mercoledì 30 dicembre 2009

Time is running out

Ho la sensazione che la mia vita stia scivolandomi via, tra le dita, senza che io possa farci nulla...giorni, settimane, mesi e oggi un anno.
E' passato un anno da quando in una gelida mattina nebbiosa come solo la Romagna sa regalare, mi sono chiusa dietro la porta di casa, con l'intenzione di cambiare vita, di andare incontro ad un futuro che speravo roseo e pieno di novità...
L'autostrada che si lasciava dietro anni di frustrazione e solitudine, andare incontro ad una terra nuova, ero così pronta, così decisa, così illusa...
Dicono che il tempo è galantuomo, che sfuma i contorni dei ricordi e che lenisce le ferite...personalmente non ci credo affatto.
Non riesco a dimenticare l'emozione che mi vibrava dentro, la felicità impacciata di quando ho aperto la porta di questo appartamento, che solo il fatto di averne le chiavi mi commuoveva, la curiosità per tutto quello che non conoscevo, le speranze, gli attimi vissuti con il cuore in gola, il senso di attesa, la voglia che arrivasse ogni giorno nuovo, la certezza che finalmente le cose si sarebbero sistemate, che la ruota del destino potesse, per una volta girare anche a mio favore...
Ero diversa, credevo, credevo che fosse possibile, credevo con tutta me stessa che avrei potuto costruire qualcosa, ed ora, dopo un anno, posso solo constatare che erano sogni effimeri.
La nostalgia mi assale con la forza di uno tsunami nei momenti più improbabili, mi toglie il sonno nel cuore della notte, mi rende apatica, come una marionetta a cui abbiano reciso i fili...
La mia maledetta ostinazione ha dovuto fare i conti con la rassegnazione, vivere o sopravvivere...ed è fottutamente dura accettare che ci sono troppe cose che non si possono controllare, quello che ho sono solo le tracce del tempo passato, di giorni che non ritorneranno mai, un rumore di fondo che mi dice che questo tempo sta per finire, che la bolla di sapone sta per esplodere...vertigine...
Pentita? Mai.
Cito il Guccio, tanto per cambiare, che questo pezzo mi sembra scritto a doc per come mi sento:

Un anno è andato via della mia vita, già vedo danzar l'altro che passerà.
Cantare il tempo andato sarà il mio tema perchè negli anni uguale è sempre il problema:

e dirò sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi,
cercherò i minuti , le ore, i giorni, i mesi, gli anni, i visi che si sono persi,
canterò soltanto il tempo...

Ed ora dove sei tu che sapevi ridare ai giorni e ai mesi un qualche senso?
La giostra dei miei simboli fluisce uguale per trarre anche dal male qualche compenso...

domenica 27 dicembre 2009

Oppure allora si era solo noi...

(Fedelmente trascritto dal mio quadernino...quello su cui scrivo ovvero deliro...in treno perlopiù...)
C'è un sole splendido oggi, una di quelle giornate che non ricordo da mesi, quella luce invernale che a volte riesce ad essere così vivida, intatta...e il cielo è azzurro per davvero...che almeno a sto giro gli occhiali da sole sono giustificati...
E son sempre qua con i miei quattro stracci, lo zaino reduce da mille viaggi e concerti e una borsa piena di regali di Natale, che mia mamma, nella sua eterna apprensione mi ha intimato di montargli la guardia, che se uno ha fame e me la volesse portare via ci farebbe giù un festino...
E ascolto i Baustelle perchè l'I-pod è in modalità display morto (e io vorrei ascoltare il Bepi o al limite la sequenza casuale...
"Amore fra cinque anni dove andrò? E Tu chi sarai e chi saremo noi?"
Il Natale è andato, meno male...il mese scorso mentre andavo a sentire il Guccio ho incontrato un barbone che mi ha rivolto parola dicendomi "Signora, se ci pensa tra un mese almeno il Natale sarà già passato". Sagge parole...La guerra è finita????
Mordicchio la penna e ho una gran voglia di fumare.
Mi sento alienata a casa dai miei, quando scendo, però mi sento anche in un certo senso protetta, perchè so che ho vicino persone che non mi farebbero mai male, e vivo una sorta di oblìo dove sono come un'oca all'ingrasso...se non fosse che mi viene di piangere..."è bello e brutto solo questo"...Cappelletti in brodo fino a dire basta, stomaco quasi chiuso...mix alcoolico Prosecco-Sangiovese-Amaro alla Liquerizia...e poi a disquisire su Muse-Radiohead-Placebo con mia mamma...surreale come pomeriggio natalizio...e Charlie continua a fare surf mentre il sole si nasconde dietro le colline di Bologna...(non è mica facile...)
Senza forze, stremata...il 24 superato a malapena, il 25 al limite e il 26, gli strascichi, per me è stato il giorno più duro...che certe cose te le dimentichi, o meglio, le metti lì in un angolo della tua testa, a sopire, e poi le rivivi e allora ti accorgi di quanto di mancano...
Ti manca un Beagle pestifero a cui allungare bocconcini ghiotti e rotolartici nel letto, ti manca la persona che forse meglio al mondo ti conosci e ti ritrovi a fare una mano di conti e ti accorgi che la disillusione ha preso il sopravvento...
E nella sfera del vuoto quotidiano stringi un mano per mezz'ora cercando di sputare via i fantasmi, perchè quel contatto è così reale e vicino e non c'è neanche bisogno di troppe parole, che poi si fa anche fatica a trovarne e quel groppo in gola non le fa uscire...però basta esserci, in quel momento, mentre la pioggia scroscia e lava via quella sorta di estate indiana e le incertezze e le paure si fondono...

"Diciamolo per dire ma davvero, si ride per non piangere perchè
se penso a quella che eri, a quel che ero, che compassione che ho per me e per te.
Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di quei tempi là,
sarà per aver quindici anni in meno, o avere tutto per possibilità"

Perchè a vent'anni è tutto ancora intero, perchè a vent'anni e tutto chi lo sa,
a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età,
oppure allora si era solo noi, non c'entra o meno quella gioventù:
di discussioni, caroselli, eroi...quel che è rimasto, dimmelo un po' tu."

mercoledì 2 dicembre 2009

Runaway Train

Un anno fa ho preso un treno, proprio un anno fa, a quest'ora c'ero ancora sopra, non Alta Velocità, un Eurostar normale, da Bologna a Milano Centrale. Col mio I-Pod, lo zaino storico compagno di viaggio e un trolley enorme. Ho preso un treno sull'onda dell'entusiasmo, dell'euforia, della voglia di viaggiare, della voglia di homecoming, beata incoscienza e menefreghismo di fronte ad un futuro incerto, ad un lavoro che di lì a venti giorni non ci sarebbe stato più, io ho preso quel treno, quel treno che moralmente aspettavo da giorni, con un sorriso buono per l'occasione e tanta emozione nelle tasche del mio parka col cappuccio di pelo.
L'inizio di un viaggio, tra il clangore dei binari e la ressa della folla in stazione, un incontro, parole che tremavano neanche tanto per il freddo, la paura e la voglia, la sorpresa, lo scoprire, quando ancora credevo che la mia vita fosse la mia, e non una serie di scelte fatte per contrarietà.
Ho molto "Eskimo" in testa, e anche "Ti ricordi quei giorni". L'amarezza di fondo, la disillusione, perchè il "Tempo andato non ritornerà" e io sono sempre uguale a me stessa, mai diversa, passano le stagioni e cambia la luce fuori dalla finestra, le ombre arrivano sempre prima.
A chi mi dice che è meglio soffrire un po' ma avere vissuto non sento di dare torto, ma vivere ogni giorno nel rimpianto e nella nostalgia di quello che è passato e non tornerà mai più è una prova ardua, purtroppo ho un ottima memoria, purtroppo.