venerdì 6 marzo 2009

Arbeit Macht Frei - (Kafka, il Processo)

Il lavoro rende libero l'uomo.
Cazzo come no.

Oggi qualcosina ho lavorato, ho preso in subappalto una pulizia scale e vani auto, che la ragazza che lo fa sempre non ne aveva voglia, e io ho preso su volentieri. E sono andata di scopa, di zerbini sbattuti, di mocio e di aspirapolvere a prolunghe assurde dal terrazzo....poco che sia, due soldi li porto a casa e le scale son tutte belle pulite.

Oggi ho avuto il mio primo colloquio di lavoro, "serio", in due mesi, secondo me nato sotto una cattiva stella proprio.

Sia perchè lo avrei dovuto fare ad un'ora improbabile, in un posto che non avevo idea di dove fosse, io al momento a piedi...che son due giorni che me la litigo a destra e a sinistra per assicurare lo scooter...e non ci riesco eccheccazzo pòta figa...ma qua, mi escono solo bestemmie e ci vorrebbe un post solo per quello.

Eppoi c'erano mille deviazioni e lavori in corso, gente (pòta scèc x rendere il concetto comune), un incubo solo raggiungere il posto.

Ho sostenuto il colloquio. Dopo un minuto pensavo tra me e me, se l'economia mondiale è andata a puttane c'è un motivo.

Responsabile del personale, mia coetanea ad occhio croce, magari più giovane, ma portati male, con occhiale intellettualoide e camicetta freak, che non si pensi che uno è troppo formale, culo largo ed espressione indagatrice e inacidita.

"Perchè Lei vorrebbe lavorare con noi?"

(per la verità di lavorare con Voi non mi frega un emerito cazzo, ho spedito qualcosa come 300 curriculum a tutte le ditte e aziende del circondario, per cui, una vale l'altra)

"Ho visitato il vostro sito internet e sono rimasta colpita dalla vostra azienda. dai risultati che avete raggiunto, soprattutto in ambito export"

"Mi sa dire quali sono tre suoi punti di forza?"

E dietro al mio c.v. scrive e cerchietta i numeri: 1.2.3.
"Sono flessibile"

"Non ho legami familiari per cui potrei trascurare il lavoro"

"Sono determinata, e quando mi si afdisa un compito cerco di portarlo a termine nel miglior modo possibile, perchè è anche mia soddisfazione personale, avere un riscontro positivo da parte del cliente e delle persone con cui lavoro"

(a tirar fuori su due piedi questo cappello di cazzate ho perso minimo un anno di vita!)

"Adesso vorrei che Lei mi dicesse tre suoi punti negativi"

Silenzio. Cazzo gli dico cazzo gli dico???? Cosa vogliono sentirsi dire?????

"Non gliene viene in mente nessuno?" - incalza la strega

Mi arrampicherei sugli specchi...stridore di unghie...qualcosa devo tirare fuori...

"Provo insoddisfazione quando non riesco a raggiungere gli obiettivi prefissati, anche se le cose non dipendono da me o dal mio operato"

"Questa affermazione è in contrasto con quello che Lei dice, che è una persona determinata!"

Agitazione totale. Paglia paglia paglia, datemi una sigaretta, datemi alcool, che questo non è un colloquio, questo è un fottuto interrogatorio nazista!!!

"Mi diceva della flessibilità, cosa significa per Lei essere flessibile?"

"Non ho particolari esigenze, non ho problemi di orario, mi adatto a ricoprire compiti diversi, sono disponibile e ricettiva verso cose nuove..."

Sudavo freddo.

"Lei come gestisce lo stress?"

(piango, non dormo, mi faccio inghiottire dai pensieri negativi, prendo Valium a go-go, mi ubriaco, cerco di scopare il più possibile per sfogarmi...)

"Cerco di svolgere le mie mansioni al mio meglio, senza che l'emotività prenda il sopravvento, poi uscita dal lavoro faccio una bella corsa o leggo un libro"

(in effetti è più di un mese che non trovo la forza di correre e passo la maggior parte del mio tempo libero a dormire ad orari assurdi. Leggere però leggo)

"Come si vede Lei tra cinque anni?"

(la ciliegina sulla torta...io in effetti non mi vedo neanche a domattina, alla prossima settimana, a niente)

"Beh, visto che non è mia intenzione formare una famiglia o avere figli, spero in una realizzazione professionale che mi permetta una stabilità economica e potere autogratificarmi"

(va beh che di figli non ne voglio e qui ci siamo, ma bisogna puntualizzare bene che si desidera stare soli, in modo che un'azienda non assuma una candidata ad orologeria, che insomma, essere moglie o madre, coi tempi che corrono, è un deficit mica da ridere)

Deo Gratia è finito il colloquio.

"Le faremo sapere".

Sono uscita che tremavo. Avevo i conati di vomito, e 'fanculo avevo lasciato le sigarette a casa.

Non mi hanno chiesto che cazzo sapevo fare, non mi hanno chiesto quali fossero le mie esperienze, cosa sapessi fare al computer, qual'era il mio livello di Inglese...nulla! Come pure io non so di cosa cazzo abbia bisogno questa ditta, "una figura", "di referenza nel back office". Quindi????????????

Di sicuro non hanno bisogno di ME.

Che vadano ben a culi questi giovinetti responsabili del personale, con la loro laurea in psicologia formativa del lavoro o scienze della comunicazione.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Amen

Carlotta ha detto...

QUindi in IKtalia stanno adopttanod il tipico colloquio all;anglossassone. La domanda piu; indicata di tutte e dove si vedra'e li tra cinque anni...In italia da nessuna parte, piu' o meno da dove sono partitat e se dio grazia non sarao' piu' precaria, per il resto nessun incentivo nessuna possibilita' di fuga aumenti sindacali si e no. Schiacciati da un sistema fatto di regole obsolete, vincoli assurdi e flessibita' da 90enne sclerotico che non ha mai messo il becco fuori dal paese (nel senso di paesello non di nazione) che fa afatica a capire che la chiocciola nel senso del @ e' una roba che indica un indirizzo email e non una chiocciola che striscia lentamente su qualsiasi superfice...Bello, cazzo Vale, magari uno legge un libro di come passare un colloquio di lavoro e quando lo mettono al lavoro no sa neanche da che lato della scrivania ci si siede...Che bello...Quais quasi per solidarieta' cerco lavoro in Italia.. tanot qui a rispondere a ste domande di merda ti fai una cultura....(scusa il gergo ma quando ci vuoel ci vuole...)

Prisma ha detto...

Ho sempre odiato i colloqui di lavoro. Ti istigano a dirgli un sacco di puttanate e fanno tutti sempre le stesse domande idiote.
Quando poi, alla fine della fiera - come giustamente dici tu - il succo della questione è un altro: cosa so fare io che a voi serva?
E soprattutto: quanto mi pagherete per farlo?

Un'ipocrisia tutta italiana, quella di non dover mai menzionare lo stipendio durante un colloquio. Punto fondamentale nel resto d'Europa, com'è giusto che sia.

E mica veniamo lì per far ballare le scimmie, eccheccà!

Un mega in bocca al lupo, cara.

Hiraeth ha detto...

@ Jackie: Ipse Dixit...

@ Carlotta: Già, è uno schifo...nel frattempo nel nostro Bel Paese continuo ad aspettare il sussidio didisoccupazione che ho richiesto a gennaio e mi arrabatto a campare facendo un po' di pulizie a random. Viva lo Stato Sociale, puttana Eva!!!!

@ Prisma: Guarda è stato un ncubo...ovviamente NON "mi hanno fatto sapere"... Ma io mi chiedo, chi è che addestra questi giovani soldatini a svolgere collocqui a sta maniera? Che idea si possono fare di una lavoratrice con queste domande di merda? Aria fritta e niente più...e ovvio, come hai detto tu, non mi è stato dato di sapere di che cosa mi sarei occupata o quale sarebbe stato l'eventuale stipendio..Già perchè uno vuol lavorare come passatempo, mica perchè c'ha bisogno di soldi per mantenersi...
Grazie per l'appoggio, forza e coraggio! ;)

Anonimo ha detto...

I want not agree on it. I assume precise post. Specially the title attracted me to review the intact story.