giovedì 17 luglio 2008

Sulla fisicità delle persone

Questa sera, per l'ennesima volta mi sono intrattenuta in brillante ed allegrissima conversazione con il mio migliore amico, probabilmente la persona che conosco meglio al mondo, anche se non sono convinta che sia lo stesso per lui, nonostante non abbia dubbio alcuno sulla sincerità del suo affetto. E si parlava della fisicità delle persone, che come diceva Paolo Nori, "Noi Siam Gente Delicata" e se avessi ancora qualche neurone diversamente fruibile, in maniera autonoma lo finirei pure quel libro. Insomma la fisicità delle persone. Cosa è meglio cosa è peggio. Il bue che dà del cornuto all'asino, la parodia di me stessa son diventata, se io mi ritrovo a dire all'amico mio che è meglio per lui non averne avute troppe di persone fisiche vicine, che il distacco e il trauma dell'abbandono ostinatamente ripetuti, per anni, forse son pure peggio dell'assenza della fisicità contingente, anche se non posso che concordare con lui sull'esigenza umana e il disperato bisogno di andare a letto la sera e non stringere un orsetto o un'oca di peluche. Solo che la mia convinzione, certamente viziata da anni di illusioni e delusioni, mi ha insegnato che non basta una persona fisica pur che sia a colmare il proprio baratro interiore, nel darti l'illusione di un risveglio meno solitario, che un peluche non sostituirà mai una persona reale, se non hai bisogno solo di un involucro accanto, e che allo stesso modo non puoi usare una persona vera e sincera come un orsetto di peluche se dalla tua parte non sei in grado di dare nient'altro in cambio che il tuo stesso involucro, peraltro non troppo spesso gradevole. Dall'alto delle mie esperienza si esigeva una risposta, :"è meglio la solitudine??" : Mai, per quanto mi riguarda e se devo essere egoista come sono, direi: la solitudine è la cosa che più mi spaventa al mondo e con cui devo far i conti sera dopo sera; sempre: se la mia coscienza a volte ha la decenza di affacciarsi e farmi momentaneamente tornare sulla terra, perchè se è vero che si nasce e si muore soli, è questo è sempre maledettamente vero, bisogna avere anche la consapevolezza-decenza-umiltà di cercare di non coinvolgere chi non lo merita nel proprio buco nero. Che a dirlo sembra una frase da persona responsabile e con le palle, a metterlo in atto, come non mi stancherò mai di biblicamente citare, è solo "lacrime e stridore di denti".
P.S. Via, ma che ancora ci stiamo a credere alle favole??

P.P.S. Se una ragazza di vent'anni mi apostrofa quotidianamente con "Vale, sei un piombo!", dove potrò mai andare (in effetti un'ideuzza ce l'avrei, sasso e corda in diga!)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Piuttost che nit l'è mej piuttost!

Carlotta ha detto...

Se piuttosto sono due schiaffi, e meglio niente :-). Giacomo non ho resistito alla tentazione...

Ragazza, tu a volte mi togli parole di bocca e pensieri dalla testa..Una birra insieme ce la potremmo fare :-)

kabalino ha detto...

te, prima di andare col tuo sasso e la tua corda verso il tuo amato molo, passa da me che quattro schiaffoni fatti di un bene che non te l'immagini non te li toglie nessuno
tutti abbiamo paura

Hiraeth ha detto...

@ Giacomo: Pure Paolo Nori che tu ti ostini a snobbare la vede così, che in fondo ha ragione, che l'è mej piutòst, ma lo sai cos'è il punto? Quello che non mi stancherò mai di ripeterti e che è poi quello che io fingo per comodità di dimenticare, che è inutile per dire, cercare l'azzurro fuori quando dentro si è solo in bianco e nero o quando so è in buona, in color seppia...

@ Carlotta: Ragazza, se la fatina buona della Ryan Air mi viene incontro un attimo, non la escluderei una birra assieme entro il mese prossimo... io ci sto lavorando per davvero! ;)

@ Kabalino: Beh forse, mi vien quasi da dirti che potrebbero pure farmi bene, che almeno gli schiaffi fisici sono più intimi e personali di quelli morali...
Lo so che abbiamo paura tutti, vuoi che non lo so? Quello che proprio non so è come affrontarla...