giovedì 30 dicembre 2010

Due anni dopo

L'inverno ha steso le sue mani e nelle strade sfugge ciò che sento.
Son trine bianche e neri rami che cambiano contorno ogni momento.

E ancora non sai come potrai
trovare lungo i muri un' esperienza;
sapere vorrai, ma ti troverai
due anni dopo al punto di partenza...

E senti ancora quelle voci di mezzi amori e mezze vite accanto;
non sai però se sono vere o sono dentro all' anima soltanto;

nei sogni che hai, sai che canterai
di fiori che galleggiano sull'acqua.
Nei giorni che avrai ti ritroverai
due anni dopo sempre quella faccia...

Sono passati due anni, due esatti da quando in una fredda mattina di dicembre caricai armi e bagagli. In cerca di una vita nuova, migliore, con tante speranze racchiuse in un trolley, in un cesto natalizio e in una batteria di pentole.

La strada correva,

mangiare "Dal Vecchio Larry" un emozione nuova.

Scoprire, sognare, dormire...sperando che il domani fosse solo un po' migliore. E per un po' lo è stato, migliore intendo.

Ma mi ritrovo qui, due anni dopo, al punto di partenza, anzi neanche quello, sono in una casa che NON MIA sarebbe eufemistico, sola più che mai.

Giornate sempre uguali, unico obiettivo arrivare a sera, dormire e sognare Bergamo.

L'altro giorno sono stata da una dottoressa, non mi ha aiutato più di tanto, ha solo aggiunto cose al mio mix attuale...

Non so più in cosa sperare, non ho davvero più le forze, per cui mi rincantuccio sotto al piumone e spengo la luce.

Hai forse ragione, caro che non voglio cambiare e che voglio crogiolarmi nel mio male, hai forse ragione, ma da sola non ce la faccio...

domenica 12 dicembre 2010

The End

Siamo alla fine, siamo alla frutta...anzi è finita anche la frutta, siamo oltre. Il mio tempo è finito.
L'orologio e i giorni sono sempre più veloci.
Tutto quello che amavo, in cui credevo, a cui mi ero affezionata e abituata sta per finire.
Rimangono due anni di ricordi a cui non rinuncerei per nulla al mondo, ma mi fanno male, è come scavare con le unghie dentro una ferita aperta, come togliere continuamente le crosticine che si formano e sotto c'è la pelle viva e sanguinante.
Tutti mi dicono che devo farmene una ragione, ma io questa ragione non me la riesco a fare...qui avevo una casa, un appoggio, un sostegno, una persona carissima accanto...tornare in Romagna per me è il fallimento, di tutte le mie speranze, di tutti i miei sogni, della mia indipendenza...
Tornare ad abitare coi miei dopo 16 anni che vivo da sola è un incubo.
Rinunciare a tutte le mie cose e abbandonarle in un box, chiuse dentro a delle scatole mi fa soffrire, io sono attaccata alle mie cose...
E sto male, e sono egoista perchè sto male, è vero, non riesco a pensare ad altro che al MIO male e al fatto che non vedo un futuro, ma solo una serie di giorni tristissimi e di lontananza da quello che amo, da quella che era diventata la mia vita, la mia routine...
E ho troppa paura di non farcela, da sola, perchè sarò più sola che mai, e non c'è skype o cellulare che possa riempire il vuoto che mi porterò dietro come un cilicio.
Il tempo non fa il suo dovere...
Non sistema le cose e io ripeto sempre gli stessi discorsi.
Vorrei riuscire ad essere un attimo più ottimista, lo vorrei davvero, ma mi ritrovo sommersa da scatole che non riesco a riempire e per il domani solo un'incognita, anzi, la certezza che saranno tempi duri.
Vorrei trovare la forza per rialzarmi, vorrei che quello che mi si prospetta non fosse così drammatico, ma non ci riesco, un po' perchè il dramma fa parte di me, un po' perchè sono oggettiva, due più due fa quattro, e preso questo come assioma o corollario o come cazzo si dice, il mio futuro sarà molto triste.
E rimpiango ogni momento che non potrò più avere, non ci posso fare nulla, sono momenti finiti, e non torneranno mai più e quel mai mi fa sprofondare...
E' la fine....this is the end...my only friend the end...

martedì 23 novembre 2010

If I ever feel better

"Dicono che una fine può essere un inizio
sento come fossi stato sepolto eppure sono ancora vivo
E' come un brutto giorno che non finisce mai
Sento il caos intorno a me
Una cosa che non cerco di negare
Meglio che io impari ad accettarlo
Ci sono cose nella mia vita
che non posso controllare...
Dicono che l'amore sia solo una piaga...
Troppe lacrime devono essere cadute
Non sai che io sono molto stanco di tutto ciò...
C'è una parte del mio mondo che sta svanendo...."

Se solo avessi dieci centesimi per ogni lacrima che ho versato negli ultimi due anni non avrei preoccupazione alcuna, sarei una signora, come dicevo una volta...invece il tempo è passato e le lacrime invece rimangono, anzi tornano a fiotti, alla minima occasione, aspettano solo l'input, sono una maledetta macchinetta di lacrime, basta spingere un bottoncino e io piango, come una fontana. Vorrei che ci fosse ancora la Vale di una volta, che non è mai stata tanto forte, ma non scoppiava a piangere ogni tre per due...e invece quella Vale là non c'è più, c'è solo questa Vale che si sente cadere il mondo addosso, che ha paura e si sente sola da morire, fissando il calendario con sguardo inebetito.
Il tempo passa e mi sento come se avessi accanto una fottuta bomba ad orologeria.
Due anni sono due anni, di vita più o meno vissuta, lo so anch'io che meno che più, ma sono comunque due anni, l'intenzione c'era tutta, i sogni volavano alto, fly down baby, sarebbe stato meglio per te.
Povera stolta, incosciente e visionaria, ti ritrovi due anni dopo al punto di partenza...anzi magari fosse il punto di partenza, sei ancora più indietro, sei nella melma, sei nel limbo e adesso non sai cosa fare.
Puoi solo rimpiangere, quattro mura che ti hanno accolto, calde e confortanti, ogni momento vissuto più o meno, anche se magari non erano momenti come avresti voluto te li facevi bastare, perchè era quello che ti era concesso.
E non riesci a guardare avanti perchè quello che ti si prospetta ti sembra un incubo, un inferno, riesci solo a pensare al presente e a quegli attimi rubati, per un thè o un caffè, per un saluto o due cazzate, attimi preziosi che non baratteresti con nulla al mondo.
E non riesci a crederci quando la persona più importante tra tutte ti dice "Io ci sarò".
Non riesci a credere che la distanza NON farà la differenza, perchè la farà eccome e non per essere in cattiva fede, solo per essere una volta ogni tanto razionale...
Il mio amore non basta, non è mai bastato, neanche in un giorno di pioggia, io lo dovevo sapere, ma sognavo, dal primo istante che ho assaggiato la tua pelle, sognavo, che ci potesse essere un finale diverso...
Così non è stato, ti ho perso un poco per volta, prima la tua pelle negata, poi la tua anima che non hai voluto si fondesse con la mia.
Non te ne posso fare una colpa, sono difficile a dir poco e al cuor non si comanda...
Sono qua, in un'ennesima giornata solitaria, ad aspettare quello che non c'è e sospirare sul tempo andato...e l'orologio fa tic tac...ogni minuto più vicina alla fine.
Se non impazzisco ora non impazzirò mai più...
O forse già lo sono e non me ne rendo neanche conto.
Io ricordo quelle camere calducce, e il tuo viso e il tuo corpo, ricordo quei risvegli onirici, dopo una notte passata a succhiare vita, ricordo scogliere e vento, anima e Guinness.
Io e te. Irish Souls.

martedì 16 novembre 2010

Time is very fucking running out...

Quando si dice che al peggio non c'è mai fine si cita un luogo comune....una di quelle frasi che si è perso nella notte dei tempi chi si è inventato per definire una situazione, un modo di esistere...come piove sul bagnato per dire, o come sparare sulla croce rossa...Ecco io adesso mi sento che al peggio non c'è mai fine, reduce da una settimana in Romagna, a cappelletti e vino rosso, che non dovrebbe essere un brutto connubio, ma per me lo è stato, perchè erano solo sprazzi di tempo da passare, tempo tra un piumone e la successiva mattinata di nebbia e tristezza....tempo che non voleva passare, neanche a forzarlo di peso con l'alcool e il Valium. E poi il ritorno, la mia solita personale Odissea, nella speranza di ritrovare al rientro qualcosa che mi desse la forza, qualche sorpresa in meglio. E invece no. Al peggio non c'è mai fine. Per il mio compleanno non ho spacchettato nulla, o meglio, un I-Pod riciclato, che però mi ha fatto piacere eccome...e poi basta. Il mio compleanno è stato triste, tanto che nessuno ha mangiato la tortina che avevo preso nella mia sognante idea di festeggiamento.
So che a forza di sentirmelo ripetere dovrei farmene una ragione, che il mio tempo è finito, ma io quella ragione proprio non riesco a farmela, perchè ha tutte le sue implicazioni...
Io vedo la mia vita QUI...si alza un brusìo, obiezione Vostro Onore...andarmene mi fa sentire sradicata, come una piantina a cui tolgano la poca terra che le serve per vivere, quella terra che magari non è concimata a dovere ma fa il suo e permette alla piantina di continuare ad esistere, anche se non a crescere. Io non avevo previsto il fallimento di tutte le mie speranze, dei miei sogni, delle mie passioni, eppur ora ci devo fare i conti...e l'apatìa mi strozza, sì perchè io quelle forze che dovrei avere non ce le ho...il solo pensiero di andare a chiedere scatoloni in giro per rinchiudere in un garage pezzi di vita mi spezza il respiro, perchè al pensiero di cosa devo lasciare mi si spezza letteralmente il cuore, tanto per usare una frase fatta...
Mai come in questo momento ho pensato al suicidio come ad una soluzione...ma sono troppo codarda per metterlo in atto, e quindi cerco di passare un giorno via l'altro, nella speranza inutile.
Il tempo non mi da tregua, il mio mondo mi sta cascando addosso, pezzetto dopo pezzetto, e io mi ritrovo ad assistere impaziente alla sua disgregazione,
Perchè io non ci credo nelle vicinanze a distanza, anche se c'è skype, fb e il cellulare, un abbraccio vero, il profumo della pelle, la carezza di una barba non ci sono, non c'è niente che ti possa ridare quelle sensazioni, il chiedere semplicemente "cosa si mangia a pranzo?", la risposta "arrivo", non esistono più a 333 km di distanza, e quella distanza mi lacera dentro. Non posso più pensare a "5 minuti". Devo pensare a settimane. E quelle settimane mi rubano aria, mi tolgono vita.
La scorsa settimana sono entrata per la prima volta (eh lo so, non sono affatto una buona cattolica!) nella chiesa di Osio, mi sono bagnata e ho pregato; il mio migliore amico mi ha accusata di avere una concezione utilitaristica della religione, in parte è vero...però ho pregato perchè il mio mondo non crollasse.
Invece il mio mondo crolla, e ascolto con estremo affetto il ronfare della micia che dovrò lasciare e mi dispiace anche per lei.
Sono impotente, la mia vita sta andando a puttane e non ci posso fare nulla. Silvio che è di buon cuore non mi aiuta mica!

martedì 5 ottobre 2010

Autunno

Poco originale. Non ho molto da dire. Cito il Maestro e languo...e mi commuovo, mi immedesimo, e la solitudine mia diventa una solitudine-abitudine. Il gatto che dorme sulla poltrona. Un aeroplano che passa. Un caffè e le fette biscottate, sono solo attimi. Gli attimi finiscono presto, se no non si chiamerebbero attimi.

Bevo anice e ricordo il pàstis, altri tempi ragazza.

Scaccio una mosca, ronza il silenzio.

Citerei pure l'Amleto, ma non mi sembra sia finito molto bene...e Ofelia dorme ormai, nel suo fiume, e nessuno le farà più male, solo l'acqua accarezzerà le sue vesti e la cullerà.

Io prendo parole in prestito, perchè le mie non riescono ad essere belle abbastanza, e mi adeguo e mi adatto e vedo che sia come sia, dipende e non dipende da me. Mi piace avere ancora il mio blog, anche se non ci scrivo mai. Ci sono affezionata, è il mio compagno che niente chiede se non un po' di partecipazione sometimes, ma siccome è mio non può avanzare pretese.

E quindi si prende anche questi post qua, che non sono particolarmente vissuti o intensi, e quello che non riesco a dire io lo lascio dire a chi ci riesce meglio....

Odori di fumo e foschia

fanghiglia di periferia

distese di foglia marcita

che cade in silenzio lasciando per sempre la vita

Rinchiudersi in casa ad aspettare

qualcuno o qualcosa da fare

qualcuno che sai non esiste e non suonerà

Rinchiudersi in casa a contare

le ore che fai scivolare

pensando confuso al mistero

dei tanti "Io sarò" diventati per sempre "Io ero"

Rinchiudersi in casa a guardare

Un libro, uno foto, un giornale

e ignorando quel rodere sordo

che cambia "io faccio" e lo fa diventare " Io ricordo!"

giovedì 19 agosto 2010

The neverending why

Sono ai minimi storici. Il magone mi chiude la gola e mi fa solo venire voglia di infilarmi a letto, con il mio lenzuolino di Hello Kitty addosso a farmi da corazza, da protezione verso tutto quello che mi circonda e mi opprime. Ieri è ripartito il mio amico, che è stato qua cinque giorni a trovarmi...e nel momento in cui se ne è andato ho sentito calarmi addosso una cappa di vuoto e angoscia di proporzioni cosmiche. Sono stata bene in quei giorni, ho fatto cose, magari non mi sarò sempre comportata bene nei suoi confronti, ma la sua presenza tangibile, umana, i suoi occhi limpidi, la sua risata mi hanno tenuto una compagnia immensa...le chiacchiere prima di dormire, le cenette improvvisate e le nostre birrette assieme, la sua infinita pazienza, la dolcezza e la bontà che ne fanno una persona splendida...mi sono venute a mancare, mi sono sentita aprire un baratro sotto ai piedi, un buco senza fondo fatto di giornate vuote e solitarie, sempre da sola ad aspettare che arrivi la sera e con essa l'oblìo del sonno.
Mi manca da morire la sua presenza, mi mancano le nostre cazzate, mi manca una sua carezza quando mi vede giù, o i suoi tentativi di riportarmi il sorriso quando anche lui di sorrisi non ne ha da spendere...mi manca avere qualcuno vicino, qualcuno di speciale, di cui potermi fidare.
E l'estate è quasi finita, che me ne accorgo da queste giornate che per fortuna o per disgrazia si accorciano sempre più e mi rendo conto di non avere concluso un cazzo anche quest'anno, qualche concerto e per il resto una serie infinita di giornate replica di serie B, che dire di serie B è essere magnanimi.
E' che sono un limbo, sono in una difficolta estrema, perchè semplicemente non so cosa fare della mia vita e non riesco a trovare le forze per affrontare il cambiamento...perchè io questo cambiamento eventuale lo vedo come una strada senza ritorno che mi spaventa da morire e cerco in ogni modo di posticiparlo il più possibile, di non cambiare, di restare aggrappata ai rimasugli di quello che chiamo vita e che in realtà sono solo gli strascichi di un bel sogno con una fine triste, amara...
Dove lo trovo il coraggio????? Mi vengono in mente solo le difficoltà oggettive e passa in secondo piano la consapevolezza di avere ridotto la mia vita a pochi momenti di effimera pace, di non avere un fine, di non avere uno scopo degno di essere chiamato tale...
E non è vero che non ho bisogno di aiuto e che non riesco a riconoscere una mano protesa quando mi viene offerta, è solo che la scelta che dovrei fare è troppo dura e non credo di farcela...
E allora mi prende lo sconforto e l'assenza di persone care vicino è lancinante, vorrei essere sotto il sole della Presolana con Jackie che mi fa le foto mentre dormo su un prato, vorrei Marco com'era una volta, prima che la situazione diventasse quella che è ora, vorrei la mia mamma che mi fa i cappelletti in brodo anche in agosto, vorrei fumare una sigaretta col mio babbo...
Vorrei cose diametralmente opposte, l'unica cosa che non vorrei è sentirmi così fottutamente sola e non sapere che cosa, di grazia, io abbia fatto di male, in questa vita o in una mia precedente per meritare tutta questa angoscia...
The neverendig why...

mercoledì 17 febbraio 2010

Time

Penso che il tempo sia una medaglia con due facce, un tiranno inclemente più che un galantuomo.
E' cos' difficile fare passare minuti e ore, ogni giorno, nella sola attesa di arrivare a sera, ma poi mi soffermo un attimo a pensare e mi accorgo che sono volati anni.
Ripenso magari ad un film visto, appena uscito, e realizzo che sono passati undici anni, così come niente fosse, come l'acqua che scorre su un greto ed erode i sassi sul fondo.
La mia memoria, purtroppo o per fortuna, è vividissima e ricordo con estrema chiarezza tantissimi episodi di quand'ero piccola.
Ci pensavo proprio ieri sera, mi ci sono trovata, senza volerlo, perchè di solito cerco di allontanare questi ragionamenti come fossero demoniache presenze...
Pensavo che ho ricordi di mia mamma all'età che ho io adesso, la cosa mi fa sorgere un brivido, fatico a crederlo, eppure mi ricordo della mia mamma quando avevo cinque anni, lei alla mia età attuale era già mia mamma, io invece sono sospesa in un limbo, senza neanche più aspettative...
Quando andavamo in montagna, in Alto Adige, l'estate si congelava, prendeva quei contorni definiti a forza, come quelle foto in cui si esagera con la saturazione. Troppo verde. Troppo azzurro. Strade che salivano, la Tipo-Topo che faceva fatica a salir la Via Crucis o a rampar su per Klopair Hof.
Guarda che robe che mi ricordo, nomi di posti che non vedo da almeno quindici anni...
Dove c'erano i larici era persa in partenza per andare a funghi, ad ovest del lago c'erano solo i porcinelli rossi.
San Valentino alla Muta, pare che il mio nome venga da lì, i miei con una 500 scassata ci andarono in viaggio di nozze...avrei voglia di vedere quelle foto...di scrutare i loro volti di ragazzi e provare ad immaginare il futuro attraverso quelle espressioni datate, che ormai gli anni hanno velato...
Per non so quanti anni li ho ritenuti ottusi e limitati, perchè volevano sempre andare in montagna nel medesimo posto, senza cambiare, non riuscivo a capire cosa potessero trovarci in quel paesino di duecento anime, con due negozi in croce e gli autoctoni pure inospitali, proprio non lo concepivo...poi mi viene in mente la parola Irlanda e allora capisco che devo solo tacere...e poi di quei posti lì, ora ne ho una nostalgia lancinante.
Me li ricordo tutti i nomi tedeschi dei posti, dei Garni, degli alimentari...
Una volta, a sedici anni ho fatto il bagno nel lago, con l'unico costume che ho mai posseduto, e che devo avere ancora, in fondo a qualche cassetto, un olimpionico della O'Neill, e faceva un freddo bestiale al tramonto, e subito di fianco c'era una schiera di cipressi e il piccolo cimitero di stampo teutonico.
Mi ricordo come se fosse ieri quando trovai un "cerchio delle streghe" di funghi porcini, mi fecero pure una foto, chissà che fine ha fatto, avevano messo il cartello "86", per il numero, fatto col retro di una confezione delle Rasagnole Barilla...io non credo di avere mai più mangiato delle tagliatelle ai funghi così buone.
Lo sento come se fosse ieri il profumo del cucinotto di quell'appartamento, l'aroma dei funghi che rosolavano e l'aria gelida, tersa e limpidissima che veniva dalla porta-finestra della sala, e al crepuscolo arrivavano pure i cervi, sul limitare del bosco, a mangiare il pane che gli lasciavamo...
A pensare a tutti quei momenti, a quelle estati passate, a sensazioni che non torneranno mai più, mi viene il magone, che non vorrei avere 33 anni e di fronte il vuoto, ma vorrei averne 10, i miei genitori a fianco e il futuro un'incognita, magari con qualche speranza...