domenica 13 luglio 2008

Storia di un'impiegata (concept post pretenzioso) (I miei trent'anni eran pochi più dei loro)

Che bisogna proprio essere o esageratamente arroganti o irrecuperabolmente angosciati ed esauriti per provare a fare una roba del genere, manco fossi Morgan, che dalla sua c'ha l'arte e la voce e la vena maledetta che lo può fare....io con la sfiga che ho, minimo mi trovo la Digos al portone...


Lottavano così come si gioca
i cuccioli del maggio era normale
loro avevano il tempo anche per la galera
ad aspettarli fuori rimaneva
la stessa rabbia la stessa primavera...

La rabbia è qualcosa con cui devi imparare a convivere, devi fartela Compagna con la C maiuscola e lottare per arrivare a sera e affrontare ogni giornata come se fosse una battaglia e cercare di arrivare a sera e quando c’è da far la conta delle ferite, siano il più possibile medicabili, la primavera un semplice miraggio, una visione di peschi in fiore nell'attraversare una superstrada...


E se nei vostri quartieri tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.
E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti...

Io per prima, Vostro Onore, mi dichiaro colpevole, che non vedo un tg da mesi e che l'unica cosa che ho vissuto sulla mia pelle è che il Porco m'ha detassato gli straordinari e così a fine mese magari mi ritroverò 100 euro in più in saccoccia, che però lo so bene che non è così che dovrebbe andare, che si fa ben presto a tranquillizzar le coscienze con un pochino di carota, che di quelle carotine lì se n'ha bisogno per forza per tirare avanti, ma non mi sento assolta proprio dal mio menefreghismo, che lo vedo che non vado più in là del mio intimo tornaconto, ma lo sdegno lo provo ancora, comunque


Eppure i miei trent'anni
erano pochi più dei loro
ma non importa
adesso torno al lavoro.
Cantavano il disordine dei sogni
gli ingrati del benessere francese
non davan l'idea
di denunciare uomini al balcone
di un solo maggio, di un unico paese,
e io la faccia usata dal buonsenso
ripeto "non vogliamoci del male"
e non mi sento normale
e mi sorprendo ancora
a misurarmi su di loro
e adesso è tardi, adesso torno al lavoro.
Rischiavano la strada e per un uomo
ci vuole pure un senso a sopportare
di poter sanguinare
e il senso non dev'essere rischiare
ma forse non voler più sopportare.
Chissà cosa si prova a liberare
la fiducia nelle proprie tentazioni,
allontanare gli intrusi
dalle nostre emozioni, allontanarli in tempo
e prima di trovarti solo
con la paura di non tornare al lavoro.

Che io non so per quale motivo la gente crede che gli impiegati, (almeno così è, qua in Romagna, che erano abituati o a campi o a fabbrica) siano delle figure privilegiate perchè non si fanno i calli nelle mani e tipo si fanno l'idea che una persona alla scrivania viva giornate di idilliaca tranquillità, io che per quello che mi concerne sto dietro a scrivanie multiformi da 12 anni, posso solo dire che se conoscessi ogni canto dell'Inferno della Divina Commedia, io li ho passati tutti, adesso dovrei aspettare il Purgatorio, non ho paura di tornare al lavoro, so solo cosa mi aspetta. E ad allontanare le persone in tempo, pure questa è un arte in cui mi sono affinata con gli anni.


Cristo drogato da troppe sconfitte
cede alla complicità
di Nobel che gli espone la praticità
di un eventuale premio della bontà.
Maria ignorata da un Edipo ormai scaltro
mima una sua nostalgia di natività,
io con la mia bomba porto la novità,
la bomba che debutta in società,
al ballo mascherato della celebrità.
Dante alla porta di Paolo e Francesca
spia chi fa meglio di lui:
lì dietro si racconta un amore normale
ma lui saprà poi renderlo tanto geniale.

Battesimo alle soglie dei dei trenta, come mi si è fatto notare "per pararmi il culo". Dante è roba nostra, per quanto i fiorentini (che gli voglio bene comunque) se la rodano. Amori normali non ne ho mai conosciuti, lampi di genio a volte, ma forse anche no, di maschere danzanti ce ne sarebbe da parlare.


Imputato, il dito più lungo della tua mano
è il medio
quello della mia
è l'indice,
eppure anche tu hai giudicato.
Hai assolto e hai condannato
al di sopra di me,
ma al di sopra di me,
per quello che hai fatto,
per come lo hai rinnovato,
il potere ti è grato.
Ascolta una volta un giudice come me
giudicò chi gli aveva dettato la legge:
prima cambiarono il giudice
e subito dopo la legge.
Oggi, un giudice come me,
lo chiede al potere se può giudicare.
Tu sei il potere.
Vuoi essere giudicato?
Vuoi essere assolto o condannato?


Indice contro ci sto abituata, faccio pure troppo presto a giudicare col dente avvelenato dai calci in culo che ho preso e le mie bastonate e le mie ferite, non ho l'anima pia di risparmiarle al prossimo se avessi una qualche forma di potere che non ho e che non voglio avere, tra condanna e assoluzione voglio la condanna, dagli uomini voglio la condanna, all'assoluzione mia ci potrà pensare il mio giudice interiore o la mia incoscienza. ma più che altrò ci penserà chi si dice che ci sia e su cui dovrei affidare le mie speranze...

-Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi solo i sogni che non fanno svegliare.
-Sì, Vostro Onore, ma li voglio più grandi.
-C'è lì un posto, lo ha lasciato tuo padre:
Non dovrai che restare sul ponte e guardare le altre navi passare
le più piccole dirigile al fiume
le più grandi sanno già dove andare.


Anche se ho dei Maggi che hanno fatto a meno dei miei Coraggi, non ho padri che mi han lasciato navi da badare, quelle me le sono trovata da sola, che bell'affare che ho fatto, loro che son grandi lo sanno già sì, dove devono andare, io no.

Chi va dicendo in giro
che odio il mio lavoro
non sa con quanto amore
mi dedico al tritolo,
è quasi indipendente
ancora poche ore
poi gli darò la voce
il detonatore.
Per strada tante facce
non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza
si ammala di terrore,
c'è chi aspetta la pioggia
per non piangere da solo,
io son d'un altro avviso,
son bombarolo.
Intellettuali d'oggi
idioti di domani
ridatemi il cervello
che basta alle mie mani,
profeti molto acrobati
della rivoluzione
oggi farò da me
senza lezione.
Così pensava forte
un trentenne disperato,
se non del tutto giusto
quasi niente sbagliato,
cercando il luogo idoneo
adatto al suo tritolo,
insomma il posto degno
d'un bombarolo.


Datemi dei containers IMO Vi prego, però gentilmente le classi IMO e UN e il flashpoint indicateli di Vostro senza che li debba richiedere, poi il posto degno mio, mi comincian a venir dei dubbi che sia l'MSC, poi ho delle idee malatissime che sarei proprio curiosa di vedere che cosa potrebbe venir fuori da un cocktail di Albite E-F assieme a vodka ed acqua tonica, mi sa che c'ha ragione l'amico mio che si intende di Albite, che l'acqua tonica potrebbe essere pericolosa... Meglio pensare a queste cose qua che invece che all'immagine che mi sorride spesso nella testa, di svegliarmi una mattina e fare come Michael Douglas in "Un giorno di ordinaria follìa", direi che è un bene che qua in Italia non sia troppo semplice procurarso un Uzi...

Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi
sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.
...
Ma senza che gli altri ne sappiano niente
dimmi senza un programma dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito
farai l'amore per amore
o per avercelo garantito,
andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori
o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai.


Quante volte mi sono sentita così, che lasciare libera la sincerità dei miei occhi e la trasparenza delle mie emozioni mi ha fatto cadere non so qualche volte, che alla fine l'unica soluzione è stata quella di creare un'immagine di me, una facciata che non mi appartiene, non so se chiamarla disillusione, che in realtà io alle illusioni ci credo sempre, è che mi accorgo di quante volte non ho avuto coraggio e mi sono lasciata trascinare e anche se ho sempre giurato di restare fedele a me stessa e alla linea, per dire, mi sono fatta cambiare, senza accorgermene neanche, e i cambiamenti non sono stati positivi, perchè quando capisci che di fronte a certe cose sei anestetizzato e non scegli più, boh aspetti solo che arrivi qualcosa di forte, qualcosa che ti dia una scossa...


Di respirare la stessa aria
di un secondino non mi va
perciò ho deciso di rinunciare
alla mia ora di libertà
se c'è qualcosa da spartire
tra un prigioniero e il suo piantone
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione.
È cominciata un'ora prima
e un'ora dopo era già finita
ho visto gente venire sola
e poi insieme verso l'uscita,
non mi aspettavo un vostro errore
uomini e donne di tribunale
se fossi stato al vostro posto...
ma al vostro posto non ci so stare
se fossi stato al vostro posto...
ma al vostro posto non ci so stare.
Fuori dell'aula sulla strada
ma in mezzo al fuori anche fuori di là
ho chiesto al meglio della mia faccia
una polemica di dignità
tante le grinte, le ghigne, i musi,vagli a spiegare che è primavera

Vagli a spiegare che è primavera. Quando ti rendi conto che hai vicino persone che si sono così passivamente adeguate al sistema, a quello che io continuo a definire consuma-lavora-crepa, che non si lamentano nemmeno più, per loro è normale, non avere una vita, subire a testa bassa perchè "è così". Io con questa gente neanche l'aria di una sigaretta in comune ci voglio dividere, preferisco starmene nell'angoletto mio, coi miei pensieri, che quelli almeno via non me li possono portare, che per quel che può valere, io dentro ancora ce l'ho la primavera.

2 commenti:

Baol ha detto...

Wow un "concept post" (dovrò farlo anche io prima o poi)

Grande, amica mia!

Quanto a quelli che "gli impiegati son privilegiati", qui da me se non vai a lavorare in campagna mica ti considerano un lavoratore

Anonimo ha detto...

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