Non c'è che dire, la mia rimpatriata in Romagna altro non lascia se non la domanda di come io abbia fatto a trascorrerci oltre trent'anni di vita.
Se la mezzaluna fertile è una culla di civiltà, il piattume romagnolo della bassa, è una culla di infelicità.
Non per niente mica l'avevo detto a nessuno, non sìa mìa che ci siano aspettative nei miei confronti, che io le aspettative so far solo a deluderle, e quindi meglio muoversi in sordina.
Capito a sorpresa alle 7 del mattino o alle 3 del pomeriggio, poi mi si può sempre dare qualche calcio nel sedere se la mia inaspettata presenza dà noia.
Oggi è stata una giornata peggiore, se male è lo standard, oggi male all'ennesima.
Mia mamma mi ha convinto ad andare a trovare mio nonno, che non vedevo da oltre un anno.
E non è per la scusa che mò sto a Berghèm, è che io le cose non le voglio vedere.
Sarò insensibile dicono, io dico che siccome c'ho già il Demone e il famoso buco nero, dentro, cerco di evitarne altri....ebbene sarò una codarda, ma io già fatico a gestire la mia piccola e personale infelicità, che a buttarci sopra altro dolore è come buttare l'alcool sulla carbonella fatta male.
Io sono la brace fatta male.
Come e perchè la vita fa questi scherzi?
Io non ce la facevo. Io sono scoppiata a piangere subito, del resto pare non sia un evento rilevante...Ma insomma...le persone così? Io non ho questo gran legame, ma la vista di questa creatura, che peserà si e no 50 kg, consumata, immobile, intrappolata nel suo corpo...che non riesce a parlare....questo mi ha colpito, a vedere quelle labbra che si muovevano, e quegli occhi che parevano avere avuto un singulto di riconoscimento....
Quella pelle così sottile e macchiata, che ho chiesto perchè era così fragile, che la risposta "perchè è vecchio, poverino" non mi è piaciuta.
Mia mamma mi ha detto che dovevo essere contenta perchè sono stata riconosciuta, perchè ha flebilmente pronunciato il mio nome, beh non ero contenta.
Mio nonno fino a due anni fa "dava della paga", come si dice qua, a tutti, autonomo e indipendente, in motorino (perchè non ha mai preso la patente, lui!) e la sua canna da pesca...un uomo gentile e pacato, quando non bestemmiava...comunista nel cuore, giocatore di Briscola e Mah Johng, tirchio e assolutamente restìo alla tecnologia....
Imboccato a cucchiaiate di gelato perchè non riesce a masticare nulla.
Così fragile e impotente su quel lettino, inghiottito dalle lenzuola di carta velina che spacciano come cotone sterile ospedaliero.
Mia mamma ci si è abituata, io non ho la fòrsa (scritto così eh).
C'era un letto a fianco e sopra delle foto di nipoti e cagnolini.
Aldo si chiama, il suo compagno di stanza, i nipoti e i cagnolini erano di quell'altro.
Io pare che teoricamente diventerò zia, preferisco chiamarmene fuori a priori.
Essere vivi così?
Io non ce la faccio a vedere queste cose.
Io convivo con la morte da sempre, io e la Mietitrice abbiamo un rapporto contorto (come tutti i miei rapporti, del resto), ma non riesco a vederla così "vivida", così capace di tenere le redini, di giocare, di tenere appesi i suoi fili maledetti...la coscienza del suo potere mi destabilizza...del resto è come la scoperta dell'acqua calda.
Piazza di Russi ore 17 di un pomeriggio che torrido è un aggettivo scontato.
Winston Blue & Beck's.
(la part II ora non posso, non ci riesco mica....too much pain....)
giovedì 20 agosto 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Sarò insensibile dicono, io dico che siccome c'ho già il Demone e il famoso buco nero, dentro, cerco di evitarne altri....ebbene sarò una codarda, ma io già fatico a gestire la mia piccola e personale infelicità, che a buttarci sopra altro dolore è come buttare l'alcool sulla carbonella fatta male.
Ecco. Sei riuscita a spiegare benissimo una sensazione che spesso mi sono trovata a provare anche io...
Non sei una codarda. È solo che è già così difficile mantenere in piedi se stessi con il carico che ci si ritrova in dote sulle spalle...
Ti abbraccio, dalla calda e afosa Roma.
@ Le persone più forti ci riescono, invece ci sono quelle come me che ogni occasione è buona per far su a piangere, che poi pare quasi di volersene approfittare...non è una scusa non farcela, è una fottuta evidenza, che puoi cercare di combattere, magari con un concerto dietro all'altro, affogare il dolore nella musica magari, a cercare di auto-affermare la vita...ma tanto quel buco nero, quel vuoto, ritorna sempre, puntuale, a battere cassa...
Ricambio con affetto l'abbraccio, dalla bassa bergamasca! ;)
Posta un commento