domenica 19 luglio 2009

For what is worth (Battle For The Sun)

Di quello che ne rimane della Vale, secondo sottotitolo, sono spellata come un tacchino il giorno del Ringraziamento, penso di aver perso una buona dose di udito causa decibel in eccesso, dormito ore 5 dopo 23 ore on the road, neuroni salvi: veramente pochi! For what is worth!?

Trascrivo un po', dal mio fedele quadernino rosa che mi accompagna da circa un anno, che ormai sta per finire le pagine, e che racchiude decine di mail, contatti, nick, sprazzi di vita, insomma la mia personale versione economica di una Moleskine, quello che non c'è scritto mi metto di impegno per infilare le parole una dietro l'altra con quel po' di raziocinio che mi rimane per non trasporre troppo delirio pure in questa sede, che di caos ce n'è già abbastanza dentro quel frullatore che mi ritrovo come testa, cercando di non fare troppo casino con i tempi e di non parlare di me in troppe persone differenti, che è un brutto segno, ma tanto mi sa che ai brutti segni dovrei esserci anche un po' abituata.

...

Hi-ho.Let's Go! On the road again.
Sveglia di quelle che così antelucane non ne ricordo dai tempi in cui prendevo aerei.
Doppia dose di caffeina, la Moka da tre, io che ormai il caffè non lo bevo quasi più.
Restauro alla velocità della luce, il risultato non mi convince più di tanto, ma non si possono fare i miracoli, dopo notte semi insonne; constato con disappunto che di recente i miei quasi 33 anni comincio a dimostrarli tutti...Voglio una vita spericolata....
Apro le finestre, pare debba scatenarsi l'apocalisse...ripiego sulle sneakers Adidas "da concerto" a sfavore delle infradito, un conto è essere ottimisti, un altro essere cogliona!
Memore dell'acqua di San Siro mi munisco di pseudo cerata con cappuccio, hai visto mai che mi tocchi il bis?!
Fuori non c'è anima viva, vento infausto e cielo livido, ci vorrebbero aereocisterne di Lasonil per dargli un colorito meno plumbeo "chi ben comincia è a metà dell'opera!", eh.
Scopro con contrarietà (metafora per indicare arci-incazzatura + ansia incoming) che d'estate il mio bus delle 5.50 non passa.
A malincuore ripiego sul metodo adolescienzal-sfigato del pollice up, basta non pensare che fuori è un brutto mondo e che ci sono ancora i buoni cristiani in giro. Vengo scambiata per Ucraina, poco male.
Ad onor del vero direi che il mio benefattore magari cristiano non era, che però poi mi viene anche da vergognarmi un po', delle volte, a votare in un certo modo, quando un ragazzo di colore, dopo la notte in Tenaris mi accompagna per pura gentilezza in stazione.
Ore 7.00 on the train, negli ultimi dieci giorni tra treno e metro ho fatto la scorta per un bel pezzo.
L'I-pod è malamente partecipe, l'update è riuscito male, si sono caricate poco più di 200 songs a SUA discrezione e il display è definitivamente emigrato verso una dimensione sfarfallante, ma finchè suona vediamo di accontentarci.
A Brescia cambio astuto, Eurostar Vs. Regionale per risparmiar tempo; il controllore entra a pochi minuti dalla fermata Verona Porta Nuova, mi fiondo fra le porte, fa molto "Sosta" dei Punkreas.
A Verona la coincidenza per Villafranca ha 30 minuti di ritardo, bell'affare che ho fatto, e sti cazzi, recupero un bus e mi si accodano 6 reduci dal festival di Livorno della sera prima, ci vuol del coraggio, e ci vuole anche essere giovani, che io ormai tutto questo gran fisico mi sa che non ce l'ho più.
Al Castello Scaligero mi si disintegrano le cuffie dell'I-Pod; sbatto lo zaino a terra tra i primi trenta prodi, per marcare il territorio, e mi improvviso runner per cercarne un paio di scorta, comincio a ridere da sola, ma i polpaccetti a lungo trascurati e il fiato coltivato a Winston Blue rispondono comunque agli imput.
zzzzzzzzz......zzzzzz.......zzzzzzzz.....
Temporanea interruzione delle comunicazioni.
Sono alla sesta ora di attesa, in piedi, l'acqua paventata non ha raggiunto i livelli del santo milanese ma ci si è avvicinata, fortuna che avevo il materassino gonfiabile, anche se in versione baby a forma di giraffa...
Al di là dell'ascoltare resoconti che paiono bollettini di guerra e gossip sui pompini a Brian Molko il tempo non passa mai, le voci sull'orario apertura cancelli si susseguono...io e le altre eroine da prima fila garantita stressiamo la security con domande idiote, tanto non abbiamo un cazzo da fare, e nel frattempo il sole ha cominciato a picchiare feroce...che c'è da stare attenti, hai visto mai, il caldo dà alla testa...
I was alone, falling free, try my best not to forget...
Perdo colpi. Almeno ho da bere, un frigobar completo dentro lo zaino; e poi ho recuperato u poster dimensione lenzuolo dell'evento.
E ne ho le palle piene di aspettare in piedi schiacciata come una sardina.
E sono a digiuno da giorni, che forse è per quello che quando mi alzo in fretta vedo le stelline come nei cartoni animati.
E mi prende lo sconforto, che comincio a parlare e pensare di me in terza persona: la Vale ai concerti, la Vale in prima fila, la Vale che ce la fa, che in realtà no.
Fa un caldo infernale, cappa di afa atroce, andare in bagno ormai un'utopia, riflessi rallentati, mi sento sola between the crowd, fosse solo una sensazione svanirebbe...

E poi ho smesso di scrivere sul quadernino rosa, che non ce n'era proprio l'oggettiva possibilità, già riuscire a fumare una conquista, la dilatazione del tempo, la torre dell'orologio sembra inchiodata dalle 15.00 in poi, io e le compagne di sventura ci appelliamo alla Security per passarcela, memore del Gladiatore, incontrato terreno fertile, inneggio "Al mio segnale scatenate l'inferno", poi ciancio sui Campi Elisi, mi trattengo dall'urlare I-S-P-A-N-I-CO solo perchè realizzo che sarei la prima ad essere schiacciata dalla transenna.

Poi i fottuti cancelli aprono, e le mie gambe mi vengono in soccorso, e pure la mia non considerevole altezza, scatto da sprinter e mi infilo sotto a chi strappa i biglietti (memorabilia, biglietto Ticket One intonso!), corsa al palco, non me ne frega un cazzo di niente e di nessuno, ho promesso di tenere il posto se potevo, l'ho fatto.
Prima fila quella vera, seguono due ore dentro ad una bolla d'aria, riesco a fare due passi, riesco a parlare un po' con le mie due colonne portanti, prendo atto che oltre al sacrificio e al merito ho avuto del culo...poi comincia.

Musica.
Emozione-Adrenalina-Brividi-Lacrime.

Io non riesco a descrivere cos'è un concerto.
Io credo di aver visto il più bel concerto della mia vita, non per gli effetti, non per il sound incredibile del Castello a fare anfiteatro...per la Magia!
Battle in una dimensione parallela, For What is Worth non mi esce più dalla testa, Meds dal cuore, The Bitter End commozione totale.
Grandi. Superbi. Stupefacenti e tutti i sinonimi che ora non ho lucidità per trovare.
La Musica è forse la mia unica salvezza.
E poi dopo alla fine, con le gambe dolenti, le orecchie che fischiavano e l'orientamento andato a farsi benedire ho recuperato il senso pratico, no che non volevo andare a Verona Station ad aspettare il treno delle 6.00....no proprio che il fisico non ce l'ho più...e in mezzo al delirio vociante di canti e "magliette-birre-bibite" io ho cominciato a salmodiare "Bergamo", con poca convinzione e mezz'ora di infruttuosi risultati.
Poi qualcuno, ha raccolto il mio message in a bottle e mi ha risposto "Dalmine-Curno".
E ho capito che Dio Esiste!!!!
Tappa in pub irlandese, Dubliners, nome originale, non c'è che dire. la Vale aveva le allucinazioni, movimenti dettati dalle leggi della gravità, pensiero cosciente in stand-by.
Sempre la Vale si riporta a casa, sempre in maniera decorosa, a volte stupisce se stessa, che già non ha la patente, ma guidarsi a casa da Villafranca di Verona a Osio Sotto, intrattenendo i driver con escursus culturali sulla Tenaris Dalmine e l'accorpamento dei cinque paesi a diventar Comune, beh ha dell'incredibile.
Considerando che il soggetto in questione non dormiva da 23 ore e aveva addosso stanchenza, pioggia, concerto, alcool etc etc etc, direi che ha fatto la sua discreta figura.
E or ora preso coscienza di qualche scattuccio che la digitale mi ha concesso, nonostante la falsa proclamazione di "batterie esaurite" quando proprio non lo erano, proprio in the beginning e in virtù di tutti i ricordini carucci del concerto....I-I- I- I- I- WILL BATTLE FOR THE SUN!!!!!


sabato 11 luglio 2009

Dancing Barefoot

Sottotitolo, cittadina del mondo, cittadina del nulla.
Io una casa non ce l'ho più, o meglio, mi sento più tranquilla nella mia casa bergamasca dove non c'è nessuno.
Back to Romagna.
Quattro mesi che manco. Nostalgia? Anche no.
Sono contenta di rivedere i miei genitori, al di là di quello (e bastan poche ore) mi sento un pesce fuor d'acqua.

Risveglio prematuro ore 6,20, una volta erano meno angoscianti i risvegli prematuri, suppongo faccia parte dell'ineluttabile pacchetto "tutto cambia"; se poi il pacchetto in questione non è di mio gradimento, immagino siano solo cazzi miei.

Stazione Centrale a Milano è un delirio, ad aspettare il mio turno per fare il ticket a mano rischio di non arrivare più, quindi 'fanculo al mio assegno emesso da FS per 15,00 euro.
Tanto mica ne ho di problemi economici. "Sono una Signora - ho un sacco di paglie", come dicevo in tempi andati.

L'Alta Velocità però mi suscita rispetto, in 'sto cazzo di paese ogni tanto riescono a fare qualcosa di decente: Milano-Bologna in 1 ora e 05.

Se c'è una cosa che non capisco è come fa la gente ad avere così fame: tutti assiepati alla carrozza ristorante a litigarsi l'ultimo panino col crudo (scaldato bene eh!), in treno o hanno tutti una gran fame o han voglia di giocare a carte.
Per non parlare degli apparecchiamenti personali di insalate di riso, non me ne capacito!
Per quanto mi riguarda l'Heineken è un pasto liquido più che sufficiente...Non so da dove viene tutta questa fame in treno...io non solo non ho appetito, ho un big bang nello stomaco e sono pure diventata scalza, che le mie infradito preferite hanno ben deciso di defungere nell'attimo in cui dovevo salire. Mica prendermela, fortunella non è il mio soprannome.

Ci si mette pure l'I-pod "melato": non risponde ai comandi, eh no, e sti gran cazzi!!! A forza di pigiare compulsivamente la combinazione sblocco, recupero la playlist Muse, Time is running Out primo pezzo shuffle...Grazie Matt che me lo hai ricordato, che da sola mi era giusto sfuggito. Our hopes and expectations -> Black holes and revelations...Che gran cosa sono gli occhiali da sole, quelli scurissimi, che ho preso a Genova.

A Bologna mangiano più che sul Frecciarossa, mi verrebbe da urlare "Da dove cazzo venite? Dal Quarto Mondo?!", si assiepano alla cassa, per ordinare tigelle industriali e sottospecie di piadine da 5 euro cadauna...Bestia il genere umano!!

Nel frattempo fumo, nell'ultima settimana, dagli U2 in poi ho ricominciato a random, una via l'altra e non me ne accorgo neanche. E fuori il cielo è piuttosto limpido, e non c'è neanche troppa afa.

L'I-Pod si sblocca con una coppia di pezzi adeguatissimi a Bologna, Diggin' The Grave e La Locomotiva, e allora servono alla grande gli occhiali da sole...e comincio a farmi le domande, quelle solite, quelle retoriche, che poi sono quelle che sarebbe meglio non mi facessi.
E dovrei essere contenta di vedere i miei, ma non lo sono troppo, perchè mi sono resa conto che a forza di stare così sola faccio proprio fatica, a dir poco, ad avere ancora a che fare con le persone.

giovedì 9 luglio 2009

All Because Of You - Part Two

Dov'eravamo rimasti? Che qua lo so, perdo colpi a tutt'andare, sarà l'età...

Part Two, dunque il pomeriggio.

Waiting è la parola d'ordine.
Aspettare, aspettare e ancora aspettare...le voci sull'apertura dei cancelli sono contraddittorie, io non ho nemmeno l'orologio, per quello che può servire.

A un certo punto controllano i biglietti, con lo scanner, ho avuto un momento di panico "e se fosse un fake il mio bagarinato?"... poi capita che ti trovi davanti una persona che non vedi da anni, la riconosci subito e sembra davvero stranissimo, e pensi che la vita fa proprio dei giri incomprensibili, quanto probabilità c'erano?
E allora capisci che in fondo vale la pena, che se riesci ancora a sorridere e scherzare come se il tempo non avesse lasciato le cicatrici, forse, e dico fose, c'è ancora qualche speranza.

Ore 16.00 finalmente aprono i cancelli...cardiopalmo...la corsa verso il pit stile Fuga Per La Vittoria, il fiato che manca e le gambe di pappamolla mi rammentano che non sono più una runner.
Per la strada mi perdo i compagni di sventura, è un po' un peccato, ma inevitabile.
Mi fiondo in prima fila, sotto quella che pare essere la postazione mic. e finalmente provo a respirare.
Solo che respirare è decisamente arduo quando sei costretto in un recinto largo 4 metri e con una densità umana da fare invidia alla Cina.
Marchio il territorio con lo zaino, avvertendo i circostanti che quel posto è mio, pena la morte ed esco.

Finalmente toilet, meglio non commentare lo stato dei servizi, ma benedictat alle fesh & clean e ai rubinetti dotati di acqua corrente fresca

Poi ancora lo sconforto, la sensazione di vuoto, la mancanza di condivisione, il bisogno di avere qualcuno vicino, perchè sentirsi soli in mezzo a 77.000 persone fa riflettere, o forse è proprio quello il punto, più persone ci sono, più si percepisce che dentro c'è una voragine, che qualcosa manca, e ti chiedi a cosa serve avere guadagnato a duro costo la prima fila, e ti domandi se ne vale poi la pena, se non è solo un tentativo mal riuscito, se l'emozione che cerchi di risvegliare in realtà non c'è più.
Troppo caldo, troppa calca, troppi pensieri, ho cominciato a pensare seriamente di ritirarmi in tribuna, addirittura ho pensato di andarmene, sognavo il mio letto, agognavo una doccia, volevo chiamarmi fuori, arrendermi.
In quei momenti sono una piaga, lo so, mi è stato confermato, ho dei seri problemi a gestire "il vuoto che al solito ho di dentro", a trovarmi all'aperto, a gestire situazioni ansiogene, e non è giusto cazzo, perchè questo tarlo, questa cosa che mi porto dentro trasforma quelle che potrebbero essere cose belle ed emozionanti in occasioni di panico e di ansia.
Almeno qualcuno mi rimane, qualcuno che non mi stancherò mai di ringraziare.

Poi, mi sono decisa, ho preso un bel respiro e mi sono rituffata dentro, però avevo bisogno di oblìo, ho agguantato il mio zaino come una boa e sono crollata, destata dagli Snow Patrol, che loro sono bravi eh, niente da dire, ma il livello di energie residue calava vorticosamente verso la strisciolina rossa, quindi ho ignorato gli 80 decibel che avevo di fronte e ho chiuso gli occhi, stremata, li ho riaperti per il finale: Chasing Cars, bella potente, emozione, ho ripensato alla prima volta che avevo sentito quel pezzo, quattro anni fa, soundtrack di una delle prima puntate di Grey's.
RedBull come recovery system e via, tirarsi su.
E quello che avevo scritto è andato a puttane.
Quindi ci riprovo.
Mi hanno chiesto com'è stato il concerto,
Le avevo scitte prima quelle cose lì, che avevo parlato dell'Artiglio, dell'album nuovo che non reggo.
Cosa vuol dire,
Mi viene un po' di incazzatura, perchè prima avevo scritto bene.
Com'è stato il concerto.
Non lo so, Non riesco a tirarmene fuori, perdo obiettività come un colapasta.
Perchè e per come,
Perchè si ama, perchè si prova?
Non faccio esegesi del concerto io.
La maggior parte ultimo album, continua a non piacermi, No Line però è stata spettacolo.
Non è mia intenzione recensire il concerto.
Io dico che si ama e basta.
E mentre c'era Beautiful Day io non ero a San Siro, ero in Connemara in una giornata di dicembre, io pensavo agli arcobaleni.
Si ama punto. Non è necessario essere corrisposti. L'amore è un sorriso, è un gesto, è ogni momento plausibile, gli U2 sono una fonte di amore.
L'Irlanda è l'altra.
Si è quello che si è, io sono insopportabile persino al mio migliore amico.
Io diversa, io uguale, tornata nella mia cripta, io che vivo di quegli attimi.
Perchè dico io e poi ci credo.
Si ama e basta, a prescindere, quella voce, che anche se Bono It's like God, io Amo, e non ha nessuna importanza quello che ne consegue.
Ogni sorriso, ogni gesto spontaneo, ogni cosa che fa ghignare, ogni volta che mi sento sfigata perchè non so fare a stirare, ogni volta che quando sto crollando e mi viene da piangere (e questo succede tanto spesso, mio malgrado), ogni volta ce la faccio più o meno.
Amo, punto.
Passo questi momenti in a clockwork orange, e il tempo mi ticchetta contro, ho solo domani, Vorrei che domani fosse. Vorrei che non fosse nulla.
Come sostenevano i Placebo, "without you I'm nothing.".