare a casa domani e dormire finchè ne ho,
che anche se i avrebbero fatto comodo i due soldi extra di lavoro festivo,
non ne ho.

Non ne ho di fisico e di testa.
Arrivata a casa ho dovuto aspettare 12 cazzuti minuti per poter attraversare il passaggio a livello e giungere al tabacchi.
12 minuti neanche la metro di London.
Il passaggio a livello mio sì.
Dovevo solo prendere le sigarette non ne avevo più una.

Oggi ci hanno dato la busta paga e i buoni pasto:
ho potuto fare la spesa coi buoni, calcolata bene, con uno scarto di 20 centesimi.
Mi par di essere nel film le Ceneri di Angela, per quanto mi trovo a fine mese ad anelare i buoni pasto per riempire il frigo.
Puttana Eva, c'è crisi o me ne accorgo solo io che son da sola?

In ufficio da me, l'unico leit motiv era Halloween.
La mia collega che ormai non sopporto più,si è fatta 1.40 di pausa pranzo
io 11 minuti (per fare spesa sotto, al Conad)
perchè doveva andare dalla parrucchiera a fare la piastra.
Si travestiva da Morticia Adams stasera.
La mia collega ha 42 anni.
Fa ridere i polli.
Come quando l'altro giorno si è presentata in ufficio con una mini di jeans veramente al limite.
Orrore, non me la sarei messa nel mio periodo forma ideale.
In ufficio si è eletto il motto "zampone e cotechino", alè!

Volevo solo arrivare a casa.
Mi sono chiusa dentro, scuroni e tutto.
Sento bussare, bussare insistente, che se non lo badi continua.
Apro scurone, ovvio: è mia mamma.
Con le candeline di Halloween, mi intima di accenderle sul davanzale.
Anche no.
"Beh non esci?" Non esco MAI, perchè dovrei uscire stasera?
"Escon tutti, si travestono, tieni un cappellino da strega!"
"Mamma, non me ne fotte un cazzo, ho lavorato 12 ore di fila, voglio solo pace e silenzio!"
"Ti fai una doccia di dieci minuti ed esci?"

............

A fare cosa??????
A fare la deficiente in giro con un travestimento addosso?
Io già son travestita 12 ore al giorno,
che mi si lasci la mia quiete nelle ore restanti non rubate al sonno.

"A te non te ne frega più di niente!, cos'è che te ne frega?"

Datemi pace e silenzio, fatemi respirare e soprattutto fatemi andare dove dico io. Per il resto...? Datemi un paio di birre e...l'Avvelenata!!!