venerdì 20 giugno 2008

Quale bellezza salverà il mondo?

Malgrado, Per grado.

« Costa molto essere autentiche, signora mia, e in questa cosa non si deve essere tirchie, perché una é più autentica quanto più assomiglia all'idea che si è fatta di se stessa. »
Fedele a me stessa, fedele alla linea, anche quando la linea non c'è.

E' già estate e non me ne sono quasi accorta, solo dal caldo, da questo da questo caldo appicicaticcio che la bassa padana ci regala a piene mani, senza alcuna parsimonia, non mi ricordo neanche più per che cosa speravo nell'estate, forse solo per potermi mettere le infradito e lo smalto rosso sangue nei piedi, o come diceva il Guccio "c'è chi aspetta sempre l'inverno per desiderare una nuova estate"...
In ufficio, mangio in piedi, in quella specie di riserva, di mangiatoia che ci hanno regalato come cucina, per dare un'idea domestica alla nostra gabbia, io non mi metto mica a sedere, che per me condividere i pasti è qualcosa di intimo e io non la voglio l'intimità in cattività.
Sto lì in piedi, con il mio tupperware e cerco di ingurgitare la mia insalata o il mio riso, rigorosamente col cucchiaio, nel minor tempo possibile, dei bocconi che fanno sempre più fatica ad andare giù.
Tutto studiato a tavolino, per rincretinirci e non farcene rendere conto, come il Conad sotto all'ufficio mio, aperto sui nostri orari, 50 persone che almeno due volte al giorno ci pascolano abbovinate in cerca di qualcosa di commestibile alla scrivania, piatti pronti, due minuti al microonde e sei sistemato, mi stupisco non abbiano ancora cercato di commercializzare le razioni K in una veste accattivante, che so, ci potrebbe fare la pubblicità Del Piero o Ringhio Gattuso, per dire.
Tutto funge allo stramaledetto consuma-lavora-crepa, anche i miei amati 4 salti in padella per dire.

Conforme a chi Conforme a cosa...Conforme ad ogni Strana posa...Va meglio, Va peggio... Per me non lo so...

Il caldo mi fa sragionare, del resto, sragionavo pure anche quand'era freddo o quando era medio.

Annichilimento, rassegnazione, questo vogliono ficcarmi in testa, anche no! dico io.

Amo il cinema, mi è sempre piaciuto, e io e il mio socio ci eravamo instradati proprio bene, con la nostra lista infinita di filmoni da vedere, ormai non sono più in grado, come mi cala la tensione, collasso sul divano con la bolla al naso, se questa è vita per dire, è già un successo se riesco a raggiungere il letto con le mie stanche gambe da ex tapigirl, senza dovermici far buttare come un sacco di patate. Abbiamo ripiegato sulle repliche di House diligentemente fornite dal mio Mulo da competizione, 40 minuti e passa la paura. Il mio amico Giacomo mi ha fatto aprire gli occhi sul perchè queste serie appassionano tanto, perchè sono studiate a tavolino, per la gente esausta la cui soglia di attenzione dopo giornate interminabili passate dietro allo schermo di un computer non supera la mezz'ora e quindi di fronte alla prospettiva di un movie da due ore scatta la rinuncia.

Obiettivo ferie, - 35 giorni, ancora 35 caselline da crocettare col mio evidenziatore verde speranza per poter sperare in una boccata d'aria fresca, come se quei 9 giorno di licenza premio mi potessero cambiar la vita, che poi per farmi del mare il countdown lo inizio a compilare quasi tre mesi prima, neanche fossi sotto naja, per dire...

Almeno corro ancora, su strada per dire, un passo avanti, che se va di questo passo e impazzisco del tutto, l'anno prossimo mi iscrivo pure io alla Firenze Marathon, tanto la maglietta "Prova A Prendermi", già ce l'ho, poi però bisogna che cambio il mio nick, adesso non son più una tapigirl, ma una miniroadrunner, ci devo lavorare al nick, Tapigirl era carino, ma del resto non l'avevo nemmeno inventato io, e del resto quel periodo è passato, panta rei, quanto avevano ragione i Greci...πάντα ῥεῖ
Quale bellezza salverà il mondo?

lunedì 16 giugno 2008

Yesterday

Al my troubles seem so faraway...

Ecco, a sto giro, anche se ho avuto l'ennesimo inizio infernale di una settimana che sarà "pianto e stridore di denti", stasera ho deciso di non farmi azzannare subito dalla consueta angoscia esistenziale che è già dietro l'angolo e siccome è un pochino che non allieto il blog con qualche foto, ho pensato di postare il reportage della gitarella domenicale, che almeno a sto giro non me la sono passata in casa a fare il bagno nelle paturnie...e quindi ecco qua un po' di scatti degli scavi romani di Russi e paraggi...che certe volte le domeniche riescono a non essere sunday bloody sunday...

venerdì 13 giugno 2008

With a Shout

Non a caso è sempre stato uno dei miei quadri preferiti.
Ho sempre pensato che questo quadro avesse un suono, il suono di tutte le cose che una persona ha dentro e avrebbe voglia di urlare, il suono di quelle urla azzittite a forza di compromessi, eterni compromessi, il rumore assordante di uno spillo che cade, o come l'onda d'urto di una goccia in mezzo ad altra acqua, il fiato che ti muore in gola perchè ti rendi conto che è assolutamente inutile tentare, il peso delle cose non dette, la rassegnazione, moto a luogo, ogni sorriso finto, ogni frase di circostanza, ogni volta che si indossa una maschera, che senza di quella sarebbe impossibile. Che anche quando provi ad urlare, sei solo un grido insulso, inarrivabile, un insieme di suoni senza significato in un mondo di sordi, come quei segnali sparsi nello spazio per essere recepiti da altre forme di vita intelligenti. Come se "altre" sottintendesse che il genere umano sia intelligente. Che poi si fa presto a pontificare. Una volta mi piaceva dire come Rossella "domani è un altro giorno, ci penseremo domani". Il domani invece è già qua, non riserva sorprese, tranne che infauste. Testarda io (la mia solitudine), ovviamente in versione rocksteady da Giuliano Palma. Quante cose mi si addicono.
"non voglio stare sulla soglia della nostra vita guardare che è finita nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi"
Mi si è detto che dò troppa fiducia alle persone, in realtà forse non è neanche più vero, in realtà sono estremamente diffidente ma ho imparato a non darlo a vedere. In fondo, se per prima non ho fiducia nella mia capacità di giudizio, come posso averne verso il prossimo? A volte ho l'impressione di essere paranoica, per davvero. Dovrei pensare di meno, lo so, me lo dico da una vita. Sono solo le cose che mi passano che per la testa e di cui mi convinco perchè ho bisogno di farlo, che al fin della fiera si rivelano per essere solo mie convinzioni. Forse è meglio non indagare troppo.
"Ci vuole sempre qualcosa da bere, ci vuole sempre vicino un bicchiere..."

martedì 10 giugno 2008

Ci rimane una città, un lavoro sempre uguale....

...Una canzone che fa sottofondo all’Indecifrabile...
Sono amara ultimamente, molto amara. Amara perchè disillusa ed esaurita e realista e ognuno di questi giorni sempre uguali diventa sempre più un'impresa titanica. Non sono depressa, ho di che essere felice, dovrei esserlo, ma non mi accontento. Purtroppo la mia è una testa bacata, io non mi accontento mai, e quando mi accorgo di raggiungere una relativa tranquillità comincio a farmi delle domande, che io proprio non ci riesco a farmi addomesticare da questa società del lavora-consuma-crepa. Però la triste realtà è che è quello che ci tocca fare, ma io insomma, non mi ci rassegno mica, non posso, vorrei, che magari starei meglio, ma proprio non riesco, a tenere giù la testa, ad abbozzare, ad adeguarmi all'establishment che se hai un lavoro sei qualcuno e se non ce l'hai sei un poveretto e non riesco a mettere davanti i cosiddetti "doveri" a quelli che reputo "diritti inalienabili", prima tra questi la mia tranquillità interiore, concetto che per me è sempre risultato alquanto astratto, non riesco a convincermi ad affrontare con animo sereno logoranti giornate da 11 ore nell'ottica del fine settimana o di dieci giorni di vacanza estive, graaaaziiieeeee tredicesima, siam stati buoni schiavetti e quindi un po' di carotina, una carotina e trecento giorni di bastone. Tanta gente si accontenta, tanta gente si rassegna e se la fa bastare, beh io credo che accontentarsi sia per i deboli e per le persone che non hanno fantasia e ideali e sogni. Poi è pieno di gente che mi manda il sangue alla testa, gente proprio ottusa, che non capisce, che dovrei essere solo contenta di quello che ho che: "fai l'impiegata col culo dietro a una scrivania e non mi dirai mica che fai della fatica a stare al computer, non vai mica nei campi, non stai mica in catena di montaggio, cosa avrai mai da lamentarti eh?", come se la fatica mentale e lo stress perpetuo fossero capriccetti inventati da chi non ha voglia di fare un cazzo. Come se alzarsi al mattino con l'acidità di stomaco, la rassegnazione e l'eterno countdown mentale che mi separano alla fine della giornata ad essere ottimista o quello ben più lungo all'innarivabile weekend, com se questo stato mentale fosse la normalità, che poi se la notte non riesco a dormire perchè c'ho l'ansia "beh, prendi le gocce e poi dormi, come fan tutti", sì come no, ok è quello che faccio pure io, ma non sono lobotomizzata e quindi la mia testolina può ancora dire che non mi va bene, che non mi va bene, che le mie domeniche pomeriggio non le auguro a nessuno e non me le voglio augurare all'infinito, perchè ne sono convinta che non jela posso fà... Tante, troppe volte, mi sento addosso un peso e una stanchezza che non dovrebbero essere l'amara consapevolezza dei miei neanche 32 anni, che lo so che l'unica cosa che posso fare è tenere botta, perchè non c'è altra soluzione, e il sapere che non c'è alternativa, è quello, è quello che mi sega le gambe, che c'ha ragione il mio amico Jackie, quando dice che nessuno mi ridarà mai anni di pomeriggi di sole rinchiusa dentro quattro mura a fare arricchire altri, che nessuno mi restituirà mai le mattine di primavera sprecate dietro a scartoffie che non mi danno nulla, che la vita è una sola, e raggiungere la pensione è un ben triste obiettivo quando potrai respirare liberamente a 60 e rotti anni e che Dio te la mandi buona se ci arrivi a godertela, con quei quattro soldi di TFR e l'assegno mensile, che io non voglio finire come quei vecchietti tremolanti alle poste al 15 di ogni mese, e che per dire neanche mi voglio trovare a 40 anni come tutte quelle stronze inacidite con cui ho fin troppo a che fare, che non hanno più una vita privata e che sfogano nel lavoro o sui colleghi di "grado" minore, tutte le loro frustazioni e l'aver buttato nel cesso libertà e desideri. Io non ci sto così. Io son da pensione adesso, subito, prima che sia troppo tardi....
Mi è stato detto che i miei post sono noiosi perchè io ho sempre "la buonistica idea del lieto fine", beh io sinceramente, il lieto fine adesso come adesso non lo vedo mica...
Eh, fortuna che è estate poi...che si sa che con la bella stagione il pessimismo se ne va...

Non starò più a cercare parole che non trovo
per dirti cose vecchie con il vestito nuovo,
per raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro
e partorire il topo vivendo sui ricordi,
giocando coi miei giorni, col tempo...

O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
o che per le mie navi son quasi chiusi i porti;
io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi,
non voglio menar vanto di me o della mia vita costretta come dita dei
piedi...

Queste cose le sai perchè siam tutti uguali
e moriamo ogni giorno dei medesimi mali,
perchè siam tutti soli ed è nostro destino
tentare goffi voli d' azione o di parola,
volando come vola il tacchino...

Non posso farci niente e tu puoi fare meno,
sono vecchio d' orgoglio, mi commuove il tuo seno
e di questa parola io quasi mi vergogno,
ma c'è una vita sola, non ne sprechiamo niente in tributi alla gente o al
sogno...

Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
e quasi non ti accorgi dell' energia dispersa
a ricercare i visi che ti han dimenticato
vestendo abiti lisi, buoni ad ogni evenienza,
inseguendo la scienza o il peccato...

Tutto questo lo sai e sai dove comincia
la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
perchè siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
e abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri,
saggi, falsi, sinceri... coglioni!

Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata:
tienila in mia memoria, ma non è un capitale,
ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto, che la noia di un altro non
vale...

D' altra parte, lo vedi, scrivo ancora canzoni
e pago la mia casa, pago le mie illusioni,
fingo d' aver capito che vivere è incontrarsi,
aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare,
bere, leggere, amare... grattarsi!

venerdì 6 giugno 2008

SKA-rica

Scarica che non ne ho più, non ne ho più mezza. Sono incazzata abbestia, ma non ho nè il tempo nè le forze per scrivere un post, anche se stasera è una delle sere in cui vorrei farlo....però mi viene in mente questa canzone qua della Banda Bassotti, che oggi giusto per non smentirmi mi sono presentata al lavoro con una maglietta rossa con sopra scritto Stalingrad '43, per dire...

Ska-riko come una pila usata
Ska-gionato dal lavoro fino a lunedì mattina
Ska-lpito, la sera si avvicina
Scende fresca la benzina dentro al mio carburatore
Il levare mi porta via la testa
Ritmo Ska sulla mia pelle,
non ho niente sulle spalle
Con le birre camminano le ore
Sono skarburato però di buon umore
Conti in banca, baracche e messi male
Un unico grande amore per la tua squadra del cuore
90 minuti potrai dimenticare
il lavoro che non hai e l'affitto da pagare
"Divide et impera" lo sponsor ufficiale
Soffierà dentro al pallone odio etnico e razziale
Domenica notte niente più riflettori
Domani obbedienti e bravi servitori
E la TV se ne va via...
Lunedì Minuto per minuto non ci racconterà
scuole a gettoni e calci in culo
La gente che cerca lavoro sta in fuori gioco Friiiiii!
Cravattari mafiosi e spacciatori
C'è chi pensa che dal ghetto si esce solo coi milioni
Polverine e pasticche per viaggiare
Parte sul primo binario l'evasione celebrale
Per le strade il traffico è bestiale
Chi ti vuole addormentato l'ero non ti fa mancare
Lo scacciapensieri non entra in funzione
Diritti e doveri, è solo una canzone
E benvenuti dell'inferno questa è la periferia
Qui la fortuna non si ferma e intanto il tempo se ne va
Venerdì sabato domenica e poi sempre un lunedì
Con quel suo grigio dormitorio
e quella voglia di andar via
Ma senza soldi che farò, non lo so
Senza una lira dove andrò, io camminerò
Insieme a chi ha pagato sempre,
ucciderò la proprietà
Rischiamo solo di rimetterci catene e povertà…
…Niente più fughe resterò
E taglierò con una falce privilegi e ipocrisia
E inchioderò al muro chi campa sopra la vita mia
Dalle macerie della mia generazione si alzerà
Un pugno chiuso e una canzone!!!!

lunedì 2 giugno 2008

Desiderio

Premetto che di latino ne mastico pochino, solo il necessario per tradurre epigrafi all'uopo, se vado a veder basiliche e compagnia bella un qualcosina sfodero, non più in là di lì, ma stasera il mio amico Jackie mi ha svelato un'etimologia bella proprio. De.Siderio = De Siderum
"Movimento della volontà verso qualcosa che ci manca", così è farla semplice.

Cioè che il De per chi ci capisce di Latino è una particella tipo di distanza, e Siderum è qualcosa di relativo agli astri e quindi vien fuori che il desiderio è una proiezione di speranza verso le stelle. Detto questo s'è detto tutto.



"Portami fuori a cena, Baustelle ... Fammi vedere il centro ... La tua pelle... odora d’oleandro ... Scortami gentilmente ... In una discoteca ... Sulle stelle"





Etimologia: l'etimologia della parola desiderio ("de sideribus") ci rimanda al De bello Gallico: i desiderantes erano i soldati che stavano sotto le stelle ad aspettare quelli che dopo aver combattuto durante il giorno, non erano ancora tornati. Da qui il significato del verbo desiderare: stare sotto le stelle ed attendere.

domenica 1 giugno 2008

E poi saran le ultime...oramai (languore)

Come diceva il Guccio, e poi saran le ultime oramai...
Ho la netta impressione che questo blog stia diventando ad orologeria...
Che qua mi rendo conto che sta perdendo linfa vitale, non posso neanche dire che mi dispiaccia più di tanto, che io più che altro ho sempre scritto per me...ma più che altro perchè non stavo troppo bene...
Dunque non bene di testa, quello sono e quella resto, ma senza Demone, come faccio poi a scrivere dei post tormentati?
Questo blog langue, voce del verbo languire, langue come questa domenica pomeriggio che si dipana pian piano verso il tramonto, langue come languo io che della pigrizia ormai ho fatto un'arte e un credo...
Che non sarebbe il mio blog se continuassi a scrivere tipo dei post allegri e solari, che però adesso su due piedi sono anche abbastanza solare anche se languo...e quindi per il momento si è alle battute d'arresto...non crucciatevi per me fedeli lettori, qualche volta tornerò eh...

Giusto per dare un tocco melodrammatico al tutto, posto una poesia che adoro che ci ho messo una vita per rintracciarla, che poi non è neanche merito mio a dirla tutta, che avevo ben voglia di sfrugolare nei reconditi recessi della memoria, ma proprio non me la ricordavo di mio, per dire...

BLUES IN MEMORIA

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.

Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.