mercoledì 19 ottobre 2011
Happy Birthday
giovedì 30 dicembre 2010
Due anni dopo
Son trine bianche e neri rami che cambiano contorno ogni momento.
E ancora non sai come potrai
trovare lungo i muri un' esperienza;
sapere vorrai, ma ti troverai
due anni dopo al punto di partenza...
E senti ancora quelle voci di mezzi amori e mezze vite accanto;
non sai però se sono vere o sono dentro all' anima soltanto;
nei sogni che hai, sai che canterai
di fiori che galleggiano sull'acqua.
Nei giorni che avrai ti ritroverai
due anni dopo sempre quella faccia...
Sono passati due anni, due esatti da quando in una fredda mattina di dicembre caricai armi e bagagli. In cerca di una vita nuova, migliore, con tante speranze racchiuse in un trolley, in un cesto natalizio e in una batteria di pentole.
La strada correva,
mangiare "Dal Vecchio Larry" un emozione nuova.
Scoprire, sognare, dormire...sperando che il domani fosse solo un po' migliore. E per un po' lo è stato, migliore intendo.
Ma mi ritrovo qui, due anni dopo, al punto di partenza, anzi neanche quello, sono in una casa che NON MIA sarebbe eufemistico, sola più che mai.
Giornate sempre uguali, unico obiettivo arrivare a sera, dormire e sognare Bergamo.
L'altro giorno sono stata da una dottoressa, non mi ha aiutato più di tanto, ha solo aggiunto cose al mio mix attuale...
Non so più in cosa sperare, non ho davvero più le forze, per cui mi rincantuccio sotto al piumone e spengo la luce.
Hai forse ragione, caro che non voglio cambiare e che voglio crogiolarmi nel mio male, hai forse ragione, ma da sola non ce la faccio...
domenica 12 dicembre 2010
The End
L'orologio e i giorni sono sempre più veloci.
Tutto quello che amavo, in cui credevo, a cui mi ero affezionata e abituata sta per finire.
Rimangono due anni di ricordi a cui non rinuncerei per nulla al mondo, ma mi fanno male, è come scavare con le unghie dentro una ferita aperta, come togliere continuamente le crosticine che si formano e sotto c'è la pelle viva e sanguinante.
Tutti mi dicono che devo farmene una ragione, ma io questa ragione non me la riesco a fare...qui avevo una casa, un appoggio, un sostegno, una persona carissima accanto...tornare in Romagna per me è il fallimento, di tutte le mie speranze, di tutti i miei sogni, della mia indipendenza...
Tornare ad abitare coi miei dopo 16 anni che vivo da sola è un incubo.
Rinunciare a tutte le mie cose e abbandonarle in un box, chiuse dentro a delle scatole mi fa soffrire, io sono attaccata alle mie cose...
E sto male, e sono egoista perchè sto male, è vero, non riesco a pensare ad altro che al MIO male e al fatto che non vedo un futuro, ma solo una serie di giorni tristissimi e di lontananza da quello che amo, da quella che era diventata la mia vita, la mia routine...
E ho troppa paura di non farcela, da sola, perchè sarò più sola che mai, e non c'è skype o cellulare che possa riempire il vuoto che mi porterò dietro come un cilicio.
Il tempo non fa il suo dovere...
Non sistema le cose e io ripeto sempre gli stessi discorsi.
Vorrei riuscire ad essere un attimo più ottimista, lo vorrei davvero, ma mi ritrovo sommersa da scatole che non riesco a riempire e per il domani solo un'incognita, anzi, la certezza che saranno tempi duri.
Vorrei trovare la forza per rialzarmi, vorrei che quello che mi si prospetta non fosse così drammatico, ma non ci riesco, un po' perchè il dramma fa parte di me, un po' perchè sono oggettiva, due più due fa quattro, e preso questo come assioma o corollario o come cazzo si dice, il mio futuro sarà molto triste.
E rimpiango ogni momento che non potrò più avere, non ci posso fare nulla, sono momenti finiti, e non torneranno mai più e quel mai mi fa sprofondare...
E' la fine....this is the end...my only friend the end...
martedì 23 novembre 2010
If I ever feel better
sento come fossi stato sepolto eppure sono ancora vivo
E' come un brutto giorno che non finisce mai
Sento il caos intorno a me
Una cosa che non cerco di negare
Meglio che io impari ad accettarlo
Ci sono cose nella mia vita
che non posso controllare...
Dicono che l'amore sia solo una piaga...
Troppe lacrime devono essere cadute
Non sai che io sono molto stanco di tutto ciò...
C'è una parte del mio mondo che sta svanendo...."
Se solo avessi dieci centesimi per ogni lacrima che ho versato negli ultimi due anni non avrei preoccupazione alcuna, sarei una signora, come dicevo una volta...invece il tempo è passato e le lacrime invece rimangono, anzi tornano a fiotti, alla minima occasione, aspettano solo l'input, sono una maledetta macchinetta di lacrime, basta spingere un bottoncino e io piango, come una fontana. Vorrei che ci fosse ancora la Vale di una volta, che non è mai stata tanto forte, ma non scoppiava a piangere ogni tre per due...e invece quella Vale là non c'è più, c'è solo questa Vale che si sente cadere il mondo addosso, che ha paura e si sente sola da morire, fissando il calendario con sguardo inebetito.
Il tempo passa e mi sento come se avessi accanto una fottuta bomba ad orologeria.
Due anni sono due anni, di vita più o meno vissuta, lo so anch'io che meno che più, ma sono comunque due anni, l'intenzione c'era tutta, i sogni volavano alto, fly down baby, sarebbe stato meglio per te.
Povera stolta, incosciente e visionaria, ti ritrovi due anni dopo al punto di partenza...anzi magari fosse il punto di partenza, sei ancora più indietro, sei nella melma, sei nel limbo e adesso non sai cosa fare.
Puoi solo rimpiangere, quattro mura che ti hanno accolto, calde e confortanti, ogni momento vissuto più o meno, anche se magari non erano momenti come avresti voluto te li facevi bastare, perchè era quello che ti era concesso.
E non riesci a guardare avanti perchè quello che ti si prospetta ti sembra un incubo, un inferno, riesci solo a pensare al presente e a quegli attimi rubati, per un thè o un caffè, per un saluto o due cazzate, attimi preziosi che non baratteresti con nulla al mondo.
E non riesci a crederci quando la persona più importante tra tutte ti dice "Io ci sarò".
Non riesci a credere che la distanza NON farà la differenza, perchè la farà eccome e non per essere in cattiva fede, solo per essere una volta ogni tanto razionale...
Il mio amore non basta, non è mai bastato, neanche in un giorno di pioggia, io lo dovevo sapere, ma sognavo, dal primo istante che ho assaggiato la tua pelle, sognavo, che ci potesse essere un finale diverso...
Così non è stato, ti ho perso un poco per volta, prima la tua pelle negata, poi la tua anima che non hai voluto si fondesse con la mia.
Non te ne posso fare una colpa, sono difficile a dir poco e al cuor non si comanda...
Sono qua, in un'ennesima giornata solitaria, ad aspettare quello che non c'è e sospirare sul tempo andato...e l'orologio fa tic tac...ogni minuto più vicina alla fine.
Se non impazzisco ora non impazzirò mai più...
O forse già lo sono e non me ne rendo neanche conto.
Io ricordo quelle camere calducce, e il tuo viso e il tuo corpo, ricordo quei risvegli onirici, dopo una notte passata a succhiare vita, ricordo scogliere e vento, anima e Guinness.
Io e te. Irish Souls.
martedì 16 novembre 2010
Time is very fucking running out...
So che a forza di sentirmelo ripetere dovrei farmene una ragione, che il mio tempo è finito, ma io quella ragione proprio non riesco a farmela, perchè ha tutte le sue implicazioni...
Io vedo la mia vita QUI...si alza un brusìo, obiezione Vostro Onore...andarmene mi fa sentire sradicata, come una piantina a cui tolgano la poca terra che le serve per vivere, quella terra che magari non è concimata a dovere ma fa il suo e permette alla piantina di continuare ad esistere, anche se non a crescere. Io non avevo previsto il fallimento di tutte le mie speranze, dei miei sogni, delle mie passioni, eppur ora ci devo fare i conti...e l'apatìa mi strozza, sì perchè io quelle forze che dovrei avere non ce le ho...il solo pensiero di andare a chiedere scatoloni in giro per rinchiudere in un garage pezzi di vita mi spezza il respiro, perchè al pensiero di cosa devo lasciare mi si spezza letteralmente il cuore, tanto per usare una frase fatta...
Mai come in questo momento ho pensato al suicidio come ad una soluzione...ma sono troppo codarda per metterlo in atto, e quindi cerco di passare un giorno via l'altro, nella speranza inutile.
Il tempo non mi da tregua, il mio mondo mi sta cascando addosso, pezzetto dopo pezzetto, e io mi ritrovo ad assistere impaziente alla sua disgregazione,
Perchè io non ci credo nelle vicinanze a distanza, anche se c'è skype, fb e il cellulare, un abbraccio vero, il profumo della pelle, la carezza di una barba non ci sono, non c'è niente che ti possa ridare quelle sensazioni, il chiedere semplicemente "cosa si mangia a pranzo?", la risposta "arrivo", non esistono più a 333 km di distanza, e quella distanza mi lacera dentro. Non posso più pensare a "5 minuti". Devo pensare a settimane. E quelle settimane mi rubano aria, mi tolgono vita.
La scorsa settimana sono entrata per la prima volta (eh lo so, non sono affatto una buona cattolica!) nella chiesa di Osio, mi sono bagnata e ho pregato; il mio migliore amico mi ha accusata di avere una concezione utilitaristica della religione, in parte è vero...però ho pregato perchè il mio mondo non crollasse.
Invece il mio mondo crolla, e ascolto con estremo affetto il ronfare della micia che dovrò lasciare e mi dispiace anche per lei.
Sono impotente, la mia vita sta andando a puttane e non ci posso fare nulla. Silvio che è di buon cuore non mi aiuta mica!
martedì 5 ottobre 2010
Autunno
Bevo anice e ricordo il pàstis, altri tempi ragazza.
Scaccio una mosca, ronza il silenzio.
Citerei pure l'Amleto, ma non mi sembra sia finito molto bene...e Ofelia dorme ormai, nel suo fiume, e nessuno le farà più male, solo l'acqua accarezzerà le sue vesti e la cullerà.
Io prendo parole in prestito, perchè le mie non riescono ad essere belle abbastanza, e mi adeguo e mi adatto e vedo che sia come sia, dipende e non dipende da me. Mi piace avere ancora il mio blog, anche se non ci scrivo mai. Ci sono affezionata, è il mio compagno che niente chiede se non un po' di partecipazione sometimes, ma siccome è mio non può avanzare pretese.
E quindi si prende anche questi post qua, che non sono particolarmente vissuti o intensi, e quello che non riesco a dire io lo lascio dire a chi ci riesce meglio....
Odori di fumo e foschia
fanghiglia di periferia
distese di foglia marcita
che cade in silenzio lasciando per sempre la vita
Rinchiudersi in casa ad aspettare
qualcuno o qualcosa da fare
qualcuno che sai non esiste e non suonerà
Rinchiudersi in casa a contare
le ore che fai scivolare
pensando confuso al mistero
dei tanti "Io sarò" diventati per sempre "Io ero"
Rinchiudersi in casa a guardare
Un libro, uno foto, un giornale
e ignorando quel rodere sordo
che cambia "io faccio" e lo fa diventare " Io ricordo!"
giovedì 19 agosto 2010
The neverending why
Mi manca da morire la sua presenza, mi mancano le nostre cazzate, mi manca una sua carezza quando mi vede giù, o i suoi tentativi di riportarmi il sorriso quando anche lui di sorrisi non ne ha da spendere...mi manca avere qualcuno vicino, qualcuno di speciale, di cui potermi fidare.
E l'estate è quasi finita, che me ne accorgo da queste giornate che per fortuna o per disgrazia si accorciano sempre più e mi rendo conto di non avere concluso un cazzo anche quest'anno, qualche concerto e per il resto una serie infinita di giornate replica di serie B, che dire di serie B è essere magnanimi.
E' che sono un limbo, sono in una difficolta estrema, perchè semplicemente non so cosa fare della mia vita e non riesco a trovare le forze per affrontare il cambiamento...perchè io questo cambiamento eventuale lo vedo come una strada senza ritorno che mi spaventa da morire e cerco in ogni modo di posticiparlo il più possibile, di non cambiare, di restare aggrappata ai rimasugli di quello che chiamo vita e che in realtà sono solo gli strascichi di un bel sogno con una fine triste, amara...
Dove lo trovo il coraggio????? Mi vengono in mente solo le difficoltà oggettive e passa in secondo piano la consapevolezza di avere ridotto la mia vita a pochi momenti di effimera pace, di non avere un fine, di non avere uno scopo degno di essere chiamato tale...
E non è vero che non ho bisogno di aiuto e che non riesco a riconoscere una mano protesa quando mi viene offerta, è solo che la scelta che dovrei fare è troppo dura e non credo di farcela...
E allora mi prende lo sconforto e l'assenza di persone care vicino è lancinante, vorrei essere sotto il sole della Presolana con Jackie che mi fa le foto mentre dormo su un prato, vorrei Marco com'era una volta, prima che la situazione diventasse quella che è ora, vorrei la mia mamma che mi fa i cappelletti in brodo anche in agosto, vorrei fumare una sigaretta col mio babbo...
Vorrei cose diametralmente opposte, l'unica cosa che non vorrei è sentirmi così fottutamente sola e non sapere che cosa, di grazia, io abbia fatto di male, in questa vita o in una mia precedente per meritare tutta questa angoscia...
The neverendig why...
mercoledì 17 febbraio 2010
Time
E' cos' difficile fare passare minuti e ore, ogni giorno, nella sola attesa di arrivare a sera, ma poi mi soffermo un attimo a pensare e mi accorgo che sono volati anni.
Ripenso magari ad un film visto, appena uscito, e realizzo che sono passati undici anni, così come niente fosse, come l'acqua che scorre su un greto ed erode i sassi sul fondo.
La mia memoria, purtroppo o per fortuna, è vividissima e ricordo con estrema chiarezza tantissimi episodi di quand'ero piccola.
Ci pensavo proprio ieri sera, mi ci sono trovata, senza volerlo, perchè di solito cerco di allontanare questi ragionamenti come fossero demoniache presenze...
Pensavo che ho ricordi di mia mamma all'età che ho io adesso, la cosa mi fa sorgere un brivido, fatico a crederlo, eppure mi ricordo della mia mamma quando avevo cinque anni, lei alla mia età attuale era già mia mamma, io invece sono sospesa in un limbo, senza neanche più aspettative...
Quando andavamo in montagna, in Alto Adige, l'estate si congelava, prendeva quei contorni definiti a forza, come quelle foto in cui si esagera con la saturazione. Troppo verde. Troppo azzurro. Strade che salivano, la Tipo-Topo che faceva fatica a salir la Via Crucis o a rampar su per Klopair Hof.
Guarda che robe che mi ricordo, nomi di posti che non vedo da almeno quindici anni...
Dove c'erano i larici era persa in partenza per andare a funghi, ad ovest del lago c'erano solo i porcinelli rossi.
San Valentino alla Muta, pare che il mio nome venga da lì, i miei con una 500 scassata ci andarono in viaggio di nozze...avrei voglia di vedere quelle foto...di scrutare i loro volti di ragazzi e provare ad immaginare il futuro attraverso quelle espressioni datate, che ormai gli anni hanno velato...
Per non so quanti anni li ho ritenuti ottusi e limitati, perchè volevano sempre andare in montagna nel medesimo posto, senza cambiare, non riuscivo a capire cosa potessero trovarci in quel paesino di duecento anime, con due negozi in croce e gli autoctoni pure inospitali, proprio non lo concepivo...poi mi viene in mente la parola Irlanda e allora capisco che devo solo tacere...e poi di quei posti lì, ora ne ho una nostalgia lancinante.
Me li ricordo tutti i nomi tedeschi dei posti, dei Garni, degli alimentari...
Una volta, a sedici anni ho fatto il bagno nel lago, con l'unico costume che ho mai posseduto, e che devo avere ancora, in fondo a qualche cassetto, un olimpionico della O'Neill, e faceva un freddo bestiale al tramonto, e subito di fianco c'era una schiera di cipressi e il piccolo cimitero di stampo teutonico.
Mi ricordo come se fosse ieri quando trovai un "cerchio delle streghe" di funghi porcini, mi fecero pure una foto, chissà che fine ha fatto, avevano messo il cartello "86", per il numero, fatto col retro di una confezione delle Rasagnole Barilla...io non credo di avere mai più mangiato delle tagliatelle ai funghi così buone.
Lo sento come se fosse ieri il profumo del cucinotto di quell'appartamento, l'aroma dei funghi che rosolavano e l'aria gelida, tersa e limpidissima che veniva dalla porta-finestra della sala, e al crepuscolo arrivavano pure i cervi, sul limitare del bosco, a mangiare il pane che gli lasciavamo...
A pensare a tutti quei momenti, a quelle estati passate, a sensazioni che non torneranno mai più, mi viene il magone, che non vorrei avere 33 anni e di fronte il vuoto, ma vorrei averne 10, i miei genitori a fianco e il futuro un'incognita, magari con qualche speranza...
mercoledì 30 dicembre 2009
Time is running out
E' passato un anno da quando in una gelida mattina nebbiosa come solo la Romagna sa regalare, mi sono chiusa dietro la porta di casa, con l'intenzione di cambiare vita, di andare incontro ad un futuro che speravo roseo e pieno di novità...
L'autostrada che si lasciava dietro anni di frustrazione e solitudine, andare incontro ad una terra nuova, ero così pronta, così decisa, così illusa...
Dicono che il tempo è galantuomo, che sfuma i contorni dei ricordi e che lenisce le ferite...personalmente non ci credo affatto.
Non riesco a dimenticare l'emozione che mi vibrava dentro, la felicità impacciata di quando ho aperto la porta di questo appartamento, che solo il fatto di averne le chiavi mi commuoveva, la curiosità per tutto quello che non conoscevo, le speranze, gli attimi vissuti con il cuore in gola, il senso di attesa, la voglia che arrivasse ogni giorno nuovo, la certezza che finalmente le cose si sarebbero sistemate, che la ruota del destino potesse, per una volta girare anche a mio favore...
Ero diversa, credevo, credevo che fosse possibile, credevo con tutta me stessa che avrei potuto costruire qualcosa, ed ora, dopo un anno, posso solo constatare che erano sogni effimeri.
La nostalgia mi assale con la forza di uno tsunami nei momenti più improbabili, mi toglie il sonno nel cuore della notte, mi rende apatica, come una marionetta a cui abbiano reciso i fili...
La mia maledetta ostinazione ha dovuto fare i conti con la rassegnazione, vivere o sopravvivere...ed è fottutamente dura accettare che ci sono troppe cose che non si possono controllare, quello che ho sono solo le tracce del tempo passato, di giorni che non ritorneranno mai, un rumore di fondo che mi dice che questo tempo sta per finire, che la bolla di sapone sta per esplodere...vertigine...
Pentita? Mai.
Cito il Guccio, tanto per cambiare, che questo pezzo mi sembra scritto a doc per come mi sento:
Un anno è andato via della mia vita, già vedo danzar l'altro che passerà.
Cantare il tempo andato sarà il mio tema perchè negli anni uguale è sempre il problema:
e dirò sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi,
cercherò i minuti , le ore, i giorni, i mesi, gli anni, i visi che si sono persi,
canterò soltanto il tempo...
Ed ora dove sei tu che sapevi ridare ai giorni e ai mesi un qualche senso?
La giostra dei miei simboli fluisce uguale per trarre anche dal male qualche compenso...
domenica 27 dicembre 2009
Oppure allora si era solo noi...
C'è un sole splendido oggi, una di quelle giornate che non ricordo da mesi, quella luce invernale che a volte riesce ad essere così vivida, intatta...e il cielo è azzurro per davvero...che almeno a sto giro gli occhiali da sole sono giustificati...
E son sempre qua con i miei quattro stracci, lo zaino reduce da mille viaggi e concerti e una borsa piena di regali di Natale, che mia mamma, nella sua eterna apprensione mi ha intimato di montargli la guardia, che se uno ha fame e me la volesse portare via ci farebbe giù un festino...
E ascolto i Baustelle perchè l'I-pod è in modalità display morto (e io vorrei ascoltare il Bepi o al limite la sequenza casuale...
"Amore fra cinque anni dove andrò? E Tu chi sarai e chi saremo noi?"
Il Natale è andato, meno male...il mese scorso mentre andavo a sentire il Guccio ho incontrato un barbone che mi ha rivolto parola dicendomi "Signora, se ci pensa tra un mese almeno il Natale sarà già passato". Sagge parole...La guerra è finita????
Mordicchio la penna e ho una gran voglia di fumare.
Mi sento alienata a casa dai miei, quando scendo, però mi sento anche in un certo senso protetta, perchè so che ho vicino persone che non mi farebbero mai male, e vivo una sorta di oblìo dove sono come un'oca all'ingrasso...se non fosse che mi viene di piangere..."è bello e brutto solo questo"...Cappelletti in brodo fino a dire basta, stomaco quasi chiuso...mix alcoolico Prosecco-Sangiovese-Amaro alla Liquerizia...e poi a disquisire su Muse-Radiohead-Placebo con mia mamma...surreale come pomeriggio natalizio...e Charlie continua a fare surf mentre il sole si nasconde dietro le colline di Bologna...(non è mica facile...)
Senza forze, stremata...il 24 superato a malapena, il 25 al limite e il 26, gli strascichi, per me è stato il giorno più duro...che certe cose te le dimentichi, o meglio, le metti lì in un angolo della tua testa, a sopire, e poi le rivivi e allora ti accorgi di quanto di mancano...
Ti manca un Beagle pestifero a cui allungare bocconcini ghiotti e rotolartici nel letto, ti manca la persona che forse meglio al mondo ti conosci e ti ritrovi a fare una mano di conti e ti accorgi che la disillusione ha preso il sopravvento...
E nella sfera del vuoto quotidiano stringi un mano per mezz'ora cercando di sputare via i fantasmi, perchè quel contatto è così reale e vicino e non c'è neanche bisogno di troppe parole, che poi si fa anche fatica a trovarne e quel groppo in gola non le fa uscire...però basta esserci, in quel momento, mentre la pioggia scroscia e lava via quella sorta di estate indiana e le incertezze e le paure si fondono...
"Diciamolo per dire ma davvero, si ride per non piangere perchè
se penso a quella che eri, a quel che ero, che compassione che ho per me e per te.
Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di quei tempi là,
sarà per aver quindici anni in meno, o avere tutto per possibilità"
Perchè a vent'anni è tutto ancora intero, perchè a vent'anni e tutto chi lo sa,
a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età,
oppure allora si era solo noi, non c'entra o meno quella gioventù:
di discussioni, caroselli, eroi...quel che è rimasto, dimmelo un po' tu."
mercoledì 2 dicembre 2009
Runaway Train
L'inizio di un viaggio, tra il clangore dei binari e la ressa della folla in stazione, un incontro, parole che tremavano neanche tanto per il freddo, la paura e la voglia, la sorpresa, lo scoprire, quando ancora credevo che la mia vita fosse la mia, e non una serie di scelte fatte per contrarietà.
Ho molto "Eskimo" in testa, e anche "Ti ricordi quei giorni". L'amarezza di fondo, la disillusione, perchè il "Tempo andato non ritornerà" e io sono sempre uguale a me stessa, mai diversa, passano le stagioni e cambia la luce fuori dalla finestra, le ombre arrivano sempre prima.
A chi mi dice che è meglio soffrire un po' ma avere vissuto non sento di dare torto, ma vivere ogni giorno nel rimpianto e nella nostalgia di quello che è passato e non tornerà mai più è una prova ardua, purtroppo ho un ottima memoria, purtroppo.
giovedì 19 novembre 2009
Song to say goodbye
Succede che le cose finiscono, tutto ha un inizio ed anche una fine...ma ogni storia ha la sua conclusione, stessa illusione, parafrasando sempre il Guccio.
E anche se le cose te le aspetti alla fine non sei preparato, quando tipo arriva una chiamata, in quel celllulare che suona così poco....vedi una chiamata col numero di casa....e capisci che è finita.
Speri che sia finita la sofferenza altrui, e poi cominciano le domande, quelle che non trovano risposta.
Cosa c'è dopo? C'è qualcosa????....ha senso pregare????
Forse il mio nonno tirerebbe una bestemmia di più, ma io mi aggrappo alla mia cattolica convinzione che non finisca tutto con un ultimo rantolo, un solo respiro che separa l'essere dal non essere.
Non posso pensare che siamo così poco.
Non sono una gran persona, ho mille difetti e vizi, quindi non è certo compito mio fare un'omelia funebre, poi tra i miei difetti penso di non annoverare l'ipocrisia, quindi non spargerò parole inutili e false sui i miei nonni che mi hanno cresciuto.
Pòta, non avevo un legame così intenso, ma io al mio nonno gli volevo bene.
Il mio nonno che l'ultima volta che l'ho visto speravo che non sarebbe stata l'ultima, anche se mia mamma me lo diceva (facevo le corna tra di me, fanculo, mi dicevo, camperà fino a 90 anni!), speravo che non fosse l'ultima che mi sarei specchiata in quegli occhi del mio stesso colore, quelli che ho ereditato da lui, da lui solo.
E non mi va neanche di ricordarlo così, sospeso, esile e indifeso.
Me lo voglio ricordare com'era, quando stava bene, con la sua Ape (perchè non ha mai voluto prendere la patente) o con la sua Vespa, quando passava a salutarci sotto casa d'estate e magari ci portava qualcosa dall'orto, voglio ricordare - e magari riderci sopra - il suo garage pieno di cianfrusaglie inutili che si ostinava a raccogliere "perche possono sempre servire", voglio ripensare ai suoi cartocci di carta di giornale con dentro i paganelli che mia mamma dava alla sera alla gatta Lilly.
Voglio ricordarlo seduto a tavola, che mangiava il pesce che si era pescato e cucinato, e magari un bicchiere di birra o di aranciata, con il TG o lo sport in sotofondo, che lui lo seguiva, pòta.
Voglio ricordarmi quando da piccola giocavamo a briscola, che c'era ancora mia nonna, o quando magari da "grande" mi raccontava che giocava a Mah Johng coi suoi amici quando andava al bar.
E anche se era una persona tirchia, quando ero piccola, si tastava sempre i pantaloni per darmi le mille lire di carta, quando lo andavamo a trovare, il sabato o la domenica, o le 10.000 quando era festa, perchè era una persona che metteva da parte e non spendeva nulla, era una persona che pensava al dopo.
Non voglio pensare alla camera ardente con quelle quattro anime a rendere omaggio, a quell'uomo che era sempre stato forte e indipendente, rannicchiato sul raso del suo ultimo riposo, non voglio ricordare la nebbiolina fitta, la cappa di semioscurità e l'odore dei cipressi; il triste elenco delle operazioni con cui è stato messo nella terra.
E' un pensiero stupido, ma mi è venuto subito in mente che sarebbe stato così freddo sottoterra, freddo e buio....io non ci voglio andare sottoterra.
E questa trasferta lampo mi ha lasciato completamente stordita, tutto all'ultimo, non preventivato; prendere-partire-tornare, il caos alienante di Milano, la pianura che va ncontro all'Emilia, con la sua caligine e luci velate dal buio di un finestrino, lacrime, oblìo, l'impotenza di fronte all'ineluttabile, l'amara consapevolezza che il dolore non è un mio esclusivo copyright.
La paura. Le cose a cui non voglio pensare perchè fan troppo male.
Il vuoto, la sensazione che anche una parte di te se n'è andata, perche le cose finiscono senza che tu ci possa far nulla, e piccoli pezzetti di te, di storia, di vita...se ne vanno, scompaiono, svaniscono.
E puoi solo rimanere a guardare, assistere impotente, al pietoso film, a quella cosa che chiami Vita.
Mi chiedo sempre più spesso "If I ever feel better", sempre meno convinta, a cosa serva questo calvario che viene venduto per esistenza, se non a finire con dei vestiti migliori addosso (io non li vorrei, nel caso solo le mie cose nere semplici e i miei Claddagh presi in Irlanda), ma dato che mi vendo come cattolica, ci dovrei anche credere, e allora, scrivo la cosa che ha detto all'ultimo minuto la mia mamma: "Spero che ci siano tanti pesci da pescare, nel posto dove vai".
Voglio ricordare il mio nonno sulle note di Bandiera Rossa o di Bella Ciao, il mio nonno: comunista, muratore e pescatore, un uomo onesto, un brav'uomo.
Amen e Porco Dio.
mercoledì 4 novembre 2009
33
L'ultima cosa che ho messo come stato FB era particolarmente ispirata.
I compleanni sono l'home page degli spettri.
Mi chiedo da tempo cosa ci sia da festeggiare nel giorno della propria nascita, che già a mio avviso non è una cosa troppo felice (e qui immagino già chi mi dà dietro con la mia visione dark-pessimista....) , poi più passa il tempo, meno la data in oggetto sarebbe evento da festeggiare, dopo i 30 la gioventù è andata, e non è un modo di dire, perchè anche se si vuole esserlo, e lo si fa, o lo si prova a fare...beh insomma si scopre, con sgomento, che ti danno del "lei", anche se hai una birra in mano e canti ai concerti, si scopre ecco, che non lo sei più giovane.
E sei lì, il nulla, il punto zero.
Sei un cellulare che squilla più volte solo quel giorno, solo perchè qualche dispositivo elettronico ha ricordato a parenti e conoscenti che quel giorno è dovuto fare gli auguri.
Quel giorno sei una pagina Facebook in cui devi trovare cinquanta modi diversi per dire grazie, e non apparire, banale, superficiale o scostante, anche se sai benissimo che tutti quei grazie sono di default, e che la maggior parte delle persone che ti esprime tutti quegli auguri lo fa secondo Pavloviano comando.
E questa non è considerazione sprezzante o cinica, perchè ci sono persone che lo sanno solo in quel tramite che quel giorno è la tua, molto tra virgolette festa, e quindi non sono minimamente a dispregiare chi mi ha fatto un sorriso o un augurio.
Perchè ci sono persone che ti fanno commuovere, che a mezzanotte o poco dopo, in Romagna, tipo, ti scrivono gli auguri sul telefonino, e lo sai che tipo quella persona lì è magari sul letto, coi suoi gatti, ma ti ha proprio pensato, proprio a te, e ti scende una lacrima...poi te ne scende anche un'altra quando ti svegli la mattina e trovi un altro messaggio, da una persona con cui non sei più magari troppo in contatto, (colpa tua eh, mica è sempre degli altri la colpa!) o un'altra ti chiama quando proprio meno te lo aspetti...e allora per un attimo ti illudi di non essere così maledettamente sola...
Poi passa mezzanotte, si esauriscono gli auguri e il tuo cellulare torna ad essere muto...
Ti guardi indietro e realizzi che in 33 anni non hai concluso nulla, a guardare avanti solo paure, ansie e punti di domanda, ti chiedi per cosa dovresti continuare a lottare, ti chiedi cosa dovrebbe essere uno stimolo, intorno solo il silenzio, dentro la testa il rombo del sangue che circola e la consapevolezza che ti aspetta l'ennesima notte a combattere contro l'insonnia e l'angoscia...c'è proprio di che festeggiare...
"And you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking
Racing around, to come up behind you again.
The sun is the same in a relative way, but you're older
Shorter of breath and one day closer to death"
sabato 24 ottobre 2009
October
And the trees are stripped bare
Of all they wear
What do I care
October
And kingdoms rise
And kingdoms fall
But you go on
And on..."
Già da tempo mi interrogo, peraltro senza risposta, su cosa le persone trovino di piacevole in questo mese, in qusta stagione... "eh i colori" - "eh le caldarroste! - "eh il calore di un camino" - "eh le ultime giornate col sole".
Dissento. Dalla fine all'inizio, stanotte indietro la lancetta (mio malgrado l'ho scoperto!), quindi ne consegue che il buio incombe, sempre prima, pòta non è che posso-voglio cambiare le stagioni, ma già questo è un ottimo motivo per mettere giù il muso, o la "faccia spiritata", che dir si voglia.
Di camini e caldarroste in compagnia...devo controllare l'agenda, ma non mi sembra me ne si prospettino...rimarrebbero i colori, ma non ho un boschetto sotto al terrazzo, quindi bocciati tutti i pro.
Mi ero dimenticata il buon vino e la grappa, ma quelli ci sono di default, quindi non fanno testo.
Mi appello alla matematica che mi difetta, per tirare le somme, o meglio per non tirarle.
E oggi c'era pure il sole e faceva miracolosamente caldo e alle 11,00 del nuovo orario, ho pensato che magari avrei potuto pranzare...se avessi avuto dei 4 Salti in Padella nel freezer...non ne avevo.
Una persona normale, visto che il frigo è guarnito, avrebbe improvvisato una pasta come niente, ma no, l'idea di tirare giù dal pensile alto, quello che devo montare sulla sedia, per tirare giù la pentola della pasta, proprio non mi sorrideva...allora via, si esce...vuoi che non si trovi un'Iper o un alimentari aperto? Pòta in Padania....qua siamo avanti, i posti aperti di domenica ci sono...
Su la giacca di pelle vintage, gli occhiali da sole e l'I-Pod...via che qualcosa si trova...prendo lo scooter, direzione Dalmine...serrata totale, c'è aperta giusto la farmacia, ma a sto giro non mi serve, disdetta...allora si torna verso casa...poi però ci sono i cartelli quelli dei vari Iper, Standa, Auchan, aperti, che mi attraggono come le sirene di Ulisse...via via si prova...il Famila a Verdello, chiuso, l'Iper a Brembate idem (ma lo sapevo già)...l'Onda a Capriate me lo sono persa...e allora sprovinciamo...via di bassa milanese.
A Trezzo le uniche anime vive sono extracomunitari o gente che porta i fiori al cimitero, all'angolo delle strade spuntano come funghi i venditori di borole (però quelle me le ero già fatte, tappa fortuita alla Borolada di Osio Sopra, gentilmente offerta dallo stand della Lega).
Follow the road...l'I-Pod col suo display sbarluccicante è comunque ancora degno compare...oltre Trezzo le "Colonne d'Ercole", ma pòta fa cusè....e allora macino chilometri, allettata dai cartelli Iper e Auchan....quando mi ritrovo ad ARCORE! capisco che c'è qualcosa che non va...(in effetti ad Arcore c'è moooooltoooo che non va!) imbocco per disgrazia la tangenziale, salvo comprendere dopo 100 metri che non ho modo di uscirne col mio Ovetto 50....segue retromarcia in controsenso....i numeri del circo Findus, alè!
Rientro non so dove e mi diletto a passar paesi sentiti nominare, Robbiate, Paderno, Verderio....rimpiango un navigatore o le Google Maps, anche se l'assurdità della situazione mi fa sogghignare...
Nel delirio trovo un'Auchan aperto, Merate...realizzo che sono in provincia di Lecco...non male....entro in questo girone apocalittico e ci metto tipo mezz'ora per trovare il reparto surgelati...(Bepi & Radiohead a random in cuffia) intanto che ci sono ne prendo tre, di buste di 4 Salti, sia mìa che devo fare un laùr del genere anche il prossimo weekend!
Il rientro su basi indicativamente solari, mi trovo più volte a fermarmi e fare due conti, che ormai destra e sinistra non valgono più come coordinate, sono più vicina a Milano che a Bergamo, però di default ho la bussola mentale, (mi chiamavano Tom Tom....)...improvviso un Cornate-Sulbiate-Mezzago e più o meno mi ritrovo indirizzata verso casa.
Giungo a Trezzo "liscia come l'olio" e poi lo scooter ha il navigatore impostata.
Arrivo a casa che comincia a far frècc, e ho tutti i 4 salti che volevo...però non ho più fame!
Mi rendo conto dall'angolazione del sole che con quella cosa dell'ora solare le cose son cambiate, e me ciàpa màl!
4 Salti in Padella, 100 km di scooter (50) e comunque ancora qua, a delirare nell'etere...Hi ho...Let's go, Avanti Savoia!
sabato 17 ottobre 2009
Due anni dopo
E così sono passati due anni, stento a crederci, da quella sera di ottobre che quasi per gioco cominciai a scrivere parole a caso..."Faccio un blog anche io", mi dissi all'epoca, che di blog e computer ci azzeccavo poco, non che ora sia un genio...Mi era sembrata un'idea divertente, (all'epoca non mi prendevo ancora così maledettamente sul serio) poco impegnativa...e invece chi l'avrebbe detto? Queste mie pagine, i miei deliri, i miei sfoghi, hanno cambiato la mia vita, questo blog è stato il punto di partenza, (nonchè la fine) della maggior parte delle relazioni sociali che mi hanno accompagnato durante tutto questo tempo...grazie o per colpa di questa "scatola-contieni-emozioni" ho fatto scelte decisive, da non credere, il potere del www.
Oggi non mi sento molto in vena letteraria, ma siccome sono quella delle date, che se le ricorda tutte, mi sembrava doveroso spendere due parole, anche se ho la testa che mi scoppia e lo spleen autunnale di default.
In fondo ci sono affezionata a queste pagine, sono la cosa più simile ad un diario che possa esistere, sono la testimonianza di quello che ho vissuto, provato, pensato...scrivere è stata diverse volte una salvezza per me, ora lo faccio molto meno, perchè la rassegnazione ha preso il posto del bisogno di comunicare, l'introspezione e la chiusura me le sono cucite addosso...ma tutti i miei post, anche quelli che non ho mai pubblicato, sono la parte di me più vera, schizzata, depressa, disperata, innamorata, entusiasta, delusa...questo blog è quello che ho dentro e non riesco a separarmene, anche se ne sono stata tentata numerose volte.
Magari quella sera avrei fatto meglio a fare altro, magari no, ai posteri l'ardua sentenza...però come dice il Guccio, ho l'impressione di essere "due anni dopo al punto di partenza".