Bevo anice e ricordo il pàstis, altri tempi ragazza.
Scaccio una mosca, ronza il silenzio.
Citerei pure l'Amleto, ma non mi sembra sia finito molto bene...e Ofelia dorme ormai, nel suo fiume, e nessuno le farà più male, solo l'acqua accarezzerà le sue vesti e la cullerà.
Io prendo parole in prestito, perchè le mie non riescono ad essere belle abbastanza, e mi adeguo e mi adatto e vedo che sia come sia, dipende e non dipende da me. Mi piace avere ancora il mio blog, anche se non ci scrivo mai. Ci sono affezionata, è il mio compagno che niente chiede se non un po' di partecipazione sometimes, ma siccome è mio non può avanzare pretese.
E quindi si prende anche questi post qua, che non sono particolarmente vissuti o intensi, e quello che non riesco a dire io lo lascio dire a chi ci riesce meglio....
Odori di fumo e foschia
fanghiglia di periferia
distese di foglia marcita
che cade in silenzio lasciando per sempre la vita
Rinchiudersi in casa ad aspettare
qualcuno o qualcosa da fare
qualcuno che sai non esiste e non suonerà
Rinchiudersi in casa a contare
le ore che fai scivolare
pensando confuso al mistero
dei tanti "Io sarò" diventati per sempre "Io ero"
Rinchiudersi in casa a guardare
Un libro, uno foto, un giornale
e ignorando quel rodere sordo
che cambia "io faccio" e lo fa diventare " Io ricordo!"
3 commenti:
A me il pàstis ricorda i romanzi di Izzo...ho provato a berlo una volta, non mi piace l'anice :)
Izzo non l'ho mai letto, in compenso la Sambuca mi piace assai! :)
Leggilo amica mia, leggilo anche se porta con se molti dei dolori del mondo...
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