mercoledì 27 agosto 2008

If I ever Feel Better

They say an end can be a start
Feels like I've been buried yet I'm still alive
It's like a bad day that never ends
I feel the chaos around me
A thing I don't try to deny
I'd better learn to accept that
There are things in my life that I can't control

If I Ever Feel Better è stata la colonna sonora del mio inverno, e ora che questa schifosissima estate che non ho minimamente vissuto come periodo gioioso, ma solo come una sequela di giornate monotone e angoscie varie, torna a ripropormisi come soundtrack.
Io in fondo SO che non mi manca nulla, tante cose me l'hanno confermato, ma ci sono periodi particolarmente tristi in cui si tende a fare paragoni e a porsi le domande sbagliate e ci si lascia prendere dallo sconforto e dalla rabbia e dal bisogno di incolpare qualcuno, è inevitabile.
Ma non sono una pazza psicopatica, chi mi conosce davvero lo sa, nonostante lo si possa credere, è che certe cose feriscono e fanno soffrire immensamente, inutile pensare col senno di poi, a cosa sarebbe stato se un giorno non si fosse fatta una chiamata, se non di fosse preso un treno, non si fossero dette delle cose o fatto altre, in realtà è inutile cercare di interpretare quello che succede nella nostra vita, le cose succedono e quando succedono a te ti ci trovi impantanato e punto, nel bene e o nel male che sia.

Grey's Of The day? Forse ci piace soffrire. Forse è proprio nella nostra natura. Perchè senza sofferenza, non so... forse non ci sentiremmo reali. Com'è quel detto?!.. Perchè continuo a farmi del male?.. perchè è meraviglioso quando smetto di farlo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ti ho letto in disparte in questi ultimi giorni, non sapevo cosa dirti e non avevo parole di conforto. e forse non le ho neanche adesso. so che ti ho letto arrabbiata, agguerrita, determinata a combattere per risalire e a lottare. e allora ho pensato che quello che ti sta capitando può essere un buono spunto da cui ripartire. poi ho letto questo post e mi sono rattristata. so cosa si prova. anche se poi il dolore è solo soggettivo. ognuno soffre a suo modo. non bisogna chiedersi niente, confrontarsi, poi, non ha senso. tu conosci bene solo te stessa, non le persone con cui ti confronti. che senso avrebbe? le ferite si riemarginano, per quanto dura possa essere, rimangono le cicatrici che ci ricordano che nella vita non c'è mai nulla di certo. e forse non dobbiamo neanche prendercela tanto. succede. capita. si soffre. tanto. ma si ricomincia. sempre. dimenticare non è facile e si sa. non ti dico che capiterà domani, forse neanche tra un mese, ma ogni giorno, piano piano, starai meglio. non te lo posso assicurare, ma ci spero. ci piace soffrire. siamo donne e ci piace ancora di più, è nel nostro cromosoma il piacere della sofferenza. ma dobbiamo cercare di capire che farci male a volte non porta alla sernità.
stringi i denti e vai avanti.
un abbraccio

Martina

Hiraeth ha detto...

@ Marty: Grazie sempre e comunque, anche se non trovi le parole, in effetti ora come ora penso che nessuno riuscirebbe a trovare le parole giuste, per quanto a volte qualcuno ci si avvicina almeno un po' e tu sei una di queste rare persone. E' che ci sono giorni in cui sembra possa recuperare, ma inevitabilmente, magari il giorno seguente, dentro o fuori di me succede qualcosa che mi fa di nuovo sprofondare. E' che sono "stuck in a moment, and I can't get out of this". Non è tanto la questione di fare paragoni o sminuirsi, è che si vede che la dose di dolore che uno deve sopportare prima di toccare il fondo e poter provare a risalire la china con gambe tremanti (ma almeno polpaccio allenato) e un minimo di serenità e sicurezza, io quella dose di dolore lì non l'ho ancora avuta tutta. Io mi sento fluttuare in un vortice e provo a scalciare, ma ogni volta che magari quadagno un metro la corrente mi risucchia ancora, non posso che sperare che arrivi presto il giorno, l'occasione, l'evento che mi diano lo slancio necessario a cominciare a nuotare davvero e raggiungere la riva.
Ricambio l'abbraccio