mercoledì 30 dicembre 2009

Time is running out

Ho la sensazione che la mia vita stia scivolandomi via, tra le dita, senza che io possa farci nulla...giorni, settimane, mesi e oggi un anno.
E' passato un anno da quando in una gelida mattina nebbiosa come solo la Romagna sa regalare, mi sono chiusa dietro la porta di casa, con l'intenzione di cambiare vita, di andare incontro ad un futuro che speravo roseo e pieno di novità...
L'autostrada che si lasciava dietro anni di frustrazione e solitudine, andare incontro ad una terra nuova, ero così pronta, così decisa, così illusa...
Dicono che il tempo è galantuomo, che sfuma i contorni dei ricordi e che lenisce le ferite...personalmente non ci credo affatto.
Non riesco a dimenticare l'emozione che mi vibrava dentro, la felicità impacciata di quando ho aperto la porta di questo appartamento, che solo il fatto di averne le chiavi mi commuoveva, la curiosità per tutto quello che non conoscevo, le speranze, gli attimi vissuti con il cuore in gola, il senso di attesa, la voglia che arrivasse ogni giorno nuovo, la certezza che finalmente le cose si sarebbero sistemate, che la ruota del destino potesse, per una volta girare anche a mio favore...
Ero diversa, credevo, credevo che fosse possibile, credevo con tutta me stessa che avrei potuto costruire qualcosa, ed ora, dopo un anno, posso solo constatare che erano sogni effimeri.
La nostalgia mi assale con la forza di uno tsunami nei momenti più improbabili, mi toglie il sonno nel cuore della notte, mi rende apatica, come una marionetta a cui abbiano reciso i fili...
La mia maledetta ostinazione ha dovuto fare i conti con la rassegnazione, vivere o sopravvivere...ed è fottutamente dura accettare che ci sono troppe cose che non si possono controllare, quello che ho sono solo le tracce del tempo passato, di giorni che non ritorneranno mai, un rumore di fondo che mi dice che questo tempo sta per finire, che la bolla di sapone sta per esplodere...vertigine...
Pentita? Mai.
Cito il Guccio, tanto per cambiare, che questo pezzo mi sembra scritto a doc per come mi sento:

Un anno è andato via della mia vita, già vedo danzar l'altro che passerà.
Cantare il tempo andato sarà il mio tema perchè negli anni uguale è sempre il problema:

e dirò sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi,
cercherò i minuti , le ore, i giorni, i mesi, gli anni, i visi che si sono persi,
canterò soltanto il tempo...

Ed ora dove sei tu che sapevi ridare ai giorni e ai mesi un qualche senso?
La giostra dei miei simboli fluisce uguale per trarre anche dal male qualche compenso...

domenica 27 dicembre 2009

Oppure allora si era solo noi...

(Fedelmente trascritto dal mio quadernino...quello su cui scrivo ovvero deliro...in treno perlopiù...)
C'è un sole splendido oggi, una di quelle giornate che non ricordo da mesi, quella luce invernale che a volte riesce ad essere così vivida, intatta...e il cielo è azzurro per davvero...che almeno a sto giro gli occhiali da sole sono giustificati...
E son sempre qua con i miei quattro stracci, lo zaino reduce da mille viaggi e concerti e una borsa piena di regali di Natale, che mia mamma, nella sua eterna apprensione mi ha intimato di montargli la guardia, che se uno ha fame e me la volesse portare via ci farebbe giù un festino...
E ascolto i Baustelle perchè l'I-pod è in modalità display morto (e io vorrei ascoltare il Bepi o al limite la sequenza casuale...
"Amore fra cinque anni dove andrò? E Tu chi sarai e chi saremo noi?"
Il Natale è andato, meno male...il mese scorso mentre andavo a sentire il Guccio ho incontrato un barbone che mi ha rivolto parola dicendomi "Signora, se ci pensa tra un mese almeno il Natale sarà già passato". Sagge parole...La guerra è finita????
Mordicchio la penna e ho una gran voglia di fumare.
Mi sento alienata a casa dai miei, quando scendo, però mi sento anche in un certo senso protetta, perchè so che ho vicino persone che non mi farebbero mai male, e vivo una sorta di oblìo dove sono come un'oca all'ingrasso...se non fosse che mi viene di piangere..."è bello e brutto solo questo"...Cappelletti in brodo fino a dire basta, stomaco quasi chiuso...mix alcoolico Prosecco-Sangiovese-Amaro alla Liquerizia...e poi a disquisire su Muse-Radiohead-Placebo con mia mamma...surreale come pomeriggio natalizio...e Charlie continua a fare surf mentre il sole si nasconde dietro le colline di Bologna...(non è mica facile...)
Senza forze, stremata...il 24 superato a malapena, il 25 al limite e il 26, gli strascichi, per me è stato il giorno più duro...che certe cose te le dimentichi, o meglio, le metti lì in un angolo della tua testa, a sopire, e poi le rivivi e allora ti accorgi di quanto di mancano...
Ti manca un Beagle pestifero a cui allungare bocconcini ghiotti e rotolartici nel letto, ti manca la persona che forse meglio al mondo ti conosci e ti ritrovi a fare una mano di conti e ti accorgi che la disillusione ha preso il sopravvento...
E nella sfera del vuoto quotidiano stringi un mano per mezz'ora cercando di sputare via i fantasmi, perchè quel contatto è così reale e vicino e non c'è neanche bisogno di troppe parole, che poi si fa anche fatica a trovarne e quel groppo in gola non le fa uscire...però basta esserci, in quel momento, mentre la pioggia scroscia e lava via quella sorta di estate indiana e le incertezze e le paure si fondono...

"Diciamolo per dire ma davvero, si ride per non piangere perchè
se penso a quella che eri, a quel che ero, che compassione che ho per me e per te.
Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di quei tempi là,
sarà per aver quindici anni in meno, o avere tutto per possibilità"

Perchè a vent'anni è tutto ancora intero, perchè a vent'anni e tutto chi lo sa,
a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età,
oppure allora si era solo noi, non c'entra o meno quella gioventù:
di discussioni, caroselli, eroi...quel che è rimasto, dimmelo un po' tu."

mercoledì 2 dicembre 2009

Runaway Train

Un anno fa ho preso un treno, proprio un anno fa, a quest'ora c'ero ancora sopra, non Alta Velocità, un Eurostar normale, da Bologna a Milano Centrale. Col mio I-Pod, lo zaino storico compagno di viaggio e un trolley enorme. Ho preso un treno sull'onda dell'entusiasmo, dell'euforia, della voglia di viaggiare, della voglia di homecoming, beata incoscienza e menefreghismo di fronte ad un futuro incerto, ad un lavoro che di lì a venti giorni non ci sarebbe stato più, io ho preso quel treno, quel treno che moralmente aspettavo da giorni, con un sorriso buono per l'occasione e tanta emozione nelle tasche del mio parka col cappuccio di pelo.
L'inizio di un viaggio, tra il clangore dei binari e la ressa della folla in stazione, un incontro, parole che tremavano neanche tanto per il freddo, la paura e la voglia, la sorpresa, lo scoprire, quando ancora credevo che la mia vita fosse la mia, e non una serie di scelte fatte per contrarietà.
Ho molto "Eskimo" in testa, e anche "Ti ricordi quei giorni". L'amarezza di fondo, la disillusione, perchè il "Tempo andato non ritornerà" e io sono sempre uguale a me stessa, mai diversa, passano le stagioni e cambia la luce fuori dalla finestra, le ombre arrivano sempre prima.
A chi mi dice che è meglio soffrire un po' ma avere vissuto non sento di dare torto, ma vivere ogni giorno nel rimpianto e nella nostalgia di quello che è passato e non tornerà mai più è una prova ardua, purtroppo ho un ottima memoria, purtroppo.

giovedì 19 novembre 2009

Song to say goodbye

Sulle persone che se ne vanno.
Succede che le cose finiscono, tutto ha un inizio ed anche una fine...ma ogni storia ha la sua conclusione, stessa illusione, parafrasando sempre il Guccio.
E anche se le cose te le aspetti alla fine non sei preparato, quando tipo arriva una chiamata, in quel celllulare che suona così poco....vedi una chiamata col numero di casa....e capisci che è finita.
Speri che sia finita la sofferenza altrui, e poi cominciano le domande, quelle che non trovano risposta.
Cosa c'è dopo? C'è qualcosa????....ha senso pregare????
Forse il mio nonno tirerebbe una bestemmia di più, ma io mi aggrappo alla mia cattolica convinzione che non finisca tutto con un ultimo rantolo, un solo respiro che separa l'essere dal non essere.
Non posso pensare che siamo così poco.
Non sono una gran persona, ho mille difetti e vizi, quindi non è certo compito mio fare un'omelia funebre, poi tra i miei difetti penso di non annoverare l'ipocrisia, quindi non spargerò parole inutili e false sui i miei nonni che mi hanno cresciuto.
Pòta, non avevo un legame così intenso, ma io al mio nonno gli volevo bene.
Il mio nonno che l'ultima volta che l'ho visto speravo che non sarebbe stata l'ultima, anche se mia mamma me lo diceva (facevo le corna tra di me, fanculo, mi dicevo, camperà fino a 90 anni!), speravo che non fosse l'ultima che mi sarei specchiata in quegli occhi del mio stesso colore, quelli che ho ereditato da lui, da lui solo.
E non mi va neanche di ricordarlo così, sospeso, esile e indifeso.
Me lo voglio ricordare com'era, quando stava bene, con la sua Ape (perchè non ha mai voluto prendere la patente) o con la sua Vespa, quando passava a salutarci sotto casa d'estate e magari ci portava qualcosa dall'orto, voglio ricordare - e magari riderci sopra - il suo garage pieno di cianfrusaglie inutili che si ostinava a raccogliere "perche possono sempre servire", voglio ripensare ai suoi cartocci di carta di giornale con dentro i paganelli che mia mamma dava alla sera alla gatta Lilly.
Voglio ricordarlo seduto a tavola, che mangiava il pesce che si era pescato e cucinato, e magari un bicchiere di birra o di aranciata, con il TG o lo sport in sotofondo, che lui lo seguiva, pòta.
Voglio ricordarmi quando da piccola giocavamo a briscola, che c'era ancora mia nonna, o quando magari da "grande" mi raccontava che giocava a Mah Johng coi suoi amici quando andava al bar.
E anche se era una persona tirchia, quando ero piccola, si tastava sempre i pantaloni per darmi le mille lire di carta, quando lo andavamo a trovare, il sabato o la domenica, o le 10.000 quando era festa, perchè era una persona che metteva da parte e non spendeva nulla, era una persona che pensava al dopo.
Non voglio pensare alla camera ardente con quelle quattro anime a rendere omaggio, a quell'uomo che era sempre stato forte e indipendente, rannicchiato sul raso del suo ultimo riposo, non voglio ricordare la nebbiolina fitta, la cappa di semioscurità e l'odore dei cipressi; il triste elenco delle operazioni con cui è stato messo nella terra.
E' un pensiero stupido, ma mi è venuto subito in mente che sarebbe stato così freddo sottoterra, freddo e buio....io non ci voglio andare sottoterra.
E questa trasferta lampo mi ha lasciato completamente stordita, tutto all'ultimo, non preventivato; prendere-partire-tornare, il caos alienante di Milano, la pianura che va ncontro all'Emilia, con la sua caligine e luci velate dal buio di un finestrino, lacrime, oblìo, l'impotenza di fronte all'ineluttabile, l'amara consapevolezza che il dolore non è un mio esclusivo copyright.
La paura. Le cose a cui non voglio pensare perchè fan troppo male.
Il vuoto, la sensazione che anche una parte di te se n'è andata, perche le cose finiscono senza che tu ci possa far nulla, e piccoli pezzetti di te, di storia, di vita...se ne vanno, scompaiono, svaniscono.
E puoi solo rimanere a guardare, assistere impotente, al pietoso film, a quella cosa che chiami Vita.
Mi chiedo sempre più spesso "If I ever feel better", sempre meno convinta, a cosa serva questo calvario che viene venduto per esistenza, se non a finire con dei vestiti migliori addosso (io non li vorrei, nel caso solo le mie cose nere semplici e i miei Claddagh presi in Irlanda), ma dato che mi vendo come cattolica, ci dovrei anche credere, e allora, scrivo la cosa che ha detto all'ultimo minuto la mia mamma: "Spero che ci siano tanti pesci da pescare, nel posto dove vai".
Voglio ricordare il mio nonno sulle note di Bandiera Rossa o di Bella Ciao, il mio nonno: comunista, muratore e pescatore, un uomo onesto, un brav'uomo.
Amen e Porco Dio.

mercoledì 4 novembre 2009

33

Ho scelto la seconda opzione.
L'ultima cosa che ho messo come stato FB era particolarmente ispirata.
I compleanni sono l'home page degli spettri.

Mi chiedo da tempo cosa ci sia da festeggiare nel giorno della propria nascita, che già a mio avviso non è una cosa troppo felice (e qui immagino già chi mi dà dietro con la mia visione dark-pessimista....) , poi più passa il tempo, meno la data in oggetto sarebbe evento da festeggiare, dopo i 30 la gioventù è andata, e non è un modo di dire, perchè anche se si vuole esserlo, e lo si fa, o lo si prova a fare...beh insomma si scopre, con sgomento, che ti danno del "lei", anche se hai una birra in mano e canti ai concerti, si scopre ecco, che non lo sei più giovane.
E sei lì, il nulla, il punto zero.
Sei un cellulare che squilla più volte solo quel giorno, solo perchè qualche dispositivo elettronico ha ricordato a parenti e conoscenti che quel giorno è dovuto fare gli auguri.
Quel giorno sei una pagina Facebook in cui devi trovare cinquanta modi diversi per dire grazie, e non apparire, banale, superficiale o scostante, anche se sai benissimo che tutti quei grazie sono di default, e che la maggior parte delle persone che ti esprime tutti quegli auguri lo fa secondo Pavloviano comando.
E questa non è considerazione sprezzante o cinica, perchè ci sono persone che lo sanno solo in quel tramite che quel giorno è la tua, molto tra virgolette festa, e quindi non sono minimamente a dispregiare chi mi ha fatto un sorriso o un augurio.
Perchè ci sono persone che ti fanno commuovere, che a mezzanotte o poco dopo, in Romagna, tipo, ti scrivono gli auguri sul telefonino, e lo sai che tipo quella persona lì è magari sul letto, coi suoi gatti, ma ti ha proprio pensato, proprio a te, e ti scende una lacrima...poi te ne scende anche un'altra quando ti svegli la mattina e trovi un altro messaggio, da una persona con cui non sei più magari troppo in contatto, (colpa tua eh, mica è sempre degli altri la colpa!) o un'altra ti chiama quando proprio meno te lo aspetti...e allora per un attimo ti illudi di non essere così maledettamente sola...
Poi passa mezzanotte, si esauriscono gli auguri e il tuo cellulare torna ad essere muto...
Ti guardi indietro e realizzi che in 33 anni non hai concluso nulla, a guardare avanti solo paure, ansie e punti di domanda, ti chiedi per cosa dovresti continuare a lottare, ti chiedi cosa dovrebbe essere uno stimolo, intorno solo il silenzio, dentro la testa il rombo del sangue che circola e la consapevolezza che ti aspetta l'ennesima notte a combattere contro l'insonnia e l'angoscia...c'è proprio di che festeggiare...

"And you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking
Racing around, to come up behind you again.
The sun is the same in a relative way, but you're older
Shorter of breath and one day closer to death"

sabato 24 ottobre 2009

October

"October
And the trees are stripped bare
Of all they wear
What do I care
October
And kingdoms rise
And kingdoms fall
But you go on
And on..."


Già da tempo mi interrogo, peraltro senza risposta, su cosa le persone trovino di piacevole in questo mese, in qusta stagione... "eh i colori" - "eh le caldarroste! - "eh il calore di un camino" - "eh le ultime giornate col sole".
Dissento. Dalla fine all'inizio, stanotte indietro la lancetta (mio malgrado l'ho scoperto!), quindi ne consegue che il buio incombe, sempre prima, pòta non è che posso-voglio cambiare le stagioni, ma già questo è un ottimo motivo per mettere giù il muso, o la "faccia spiritata", che dir si voglia.
Di camini e caldarroste in compagnia...devo controllare l'agenda, ma non mi sembra me ne si prospettino...rimarrebbero i colori, ma non ho un boschetto sotto al terrazzo, quindi bocciati tutti i pro.
Mi ero dimenticata il buon vino e la grappa, ma quelli ci sono di default, quindi non fanno testo.
Mi appello alla matematica che mi difetta, per tirare le somme, o meglio per non tirarle.
E oggi c'era pure il sole e faceva miracolosamente caldo e alle 11,00 del nuovo orario, ho pensato che magari avrei potuto pranzare...se avessi avuto dei 4 Salti in Padella nel freezer...non ne avevo.
Una persona normale, visto che il frigo è guarnito, avrebbe improvvisato una pasta come niente, ma no, l'idea di tirare giù dal pensile alto, quello che devo montare sulla sedia, per tirare giù la pentola della pasta, proprio non mi sorrideva...allora via, si esce...vuoi che non si trovi un'Iper o un alimentari aperto? Pòta in Padania....qua siamo avanti, i posti aperti di domenica ci sono...
Su la giacca di pelle vintage, gli occhiali da sole e l'I-Pod...via che qualcosa si trova...prendo lo scooter, direzione Dalmine...serrata totale, c'è aperta giusto la farmacia, ma a sto giro non mi serve, disdetta...allora si torna verso casa...poi però ci sono i cartelli quelli dei vari Iper, Standa, Auchan, aperti, che mi attraggono come le sirene di Ulisse...via via si prova...il Famila a Verdello, chiuso, l'Iper a Brembate idem (ma lo sapevo già)...l'Onda a Capriate me lo sono persa...e allora sprovinciamo...via di bassa milanese.
A Trezzo le uniche anime vive sono extracomunitari o gente che porta i fiori al cimitero, all'angolo delle strade spuntano come funghi i venditori di borole (però quelle me le ero già fatte, tappa fortuita alla Borolada di Osio Sopra, gentilmente offerta dallo stand della Lega).
Follow the road...l'I-Pod col suo display sbarluccicante è comunque ancora degno compare...oltre Trezzo le "Colonne d'Ercole", ma pòta fa cusè....e allora macino chilometri, allettata dai cartelli Iper e Auchan....quando mi ritrovo ad ARCORE! capisco che c'è qualcosa che non va...(in effetti ad Arcore c'è moooooltoooo che non va!) imbocco per disgrazia la tangenziale, salvo comprendere dopo 100 metri che non ho modo di uscirne col mio Ovetto 50....segue retromarcia in controsenso....i numeri del circo Findus, alè!
Rientro non so dove e mi diletto a passar paesi sentiti nominare, Robbiate, Paderno, Verderio....rimpiango un navigatore o le Google Maps, anche se l'assurdità della situazione mi fa sogghignare...
Nel delirio trovo un'Auchan aperto, Merate...realizzo che sono in provincia di Lecco...non male....entro in questo girone apocalittico e ci metto tipo mezz'ora per trovare il reparto surgelati...(Bepi & Radiohead a random in cuffia) intanto che ci sono ne prendo tre, di buste di 4 Salti, sia mìa che devo fare un laùr del genere anche il prossimo weekend!
Il rientro su basi indicativamente solari, mi trovo più volte a fermarmi e fare due conti, che ormai destra e sinistra non valgono più come coordinate, sono più vicina a Milano che a Bergamo, però di default ho la bussola mentale, (mi chiamavano Tom Tom....)...improvviso un Cornate-Sulbiate-Mezzago e più o meno mi ritrovo indirizzata verso casa.
Giungo a Trezzo "liscia come l'olio" e poi lo scooter ha il navigatore impostata.
Arrivo a casa che comincia a far frècc, e ho tutti i 4 salti che volevo...però non ho più fame!
Mi rendo conto dall'angolazione del sole che con quella cosa dell'ora solare le cose son cambiate, e me ciàpa màl!
4 Salti in Padella, 100 km di scooter (50) e comunque ancora qua, a delirare nell'etere...Hi ho...Let's go, Avanti Savoia!

sabato 17 ottobre 2009

Due anni dopo

"Visioni e frasi spezzettate si affacciano di nuovo alla mia mente, l'inverno e il freddo le han portate, o son cattivi sogni solamente (...) Lo specchio vede un viso noto, ma hai sempre quella solita paura che un giorno ti rifletta il vuoto oppure che svanisca la figura. (...)E ancora non sai come potrai trovare lungo i muri un' esperienza; sapere vorrai, ma ti troverai due anni dopo al punto di partenza... "

E così sono passati due anni, stento a crederci, da quella sera di ottobre che quasi per gioco cominciai a scrivere parole a caso..."Faccio un blog anche io", mi dissi all'epoca, che di blog e computer ci azzeccavo poco, non che ora sia un genio...Mi era sembrata un'idea divertente, (all'epoca non mi prendevo ancora così maledettamente sul serio) poco impegnativa...e invece chi l'avrebbe detto? Queste mie pagine, i miei deliri, i miei sfoghi, hanno cambiato la mia vita, questo blog è stato il punto di partenza, (nonchè la fine) della maggior parte delle relazioni sociali che mi hanno accompagnato durante tutto questo tempo...grazie o per colpa di questa "scatola-contieni-emozioni" ho fatto scelte decisive, da non credere, il potere del www.
Oggi non mi sento molto in vena letteraria, ma siccome sono quella delle date, che se le ricorda tutte, mi sembrava doveroso spendere due parole, anche se ho la testa che mi scoppia e lo spleen autunnale di default.
In fondo ci sono affezionata a queste pagine, sono la cosa più simile ad un diario che possa esistere, sono la testimonianza di quello che ho vissuto, provato, pensato...scrivere è stata diverse volte una salvezza per me, ora lo faccio molto meno, perchè la rassegnazione ha preso il posto del bisogno di comunicare, l'introspezione e la chiusura me le sono cucite addosso...ma tutti i miei post, anche quelli che non ho mai pubblicato, sono la parte di me più vera, schizzata, depressa, disperata, innamorata, entusiasta, delusa...questo blog è quello che ho dentro e non riesco a separarmene, anche se ne sono stata tentata numerose volte.
Magari quella sera avrei fatto meglio a fare altro, magari no, ai posteri l'ardua sentenza...però come dice il Guccio, ho l'impressione di essere "due anni dopo al punto di partenza".

venerdì 16 ottobre 2009

Dreams...are my reality (ma NON è il tempo delle mele!)

Questa notte, mentre mi stavo addormentando, ben oltre il mio consueto orario, mi è implosa nella testa l'immagine di un castello diroccato, con la luce morente, sulla superstrada per Waterford.
Prendere sonno non è mai stato così difficile.
Il sonno, beato, la mia via di fuga, non voleva saperne di giungere a me...
Pensavo di impazzire, forse è presunzione usare il condizionale...
Non riuscivo a capire il perchè, ero letteralmente bombardata dalle immagini, dai ricordi...
Glastonbury e il Thor, i negozietti esoterici dove ho comprato pietre, cristalli e collanine new age....
I vicoli di Kilkenny, con l'I-Pod allora in modalità U2 random, magari una cuffia sola e l'altro orecchio libero a captare i suoni che mi circondavano, il senso di urgenza, la camminata veloce...
un Fish&Chips alle Slieve League e il Rusty Pub dove c'erano dei piccoli fari in miniatura e uno di quei cani caratteristici che stanno sempre nei pub...(volevo rubarne uno di quei fari, però poi il posto era troppo carino e non ne ho avuto coraggio!)
La strada ghiacciata a Prato allo Stelvio...(meno non so quanti gradi) con le montagne che incombevano e la Yaris che è sempre stata una signor macchina...Lo Yak & Yeti, pòta che posto (e che nostalgia)...
Certi letti irlandesi, come erano calde quelle coperte...
Poi ho capito...avevo messo su, dopo quasi un anno, il mio profumo speciale, quello che avevo in tutte quelle situazioni, quello che mi faceva auto-atmosfera, era colpa di quello.
Memoria olfattiva, si chiama.
Quel profumo è meglio che lo sigilli.

domenica 4 ottobre 2009

Autumn of my life

"But in the autumn of my years
I noticed the tears
And I knew that our life was in the past
Though I tried to pretend,
I knew it was the end
For the autumn of my life had come at last"

Ogni giorno che la sera si porta via un po’ di luce, si prende a forza anche una parte di me, cerco di ricordare che profumo avessero certi momenti, che profumo avevano certe stanze…e mi vengono le vertigini, perché il concetto “mai più”, fa troppa paura, è troppo insindacabile, il mai più non ha opzioni, ha ucciso ogni speranza, e non si può neanche più sognare.

E ogni sera che avanza è solo tempo gettato via, qualcuno direbbe, sprecato, ma non si può sprecare qualcosa che non ha nessun valore, il tempo è solo tempo, un giorno sgranato a seguire l’altro, come le settimane o i mesi, come le la distanza, come la rassegnazione.

E non ci sono le carezzine sulla testa, no eh, sei troppo grande bimba, e sei troppo lontana.

E quegli aerei che senti ogni sera, prima di rifugiarti nel tuo benzodiazepinico sonno, non ti porteranno più in posti belli, quelli che provi ancora a sognare…perché poi, quei posti là, lo sai che non li devi pensare neanche di lontano.

La terza persona è quella maledetta vocina interiore…ok, lasciare la parola alle vocine che stanno dentro alla propria testa e farle interagire non è proprio indice di equilibrio mentale, però non avendo mai affermato di averne uno, sono al riparo da ogni attacco.

Se guardo indietro, il quadro generale, senza fronzoli o abbellimenti, è sempre lo stesso: stasi.

Da anni. Ora forse è cambiato lo sfondo, ma la luce è la medesima, quella dell’autunno che pian piano si fa strada, con gli ultimi soli e l’ultimo tepore, le domeniche maledette, addosso sempre la mia giacchetta Adidas anni ’70 che ho da più di quindici anni, di fronte a me uno schermo e un bicchiere di vino o di birra, qualcosa da riscaldare nel microonde, il cellulare che non suona mai, e intorno e dentro me, il vuoto.

giovedì 24 settembre 2009

Numb

Mi devo imporre,
devo sforzarmi
non pensare,
non ricordare.


Certi luoghi,
certi suoni,
certi profumi.
Pagine che non posso rileggere.


L’assenza di attimi
Brucia.

Attese,
cose che facevano parte di me,
speranze appassite.

Vuoto, cerco il vuoto,
solo il vuoto può coprire l’eco.

Il sole ha asciugato tutto.


mercoledì 16 settembre 2009

Nessuna connessione disponibile

Decisamente sconnessa da ogni rete.
Queste giornate qua mi fan capire che è decisamente arrivato l'autunno...questo clima Irish non mi va giù, proprio no, che qui non siamo nella Verde Isola e dopo questa pioggia scrosciante non ci saranno nè scogliere nè arcobaleni...
Solo un villaggio fantasma e il fantasma di me stessa, che prova a venire fuori dal display difettoso del'I-Pod, tra la voce di Cobain e quella del Mick..."you can't alwas get what you want"... Ok, che "sempre" è una parola grossa, ma giusto un "sometimes" andrebbe bene.
Poi stanotte lo so che farò dei sogni ancora più assurdi del solito...
Chi mi nasconderà ancora i libri sotto al piumone per farmi gli scherzi?
Qualcosa di quello che ho lasciato behind mi manca ...il mio compagno di marachelle e di avventure, quello che mi fa dannare e incazzare a volte, quella che mi conosce per come sono davvero, senza filtri...quella persona che non sopporta le mie sigarette e i miei cd, la persona davanti alla quale posso scoppiare a piangere di punto in bianco e non batte ciglio...perchè è come me...
Ecco, ci mancavano solo i Modena, In un giorno di pioggia, proprio ci voleva...
Oggi il buco nero è più profondo che mai...
Io ci provo eh, a restare a galla, ci provo, ma ci riesco di rado...passa solo per poco...e allora tipo mi ci devo aggrappare, a quelle cose che mi fanno un minimo sopravvivere.
Però, in fondo, più passa il tempo più mi sembra che non ci sia il mio posto nel mondo...

giovedì 10 settembre 2009

Un nuovo canale...Fox Mine: Delirio!

Questa dimensione onirica...
Mi lascia spiazzata. Ultimamente, durante la notte, lavora senza il mio controllo...con esiti improbabili.
Pare che sia in atto una sorta di "recovery system", solo che invece che andare a cercare i file perduti di un hard disk, il sonno recupera cose assurde dal mio cervello.
Una mia compagna di liceo, quando avevo sedici anni, io non mi ricordavo neanche più il suo nome...stanotte mi sono ricordata di lei, del suo fidanzato morto la notte di Natale, nome e cognome, e ogni dettaglio della casa dei suoi, dove magari ho bevuto per la prima volta qualche cosa che fosse più di una birra e fatto un tiro a qualcosa che non era una sigaretta, ma non è mai stata una mia cara amica....eppure mi ricordo il suo divano che avrò visto sì e no due volte...
Quando ero piccola piccola i miei andavano in ferie in dei posti tra il Veneto e l'Alto Adige...in questi giorni mi ricordo un affare tipo un gatto, di quelli che gli metti la monetina dentro e ci fai una cavalcata e lui suona la musichetta, non so perchè sono convinta che si chiamasse Gatto Mammone, e ho quella musichetta in testa...e in seguito al Gatto Mammone c'era una stanzetta provvisoria, non so quanto sia durata, io credo che fosse a Dobbiaco o San Candido, e poi delle pastigline Falqui, perchè insomma, già da piccola avevo dei problemi...
Poi fanno dei discreti salti temporali questi sogni...
(Se continuano ad essere così veri mi viene pure qualche preoccupazione, perchè ogni tanto, tra un episodio e l'altro, ci sono dentro pure le persone attuali, con cui sempre mentre dormo, faccio discorsi, quasi normali...e poi mi capita di farli anche per davvero, da sveglia...o di non farli perchè convinta che certe conversazioni siano già avvenute!).
Ho rivisto i miei animaletti che non ci sono più.
La mia prima gatta, che si chiamava Lilly, che andava di sotto alla macchina da cucire di mia mamma, che non era all'inizio proprio la nostra gatta, ma veniva in casa, perchè c'era la porta aperta, oppure saliva dall'albicocco...e c'erano le piastrelle di quel bagno che erano nere coi disegni rosa, tipo degli schizzi di colore (non so cosa darei per avere piastrelle nere così,ovunque)...
E in quella casa avevamo un garage-cantina, dove davanti c'era la macchina e dietro il laboratorio dove il mio babbo faceva i suoi lavoretti, e c'era pure una scaletta per andare giù, ahh le case vecchie, così funzionali...e insomma una mattina ci sono scesa, da quella scaletta giù ad andare in garage, non so se a prendere l'acqua o per tirare fuori lo scooter, e ho trovato la micia in coma diabetico.
Seguono due giorni che non auguro a nessuno, solo chi ha un animale in casa, che vive come un parente, può comprendere la sofferenza.
Poi è andata, anche lei, e l'abbiamo sepolta sotto al pino.
In effetti le abbiamo quasi fatto un funerale, con una cassa, perchè io e mia mamma non volevamo che stesse fredda nella terra, e dei ricordini, e qualche fiore.
Beh dài, eravamo avanti, era prima che uscisse Six Feet Under...
C'era questo pino altissimo, e sotto ad esso c'era il cimitero di tutte le creaturine che io e i miei avevamo provato a salvare...
Però ecco, adesso mi rendo conto di una cosa, gli animali ci sono in questi sogni, io ci sono ed è come se fossi una spettatrice, ci sono i miei genitori...però perchè in tutti questi sogni così veri, che sento ancora il profumo dell'abete e del tasso...e vedo la siepe...perchè non ci sono mai anche i miei amici? Perchè loro no? Loro quelli che non ci sono più, perchè non c'è l'Elisa, perchè non c'è Marcone, perchè non c'è Max?
Non volevo pensare alla morte, non volevo scrivere cose tristi, in effetti oggi ero anche in buona, ma la morte è dentro di me, da sempre, già nel fiorire vedo l'appassimento, che sia un oggetto, che sia un sentimento, che sia qualcosa a prescindere...ne vedo già la fine.
Mi sembra di essere come una di quelle figurine essenziali animate, quelle che fanno in certi video, io mi sento in bianco e nero e vedo la maggior parte delle cose come sagome animate e colorate, con cui per qualche motivo non riesco ad interagire...
Il "resto", è colorato e si muove, io sono la figurina grigia con i movimenti standard, che non riesce a passare al livello successivo.

martedì 8 settembre 2009

L'è sa' l'estat...

Per l'ennesima volta sono una specialista ad arrivare coi treni della ghiaia.
Mi perdo sempre delle cose...ci arrivo dopo...
Ecco adesso l'estate è tipo finita, e per me è iniziata il 5 agosto.
E non ci sono proprio davvero più le rondini e tutte quelle sigarette che fumavo in terrazzo in quelle serate che non finivano più, sfuman via sempre prima.
La provinciale in scooter, mi piace. Dalmine - Lallio - Berghèm.
Sono contenta di non avere il mare vicino, il mare che piace a me è da contemplazione.
Preferisco le montagne, pòta la Val Seriana (la cràpa la sfìama!).
Ecco però al fin della fiera rimane sempre una costante, la mia solitudine.
E non ha importanza se sono una mezza zia, non vale poi molto quando si riapre quel buco maledetto che ho dentro, vale ancor meno quando ho davanti quello che vorrei che lo riempisse, quella rughetta, quell'entusiasmo contagioso, quella passione che mi commuove, che mi fa ridere, che mi fa sentire viva: quello che non avrò mai.
E questi sonni assurdi, che non so perchè, rivivo spesso e volentieri pezzi della mia vita passata, ma non di quella passata recente...
Mi trovo con dettagli vividi come se ci fossi dentro per davvero, nella casa dove abitavo quando avevo quindici anni...o a fare il lavoro che facevo quando ne avevo venti...rivedo di continuo persone che ho perso di vista da una vita, alle quali magari lucidamente non penso mai e giuro, da sveglia, non ricordo quelle cose, ma mentre dormo mi sembra di essere dentro ad un film....certi particolari, certi dettagli...
Una cosa inquietante è che in quei sogni sento persino gli odori...e puntuale, mi sveglio ogni notte alle 4,22-4,33 e mi manca il fiato.
Per fortuna che c'è la musica, per fortuna che c'è il Bepi!

giovedì 20 agosto 2009

It's all over now (Baby Blue)

Non c'è che dire, la mia rimpatriata in Romagna altro non lascia se non la domanda di come io abbia fatto a trascorrerci oltre trent'anni di vita.
Se la mezzaluna fertile è una culla di civiltà, il piattume romagnolo della bassa, è una culla di infelicità.
Non per niente mica l'avevo detto a nessuno, non sìa mìa che ci siano aspettative nei miei confronti, che io le aspettative so far solo a deluderle, e quindi meglio muoversi in sordina.
Capito a sorpresa alle 7 del mattino o alle 3 del pomeriggio, poi mi si può sempre dare qualche calcio nel sedere se la mia inaspettata presenza dà noia.
Oggi è stata una giornata peggiore, se male è lo standard, oggi male all'ennesima.
Mia mamma mi ha convinto ad andare a trovare mio nonno, che non vedevo da oltre un anno.
E non è per la scusa che mò sto a Berghèm, è che io le cose non le voglio vedere.
Sarò insensibile dicono, io dico che siccome c'ho già il Demone e il famoso buco nero, dentro, cerco di evitarne altri....ebbene sarò una codarda, ma io già fatico a gestire la mia piccola e personale infelicità, che a buttarci sopra altro dolore è come buttare l'alcool sulla carbonella fatta male.
Io sono la brace fatta male.
Come e perchè la vita fa questi scherzi?
Io non ce la facevo. Io sono scoppiata a piangere subito, del resto pare non sia un evento rilevante...Ma insomma...le persone così? Io non ho questo gran legame, ma la vista di questa creatura, che peserà si e no 50 kg, consumata, immobile, intrappolata nel suo corpo...che non riesce a parlare....questo mi ha colpito, a vedere quelle labbra che si muovevano, e quegli occhi che parevano avere avuto un singulto di riconoscimento....
Quella pelle così sottile e macchiata, che ho chiesto perchè era così fragile, che la risposta "perchè è vecchio, poverino" non mi è piaciuta.
Mia mamma mi ha detto che dovevo essere contenta perchè sono stata riconosciuta, perchè ha flebilmente pronunciato il mio nome, beh non ero contenta.
Mio nonno fino a due anni fa "dava della paga", come si dice qua, a tutti, autonomo e indipendente, in motorino (perchè non ha mai preso la patente, lui!) e la sua canna da pesca...un uomo gentile e pacato, quando non bestemmiava...comunista nel cuore, giocatore di Briscola e Mah Johng, tirchio e assolutamente restìo alla tecnologia....
Imboccato a cucchiaiate di gelato perchè non riesce a masticare nulla.
Così fragile e impotente su quel lettino, inghiottito dalle lenzuola di carta velina che spacciano come cotone sterile ospedaliero.
Mia mamma ci si è abituata, io non ho la fòrsa (scritto così eh).
C'era un letto a fianco e sopra delle foto di nipoti e cagnolini.
Aldo si chiama, il suo compagno di stanza, i nipoti e i cagnolini erano di quell'altro.
Io pare che teoricamente diventerò zia, preferisco chiamarmene fuori a priori.
Essere vivi così?
Io non ce la faccio a vedere queste cose.
Io convivo con la morte da sempre, io e la Mietitrice abbiamo un rapporto contorto (come tutti i miei rapporti, del resto), ma non riesco a vederla così "vivida", così capace di tenere le redini, di giocare, di tenere appesi i suoi fili maledetti...la coscienza del suo potere mi destabilizza...del resto è come la scoperta dell'acqua calda.
Piazza di Russi ore 17 di un pomeriggio che torrido è un aggettivo scontato.
Winston Blue & Beck's.
(la part II ora non posso, non ci riesco mica....too much pain....)

venerdì 14 agosto 2009

Ashes to ashes

Sono
la brace divorata, consumata,
sono quella brace che ha ancora il tepore
il profumo del legno
che ha consumato anello dopo anello.
Sono
respiri sottovoce
umidi e nascosti,
respiri che hanno paura,
respiri che esalano se stessi per potersi fondere.
Sono
quella cenere
a cui basta un soffio
per disperdersi
senza scintille.
Sono
un ciocco di torba:
il grido di un gabbiano può risvegliare l'oceano,
la sferzata di un alare assopire tutto.

mercoledì 12 agosto 2009

New Born

Post breve. Solo perchè ho voglia di straparlare. Solo perchè si dice che non sorrido mai, in effetti la cosa non è lontana dal vero, non rido e non sorrido quasi mai, però ogni tanto sfuggo alla mia immagine funerea, e si riesce pure a portarmi fuori dalla cripta.
Cazzo che bella una birretta fresca sul lungolago da aperitivo, e passare per miracolo in Trentino A.A. e i Canederli....:)
AMO le montagne, amo subito quando capisco che sono in Trentino, e vedere Tione 18 km, penso alla mia nonna, si sottovaluta l'idea della montagna, non bastano due colline, la montagna ce ne vuole per essere tale.
Pbah, è una parola onomatopeica, riassume quello che esprimo di solito: scazzo-non convinzione-incertezza.
Oggi pochi pbah, proprio pochi.
Oggi ero entusiasta. Oggi sono stata bene.
Io non sono ancora defunta, io riesco ancora ad essere l'idiota che si fa gli fa autoscatti e minaccia di buttarsi nell'acqua melmosa a fare il bagno, (che però nel lago dopo era più bello!) quella che a fine pasto prende ancora la polenta e funghi, quella che nelle foto ha gli occhi spiritati, quella che ghigna e sogghigna e cancella le foto dove non viene bene (sono la maggior parte!) , quella Hiraeth è come la brace.
Quella Hiraeth, quella Vale, quella w.o.w.y. ringrazia di cuore chi non l'ha abbandonata, (mandata a culi, avrei detto quando ero romagnola) , chi le è stato vicino, chi la sopporta tutt'ora.
Forse è per i Placebo, non si può non amarli....io mi sono chiusa dentro a non vedere le stelle cadenti il 10 di agosto, le mie stelle non si avvereranno eppure le ho vicine.
Non saranno neanche i Muse....Starlight e Plug In, stanno solo dentro un'autoradio o in compagnia di cd persi.
Quello che amo davvero io lo so che non è perso.
Oggi, per un attimo, ho rivissuto qualcosa che non ci sarà mai più, i miei 14 anni, i Free, il mio giradischi improvvisato in camera, il mio babbo che gli rubavo i dischi belli: Guccini, Deep Purple, Beatles....
C'era quel mobiletto di legno, l'aveva fatto lui, il mio babbo all'epoca era bravo a fare i mobili, e io non vedevo l'ora che loro se ne andassero per "sentire i dischi a tutto volume come fanno i giovani d'oggi".
Non gli U2, non i Placebo, non i Muse, mi toglieranno mai dall'anima e dal cuore tre pezzi, che se dovessi morire li vorrei al mio funerale, e ringrazio di cuore per avermi indicato la strada: Stairway .... - Child in time - Eskimo
Sarà mica per il rock vecchio, quello evocativo...
Ah sono innamorata delle cose vecchie ed evocative...
Questa sera non ho la forza di impegnarmi per le foto...cliccare sul link per le foto....io sono.....STANCA!
http://www.facebook.com/album.php?aid=2029927&id=1496740239&l=aa252ce465

lunedì 10 agosto 2009

Good Riddance

It's something unpredictable, but in the end it's right...
Di quello che fa il tempo, di quello che fa la vita.
Non so davvero più che pesci prendere in questo periodo, le serrate di agosto mi levano il fiato, mi sento ostaggio, a 360°, non come il tour degli U2 che è assai più figo, a 360° dentro.
Mi sento sempre più incapace di reagire.
Mi vien da dire mi dispiace sempre, mi rendo conto che non sia facile rapportarsi con me, non ho la presunzione di pensare di essere una persona facile.
Ma quando mi vedo specchiata negli occhi altrui, mi sento mortificata, perchè non vorrei essere così, perchè esattamente così non lo ero, lo sono diventata.
E mi sento un peso, perchè lo sono, non vorrei che lo si avvertisse ma comprendo sia difficile non percepirlo.
Non è questione di dire o fare qualcosa di particolare, è che rivorrei la me stessa che ero, solo che non c'è più, è che rivorrei la persona che avevo di fronte 9 mesi fa, e sembra non ci sia nemmeno quella.
Dove sono finite quelle persone? Cosa ha inventato la vita di male, per toglierci quei tramonti, quelle lotte contro il crepuscolo, quelle pinte perfette, quei jeans sporchi, quella pioggia come solo quella può essere, quegli arcobaleni contesi tra il sole e la tempesta.
Quelle cose che vivi così tanto intensamente da non poter pensare che siano solo attimi.
Io non riesco, quella è la mia Terra Promessa, quello che è stato è stato, ma davvero non riesco a non rimpiangere quella pace, quelle ventate che non mi facevano stare in piedi, l'anima che ho scoperto, quel respiro.
Era troppo vivido per essere un sogno. Era troppo reale per poter durare,
Annuso la cenere dei miei sogni e cerco di trovarci un profumo, un colore, qualcosa che mi renda il tempo andato.
Certe volte mi sembra che sia una recita, tutto, coatto, io che recito una parte e ingoio, io che quando sono me, faccio paura.
Mi sembra di vivere come Desmond, premere un pulsante perchè non finisca tutto, qualcosa di molto simile a: 4, 8, 15, 16, 23, 42.
I numeri sono solo numeri, io sono solo io.

giovedì 6 agosto 2009

Neverending why

L'anno scorso, di questi tempi, vagavo da sola per i carrugi, cercavo di far sera in qualche modo, chiusa in una stanzetta di tre metri per due, che più che una stanza pareva una cella, solo che pagavo per starci dentro.
C'era un ventolone a soffitto che dava parvenza d'aerazione, in realtà si soffocava. Quella stanzetta era così angusta e così chiusa che non prendeva neanche il cellulare, però ero a Genova.
A posteriori ho pensato che una me stessa così sola non l'avrei più vista, a posteriori mi facevo tristezza e pensavo che non sarebbe mai più stato così...mai sottovalutarsi.
Bisogna essere ottimisti a questo mondo, "l'ottimismo è il sale della vita", mi verrebbe voglia di tornarci.
E' che non ne ho più, another brick in the wall, giorno dopo giorno.
Evidentemente non sono così pazza come mi si vorrebbe far credere, perchè mi astengo dall'urlare.
Cosa bisognerebbe fare quando non ci sono soluzioni? Alla condanna della vita non hanno allegato un libretto delle istruzioni, fortunatamente cervelli laboriosi hanno isolato le molecole delle benzodiazepine & c., poi al mondo si è liberi di dissentire.
Tutto è relativo.
Ritengo che il paragone delle reciproche afflizioni non sia un metro di giudizio.
Egoista? Da vendere....
Fare a gara a chi ha più sfiga o più problemi mi pare l'equivalente delle contese nei telefilm americani a chi ce l'ha più lungo.
Io non sono per il buonismo, proprio per niente, con me non attacca "c'è chi sta peggio, dovresti ritenerti fortunata!".
Tutte queste potenzialità (già il termine potenziale...potrebbe...condizionale...) di cui a detta altrui sarei dotata, non mi riescono a dare neanche un'ombra di serenità.
Scrivo perchè ne ho bisogno.
Qualche volta mi dicono pure "brava!". Brava di cosa?????
Brava perchè non riesco a stare in questo mondo? Brava perchè riesco a dare una copertina interessante al mio malessere? Brava perchè ho padronanza del linguaggio?
The neverending why.
Perchè il mio cuscino è sempre bagnato?

martedì 4 agosto 2009

Post Blue

Portata via.
Alla deriva.
Incapace di volere.
Si srotolano i pomeriggi di agosto, nella cappa d’afa che ovatta le case, sui cortili dove ancora risuonano telefoni col suono vecchio.
Sale il calore dall’asfalto e impregna i muri.
E non so cosa pensare.
Questa sensazione di angoscia, di vuoto primordiale mi toglie il fiato.
Incertezza.
Ancora il vuoto, l’attesa di qualcosa che non so cos’è.
Un domani senza volto e senza forma.
Un presente svuotato del suo senso non appena si alza il sole.
L’oggi che sogna di diventare sera, anche se il crepuscolo ha lo spleen dentro.
Tremo.
Piangere non è abbastanza, a volte le lacrime non riescono ad uscire, perché il nodo alla gola è troppo stretto.
Paura.
L’inadeguatezza è una cortina impalpabile che mi circonda.
Come una bolla traslucida,
sul punto di scoppiare.

domenica 19 luglio 2009

For what is worth (Battle For The Sun)

Di quello che ne rimane della Vale, secondo sottotitolo, sono spellata come un tacchino il giorno del Ringraziamento, penso di aver perso una buona dose di udito causa decibel in eccesso, dormito ore 5 dopo 23 ore on the road, neuroni salvi: veramente pochi! For what is worth!?

Trascrivo un po', dal mio fedele quadernino rosa che mi accompagna da circa un anno, che ormai sta per finire le pagine, e che racchiude decine di mail, contatti, nick, sprazzi di vita, insomma la mia personale versione economica di una Moleskine, quello che non c'è scritto mi metto di impegno per infilare le parole una dietro l'altra con quel po' di raziocinio che mi rimane per non trasporre troppo delirio pure in questa sede, che di caos ce n'è già abbastanza dentro quel frullatore che mi ritrovo come testa, cercando di non fare troppo casino con i tempi e di non parlare di me in troppe persone differenti, che è un brutto segno, ma tanto mi sa che ai brutti segni dovrei esserci anche un po' abituata.

...

Hi-ho.Let's Go! On the road again.
Sveglia di quelle che così antelucane non ne ricordo dai tempi in cui prendevo aerei.
Doppia dose di caffeina, la Moka da tre, io che ormai il caffè non lo bevo quasi più.
Restauro alla velocità della luce, il risultato non mi convince più di tanto, ma non si possono fare i miracoli, dopo notte semi insonne; constato con disappunto che di recente i miei quasi 33 anni comincio a dimostrarli tutti...Voglio una vita spericolata....
Apro le finestre, pare debba scatenarsi l'apocalisse...ripiego sulle sneakers Adidas "da concerto" a sfavore delle infradito, un conto è essere ottimisti, un altro essere cogliona!
Memore dell'acqua di San Siro mi munisco di pseudo cerata con cappuccio, hai visto mai che mi tocchi il bis?!
Fuori non c'è anima viva, vento infausto e cielo livido, ci vorrebbero aereocisterne di Lasonil per dargli un colorito meno plumbeo "chi ben comincia è a metà dell'opera!", eh.
Scopro con contrarietà (metafora per indicare arci-incazzatura + ansia incoming) che d'estate il mio bus delle 5.50 non passa.
A malincuore ripiego sul metodo adolescienzal-sfigato del pollice up, basta non pensare che fuori è un brutto mondo e che ci sono ancora i buoni cristiani in giro. Vengo scambiata per Ucraina, poco male.
Ad onor del vero direi che il mio benefattore magari cristiano non era, che però poi mi viene anche da vergognarmi un po', delle volte, a votare in un certo modo, quando un ragazzo di colore, dopo la notte in Tenaris mi accompagna per pura gentilezza in stazione.
Ore 7.00 on the train, negli ultimi dieci giorni tra treno e metro ho fatto la scorta per un bel pezzo.
L'I-pod è malamente partecipe, l'update è riuscito male, si sono caricate poco più di 200 songs a SUA discrezione e il display è definitivamente emigrato verso una dimensione sfarfallante, ma finchè suona vediamo di accontentarci.
A Brescia cambio astuto, Eurostar Vs. Regionale per risparmiar tempo; il controllore entra a pochi minuti dalla fermata Verona Porta Nuova, mi fiondo fra le porte, fa molto "Sosta" dei Punkreas.
A Verona la coincidenza per Villafranca ha 30 minuti di ritardo, bell'affare che ho fatto, e sti cazzi, recupero un bus e mi si accodano 6 reduci dal festival di Livorno della sera prima, ci vuol del coraggio, e ci vuole anche essere giovani, che io ormai tutto questo gran fisico mi sa che non ce l'ho più.
Al Castello Scaligero mi si disintegrano le cuffie dell'I-Pod; sbatto lo zaino a terra tra i primi trenta prodi, per marcare il territorio, e mi improvviso runner per cercarne un paio di scorta, comincio a ridere da sola, ma i polpaccetti a lungo trascurati e il fiato coltivato a Winston Blue rispondono comunque agli imput.
zzzzzzzzz......zzzzzz.......zzzzzzzz.....
Temporanea interruzione delle comunicazioni.
Sono alla sesta ora di attesa, in piedi, l'acqua paventata non ha raggiunto i livelli del santo milanese ma ci si è avvicinata, fortuna che avevo il materassino gonfiabile, anche se in versione baby a forma di giraffa...
Al di là dell'ascoltare resoconti che paiono bollettini di guerra e gossip sui pompini a Brian Molko il tempo non passa mai, le voci sull'orario apertura cancelli si susseguono...io e le altre eroine da prima fila garantita stressiamo la security con domande idiote, tanto non abbiamo un cazzo da fare, e nel frattempo il sole ha cominciato a picchiare feroce...che c'è da stare attenti, hai visto mai, il caldo dà alla testa...
I was alone, falling free, try my best not to forget...
Perdo colpi. Almeno ho da bere, un frigobar completo dentro lo zaino; e poi ho recuperato u poster dimensione lenzuolo dell'evento.
E ne ho le palle piene di aspettare in piedi schiacciata come una sardina.
E sono a digiuno da giorni, che forse è per quello che quando mi alzo in fretta vedo le stelline come nei cartoni animati.
E mi prende lo sconforto, che comincio a parlare e pensare di me in terza persona: la Vale ai concerti, la Vale in prima fila, la Vale che ce la fa, che in realtà no.
Fa un caldo infernale, cappa di afa atroce, andare in bagno ormai un'utopia, riflessi rallentati, mi sento sola between the crowd, fosse solo una sensazione svanirebbe...

E poi ho smesso di scrivere sul quadernino rosa, che non ce n'era proprio l'oggettiva possibilità, già riuscire a fumare una conquista, la dilatazione del tempo, la torre dell'orologio sembra inchiodata dalle 15.00 in poi, io e le compagne di sventura ci appelliamo alla Security per passarcela, memore del Gladiatore, incontrato terreno fertile, inneggio "Al mio segnale scatenate l'inferno", poi ciancio sui Campi Elisi, mi trattengo dall'urlare I-S-P-A-N-I-CO solo perchè realizzo che sarei la prima ad essere schiacciata dalla transenna.

Poi i fottuti cancelli aprono, e le mie gambe mi vengono in soccorso, e pure la mia non considerevole altezza, scatto da sprinter e mi infilo sotto a chi strappa i biglietti (memorabilia, biglietto Ticket One intonso!), corsa al palco, non me ne frega un cazzo di niente e di nessuno, ho promesso di tenere il posto se potevo, l'ho fatto.
Prima fila quella vera, seguono due ore dentro ad una bolla d'aria, riesco a fare due passi, riesco a parlare un po' con le mie due colonne portanti, prendo atto che oltre al sacrificio e al merito ho avuto del culo...poi comincia.

Musica.
Emozione-Adrenalina-Brividi-Lacrime.

Io non riesco a descrivere cos'è un concerto.
Io credo di aver visto il più bel concerto della mia vita, non per gli effetti, non per il sound incredibile del Castello a fare anfiteatro...per la Magia!
Battle in una dimensione parallela, For What is Worth non mi esce più dalla testa, Meds dal cuore, The Bitter End commozione totale.
Grandi. Superbi. Stupefacenti e tutti i sinonimi che ora non ho lucidità per trovare.
La Musica è forse la mia unica salvezza.
E poi dopo alla fine, con le gambe dolenti, le orecchie che fischiavano e l'orientamento andato a farsi benedire ho recuperato il senso pratico, no che non volevo andare a Verona Station ad aspettare il treno delle 6.00....no proprio che il fisico non ce l'ho più...e in mezzo al delirio vociante di canti e "magliette-birre-bibite" io ho cominciato a salmodiare "Bergamo", con poca convinzione e mezz'ora di infruttuosi risultati.
Poi qualcuno, ha raccolto il mio message in a bottle e mi ha risposto "Dalmine-Curno".
E ho capito che Dio Esiste!!!!
Tappa in pub irlandese, Dubliners, nome originale, non c'è che dire. la Vale aveva le allucinazioni, movimenti dettati dalle leggi della gravità, pensiero cosciente in stand-by.
Sempre la Vale si riporta a casa, sempre in maniera decorosa, a volte stupisce se stessa, che già non ha la patente, ma guidarsi a casa da Villafranca di Verona a Osio Sotto, intrattenendo i driver con escursus culturali sulla Tenaris Dalmine e l'accorpamento dei cinque paesi a diventar Comune, beh ha dell'incredibile.
Considerando che il soggetto in questione non dormiva da 23 ore e aveva addosso stanchenza, pioggia, concerto, alcool etc etc etc, direi che ha fatto la sua discreta figura.
E or ora preso coscienza di qualche scattuccio che la digitale mi ha concesso, nonostante la falsa proclamazione di "batterie esaurite" quando proprio non lo erano, proprio in the beginning e in virtù di tutti i ricordini carucci del concerto....I-I- I- I- I- WILL BATTLE FOR THE SUN!!!!!


sabato 11 luglio 2009

Dancing Barefoot

Sottotitolo, cittadina del mondo, cittadina del nulla.
Io una casa non ce l'ho più, o meglio, mi sento più tranquilla nella mia casa bergamasca dove non c'è nessuno.
Back to Romagna.
Quattro mesi che manco. Nostalgia? Anche no.
Sono contenta di rivedere i miei genitori, al di là di quello (e bastan poche ore) mi sento un pesce fuor d'acqua.

Risveglio prematuro ore 6,20, una volta erano meno angoscianti i risvegli prematuri, suppongo faccia parte dell'ineluttabile pacchetto "tutto cambia"; se poi il pacchetto in questione non è di mio gradimento, immagino siano solo cazzi miei.

Stazione Centrale a Milano è un delirio, ad aspettare il mio turno per fare il ticket a mano rischio di non arrivare più, quindi 'fanculo al mio assegno emesso da FS per 15,00 euro.
Tanto mica ne ho di problemi economici. "Sono una Signora - ho un sacco di paglie", come dicevo in tempi andati.

L'Alta Velocità però mi suscita rispetto, in 'sto cazzo di paese ogni tanto riescono a fare qualcosa di decente: Milano-Bologna in 1 ora e 05.

Se c'è una cosa che non capisco è come fa la gente ad avere così fame: tutti assiepati alla carrozza ristorante a litigarsi l'ultimo panino col crudo (scaldato bene eh!), in treno o hanno tutti una gran fame o han voglia di giocare a carte.
Per non parlare degli apparecchiamenti personali di insalate di riso, non me ne capacito!
Per quanto mi riguarda l'Heineken è un pasto liquido più che sufficiente...Non so da dove viene tutta questa fame in treno...io non solo non ho appetito, ho un big bang nello stomaco e sono pure diventata scalza, che le mie infradito preferite hanno ben deciso di defungere nell'attimo in cui dovevo salire. Mica prendermela, fortunella non è il mio soprannome.

Ci si mette pure l'I-pod "melato": non risponde ai comandi, eh no, e sti gran cazzi!!! A forza di pigiare compulsivamente la combinazione sblocco, recupero la playlist Muse, Time is running Out primo pezzo shuffle...Grazie Matt che me lo hai ricordato, che da sola mi era giusto sfuggito. Our hopes and expectations -> Black holes and revelations...Che gran cosa sono gli occhiali da sole, quelli scurissimi, che ho preso a Genova.

A Bologna mangiano più che sul Frecciarossa, mi verrebbe da urlare "Da dove cazzo venite? Dal Quarto Mondo?!", si assiepano alla cassa, per ordinare tigelle industriali e sottospecie di piadine da 5 euro cadauna...Bestia il genere umano!!

Nel frattempo fumo, nell'ultima settimana, dagli U2 in poi ho ricominciato a random, una via l'altra e non me ne accorgo neanche. E fuori il cielo è piuttosto limpido, e non c'è neanche troppa afa.

L'I-Pod si sblocca con una coppia di pezzi adeguatissimi a Bologna, Diggin' The Grave e La Locomotiva, e allora servono alla grande gli occhiali da sole...e comincio a farmi le domande, quelle solite, quelle retoriche, che poi sono quelle che sarebbe meglio non mi facessi.
E dovrei essere contenta di vedere i miei, ma non lo sono troppo, perchè mi sono resa conto che a forza di stare così sola faccio proprio fatica, a dir poco, ad avere ancora a che fare con le persone.

giovedì 9 luglio 2009

All Because Of You - Part Two

Dov'eravamo rimasti? Che qua lo so, perdo colpi a tutt'andare, sarà l'età...

Part Two, dunque il pomeriggio.

Waiting è la parola d'ordine.
Aspettare, aspettare e ancora aspettare...le voci sull'apertura dei cancelli sono contraddittorie, io non ho nemmeno l'orologio, per quello che può servire.

A un certo punto controllano i biglietti, con lo scanner, ho avuto un momento di panico "e se fosse un fake il mio bagarinato?"... poi capita che ti trovi davanti una persona che non vedi da anni, la riconosci subito e sembra davvero stranissimo, e pensi che la vita fa proprio dei giri incomprensibili, quanto probabilità c'erano?
E allora capisci che in fondo vale la pena, che se riesci ancora a sorridere e scherzare come se il tempo non avesse lasciato le cicatrici, forse, e dico fose, c'è ancora qualche speranza.

Ore 16.00 finalmente aprono i cancelli...cardiopalmo...la corsa verso il pit stile Fuga Per La Vittoria, il fiato che manca e le gambe di pappamolla mi rammentano che non sono più una runner.
Per la strada mi perdo i compagni di sventura, è un po' un peccato, ma inevitabile.
Mi fiondo in prima fila, sotto quella che pare essere la postazione mic. e finalmente provo a respirare.
Solo che respirare è decisamente arduo quando sei costretto in un recinto largo 4 metri e con una densità umana da fare invidia alla Cina.
Marchio il territorio con lo zaino, avvertendo i circostanti che quel posto è mio, pena la morte ed esco.

Finalmente toilet, meglio non commentare lo stato dei servizi, ma benedictat alle fesh & clean e ai rubinetti dotati di acqua corrente fresca

Poi ancora lo sconforto, la sensazione di vuoto, la mancanza di condivisione, il bisogno di avere qualcuno vicino, perchè sentirsi soli in mezzo a 77.000 persone fa riflettere, o forse è proprio quello il punto, più persone ci sono, più si percepisce che dentro c'è una voragine, che qualcosa manca, e ti chiedi a cosa serve avere guadagnato a duro costo la prima fila, e ti domandi se ne vale poi la pena, se non è solo un tentativo mal riuscito, se l'emozione che cerchi di risvegliare in realtà non c'è più.
Troppo caldo, troppa calca, troppi pensieri, ho cominciato a pensare seriamente di ritirarmi in tribuna, addirittura ho pensato di andarmene, sognavo il mio letto, agognavo una doccia, volevo chiamarmi fuori, arrendermi.
In quei momenti sono una piaga, lo so, mi è stato confermato, ho dei seri problemi a gestire "il vuoto che al solito ho di dentro", a trovarmi all'aperto, a gestire situazioni ansiogene, e non è giusto cazzo, perchè questo tarlo, questa cosa che mi porto dentro trasforma quelle che potrebbero essere cose belle ed emozionanti in occasioni di panico e di ansia.
Almeno qualcuno mi rimane, qualcuno che non mi stancherò mai di ringraziare.

Poi, mi sono decisa, ho preso un bel respiro e mi sono rituffata dentro, però avevo bisogno di oblìo, ho agguantato il mio zaino come una boa e sono crollata, destata dagli Snow Patrol, che loro sono bravi eh, niente da dire, ma il livello di energie residue calava vorticosamente verso la strisciolina rossa, quindi ho ignorato gli 80 decibel che avevo di fronte e ho chiuso gli occhi, stremata, li ho riaperti per il finale: Chasing Cars, bella potente, emozione, ho ripensato alla prima volta che avevo sentito quel pezzo, quattro anni fa, soundtrack di una delle prima puntate di Grey's.
RedBull come recovery system e via, tirarsi su.
E quello che avevo scritto è andato a puttane.
Quindi ci riprovo.
Mi hanno chiesto com'è stato il concerto,
Le avevo scitte prima quelle cose lì, che avevo parlato dell'Artiglio, dell'album nuovo che non reggo.
Cosa vuol dire,
Mi viene un po' di incazzatura, perchè prima avevo scritto bene.
Com'è stato il concerto.
Non lo so, Non riesco a tirarmene fuori, perdo obiettività come un colapasta.
Perchè e per come,
Perchè si ama, perchè si prova?
Non faccio esegesi del concerto io.
La maggior parte ultimo album, continua a non piacermi, No Line però è stata spettacolo.
Non è mia intenzione recensire il concerto.
Io dico che si ama e basta.
E mentre c'era Beautiful Day io non ero a San Siro, ero in Connemara in una giornata di dicembre, io pensavo agli arcobaleni.
Si ama punto. Non è necessario essere corrisposti. L'amore è un sorriso, è un gesto, è ogni momento plausibile, gli U2 sono una fonte di amore.
L'Irlanda è l'altra.
Si è quello che si è, io sono insopportabile persino al mio migliore amico.
Io diversa, io uguale, tornata nella mia cripta, io che vivo di quegli attimi.
Perchè dico io e poi ci credo.
Si ama e basta, a prescindere, quella voce, che anche se Bono It's like God, io Amo, e non ha nessuna importanza quello che ne consegue.
Ogni sorriso, ogni gesto spontaneo, ogni cosa che fa ghignare, ogni volta che mi sento sfigata perchè non so fare a stirare, ogni volta che quando sto crollando e mi viene da piangere (e questo succede tanto spesso, mio malgrado), ogni volta ce la faccio più o meno.
Amo, punto.
Passo questi momenti in a clockwork orange, e il tempo mi ticchetta contro, ho solo domani, Vorrei che domani fosse. Vorrei che non fosse nulla.
Come sostenevano i Placebo, "without you I'm nothing.".