domenica 24 agosto 2008

Riflessioni non mie

Ieri mi è capitata per caso tra le mani la rivista ** e ho trovato questo articolo che condivido in pieno, fossi capace di scrivere decentemente l'avrei scritto io, invece no, però siccome rispecchia piuttosto bene la mia visione del periodo estivo ho deciso di pubblicarlo in toto:

VOGLIO PASSARE UN'ESTATE DA ANIMALE
La situazione è la seguente: non ho abbandonato il cane, il nonno l'ho portato con me.
Quindi? Mi sento abbandonato. Sì, sì la storia è nota, solita. Vuoto su vuoto, nel senso dell'estate.
Un benessere sfuggente che si dissolve in poche ore, quelle che sporcano la luce dell'alba, sommano i suoni del giorno e spillano il primo sudore dopo la docce. Caffè. Un altro. Fine.
La giornata dovrebbe durare quattro ore, lettura dei giornali come rito serale, Ore 9 p.m. Invece sono all'a.m., nel senso dlle 9, e mi coglie un'ansia da desolazione, da inconsistenza, oh Gesù.
Mai successo? Andate al diavolo. Sì? Serve correggere il tiro, allenandosi d'inverno con il procedimento degli animali che vanno in letargo, con inversione delle stagioni.
Riempiendo in anticipo la tana. Che non è un antro ma una zona dell'anima che sta in pena una volta interrotta la routine, che viene tacitata da impegni di lavoro, da rotture di balle sparse, da incombenze che spariscono in ferie.
La ricetta varia ma comprende alcune sottrazioni utili. Cioè la deliberata creazione di vuoti nei momenti pieni. Fioretti insomma, belli laici e un po' ridicoli.
Esempi: eliminazione della tv. Radio basta, stop, silenzio, zero.
Dell'happy hour, ovvio, chissenefrega. Feste? Neanche se ne parla, non più.
Cancellazione di temi che tengono banco quando si finge di parlare, tipo: che auto hai acquistato, vorresti acquistare. Stesso dicasi per altri argomenti propizi all'illusione di un'intimità: Maldive, Caraibi, hotel, boutique, locande di charme, voli scontati tariffe speciali.
Poi: vietato discorrere di meteo. Guai. Se incontrate uno che butta lì una previsione, cambiate strada. Addio.
Poi: cancellazione del termine "gossip" e derivati.
Serve impegno, trattasi di fare slalom speciali a tempo pieno.
Pettegolezzi: N.C, non classificati, come i trottatori che rompono e tornano in scuderia.
In aggiunta, è statisticamente provata l'utilità del non discutere affatto, proprio mai di Berlusconi Silvio (contro o a favore) ed è tassativo dedicare al calcio solo il tempo necessario a scorrere i risultati. Due minuti esatti. La classifica marcatori è già un rischio, cassata.
Niente giornalini gratuiti (free press, addio), niente saldi, bollini, tessere premio, Fidelity Card, basta farsi prendere per il culo. Ecco. Quindi?
Quindi niente. Provare per provare a credere. A far senza quando c'è da fare comunque. A decidere di eliminare il superfluo creando un vuoto da riempire con qualcosa che sta a cuore davvero, per scelta e necessità, non per abitudine, consuetudine, pigrizia.
A stare zitti per trovare le parola. A stare soli per stare con gli altri.
In definitiva, a non abbandonarsi per non sentirsi abbandonati.
Cazzate? Forse. Nel caso, fatemi sapere.

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