venerdì 15 febbraio 2008

Hiraeth I (prefazione)

Che adesso, bando ai deliri, spiego chi sono.
Hiraeth è una parola gaelica, in italiano se si volesse fare una traduzione presappochista letterale, si direbbe "nostalgia". Ma il gaelico è pieno di poesia e non è così riduttivo (che se avete letto Dylan Thomas e quello che si portava dentro, forse qualcosa avete intuito) , e quindi il senso letterale di Hiraeth, quello interiore è: "malinconia del cuore, respirando il ricordo della terra amata". Questa cosa la lesso in in un libro che parlava di monaci Irlandesi, spesso esiliati e perseguitati e costretti a lasciare la loro patria. Quindi, ancor prima che il mio piedino misura 37 (o 39 1/2 nelle Nike da corsa) posasse per la prima volta sul suolo dell'Isola di Smeraldo, queste parole mi rimasero impresse, marchiate a fuoco.
E dev'essere proprio una cosa particolare che me la sono sentita così mia, perchè a cercare su Google i risultati sono quattro in croce e cone nick/alias/avatar è sempe disponibile, Quindi comincio col dire che sono stata originale, anzi non è che mi sono scelta un nick, è stato lui che ha scelto me.


(....segue....)

2 commenti:

Luigi Di Fonzo ha detto...

Eppure le prime quattro lettere facevano presagire un significato più lugubre, da Dies Irae, appunto. Non conosco l'Irlanda, ma amo le genti del Nord e quando posso scappo a Stoccolma. Credo comunque che la malinconia del cuore sia di per sé una poesia. E se ami la poesia, non puoi non avere nel cuore tutte le cose belle che hai incontrato. Ti auguro lunghe ispirazioni e buona vita poetessa. Luigi

Hiraeth ha detto...

No, lugubre almeno non lo sono, al massimo cupa, o meglio innamorata dei pensieri malinconici...che poi è uno dei motivi per cui amo tanto le terre celtiche...
Grazie per la poetessa...non lo sono, però qualche volta, riesco a buttar giù qualche pensiero che può passare per tale, ricambio l'auguro, che "buona vita" è un bell'augurio davvero.